WRC | Scoppia il caso delle temperature troppo alte negli abitacoli delle Rally1

Si infiamma la polemica

In occasione del Rally di Portogallo è diventato lampante un problema già riscontrato nei test dell'anno scorso con le vetture Rally1 ibride, ovvero le alte temperature dentro l'abitacolo: cerchiamo di capirne di più
WRC | Scoppia il caso delle temperature troppo alte negli abitacoli delle Rally1

Non c’è pace per il WRC di quest’anno. Non bastavano i problemi di affidabilità dell’ibrido, lo zelo dei regolamenti sportivi o le Pirelli che continuano a subire forature negli appuntamenti del campionato, sia su asfalto che su sterrato: ora scoppia pure la grana della temperatura (insostenibile) all’interno degli abitacoli delle Rally1.

La posizione del tubo di scarico e il calore generato dentro le Rally1

DirtFish ha riportato i retroscena di una questione saltata fuori nell’appena archiviato Rally di Portogallo, vinto da Kalle Rovanpera. Il calore nell’abitacolo è generato dalla posizione del tubo di scarico, nelle Rally1 ibride situato sul lato destro dove c’è il sedile del navigatore, e che quindi non corre più in posizione centrale come nelle precedenti World Rally Car Plus. Un problema già riscontrato nei test svolti dagli equipaggi nella scorsa stagione, in particolare quelli Hyundai Motosport nelle sessioni di ottobre, ma che adesso si staglia nella sua gravità al primo appuntamento dell’anno con temperature esterne un po’ calde rispetto ai tre precedenti. E pensiamo cosa può succedere la prossima settimana al Rally Italia Sardegna, con l’isola che già sta toccando un clima pienamente estivo e trenta gradi effettivi, o al successivo Safari Rally in Kenya…

Le lamentele di piloti e copiloti: si sollecita l’intervento della FIA

Piloti come il citato Rovanpera, Dani Sordo, Craig Breen (che ha raccontato come le scarpe del copilota Paul Nagle si stessero ad un certo punto praticamente sciogliendo) o Thierry Neuville hanno espresso il loro disappunto e il disagio (soprattutto dei poveri navigatori) provocato dalla canicola nell’abitacolo, un ambiente che già di suo non è che sia il massimo del comfort. Julien Moncet, vicedirettore di Hyundai Motorsport, ha pure avanzato l’ipotesi che condizioni di questo genere potrebbero rendere impossibile portare a termine una gara dal clima estivo, spiegando comunque che i team stanno discutendo della cosa con la FIA (riporta sempre DirtFish), mentre Neuville ha ricordato la richiesta avanzata da tempo di inserire una pellicola protettiva sui vetri delle auto per cercare almeno di limitare l’incidenza del calore del sole dentro l’abitacolo. Rovanpera, infine, ha sollecitato l’intervento della Federazione Internazionale «perché quando hai 50, 60 gradi percepiti in auto non è assolutamente sicuro per l’equipaggio. La tua testa non funziona normalmente [il caldo compromette la concentrazione, fondamentale quando si guidano vetture da circa 500 cv su strade pericolose, ndr] e anche se sei fisicamente in buone condizioni non significa che tu sia davvero al sicuro».

Ora la palla passa di nuovo nel campo della FIA, che già ha dovuto agire sui regolamenti sportivi 2022 dopo essere stata tirata per la giacchetta dai team (parliamo del caso dei malfunzionamenti dell’unità ibrida che costringono gli equipaggi al ritiro, nonostante la vettura a livello di motore termico funzioni comunque). Certo, le tempistiche sono davvero strette visto che come abbiamo detto la prossima settimana si corre in Italia, quindi difficilmente il 2-5 giugno vedremo le Rally1 ibride con lo scarico rimesso al centro (soluzione improponibile ora come ora, ci sembra ovvio). Attendiamo comunque le risposte da parte della Federazione.

La proposta di Latvala: l’aria condizionata sulle Rally1

Jari-Matti Latvala, team principal di Toyota Gazoo Racing, ha proposto su DirtFish la sua soluzione, ovvero installare un normale sistema di aria condizionata sulle vetture. «Potremmo avere l’aria condizionata nelle auto, ma deve essere la stessa per tutti. Lo stesso modello, lo stesso peso e tutto ciò che potrebbe rappresentare una soluzione. Per ora si può pensare a soluzioni temporanee per la Sardegna, ma abbiamo bisogno di tempo per pensare a cosa possiamo fare e di sicuro dobbiamo provare qualcosa». Moncet si è detto d’accordo sulla proposta del collega, asserendo che ci possono essere i tempi per introdurre questa soluzione in tempo per il Safari Rally.

 

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