WRC | Gli organizzatori del Rally Finlandia: “Vogliamo sapere come muoverci”
Il difficile ruolo degli organizzatori dei rally
Impazza il tormentone su come proseguirà il campionato WRC 2020, attualmente fermo – e tale sarà almeno sino a luglio. Rinviato il Rally Argentina dello scorso aprile, cancellato definitivamente il Rally di Portogallo di maggio e con un Rally Italia Sardegna a giugno dal destino incerto, arriviamo così in piena estate con il Safari Rally, il cui ritorno nel calendario dovrebbe essere però rinviato al prossimo anno.
Entro metà giugno la decisione sul Rally Finlandia 2020
Quindi, la ripartenza per ora dovrebbe essere fissata dal Rally di Finlandia programmato ad agosto, ma come abbiamo visto potremo avere una risposta definitiva se si correrà o meno non prima di metà giugno. Sta di fatto che la pandemia del COVID-19 è ancora in pieno svolgimento, nonostante in Europa si stia iniziando a testare una Fase 2 di progressivi allentamenti: è chiaro però che sino a quando non ci sarà una cura, un vaccino o un miracolo (tipo estinzione del virus, anche se è un evento ritenuto non così plausibile dalla comunità scientifica) saremmo costretti a convivere con questa situazione ed agire di conseguenza. In quel della Finlandia il Governo ha deciso per una serie di restrizioni agli eventi con più di 500 persone almeno sino a fine luglio, complicando la vita della gara in programma dal 6 al 9 agosto, ma in ogni caso il discorso sulla gara non è ancora chiuso.
Gli organizzatori vogliono certezze sul da farsi
Tuttavia gli organizzatori fanno capire che prima si sa e si decide, meglio è. Il direttore di gara Kai Tarkiainen ha spiegato: «Non ci siamo solo noi in Finlandia, ma parecchi festival ed eventi programmati per i primi di agosto, perciò vorremmo sapere qualcosa al più presto possibile». Un appello alle autorità affinché gli organizzatori possano avere il tempo di studiare contromisure in caso di rinvio. «Per esempio, lo stadio olimpico di Helsinki riaprirà dopo la riqualificazione ed è un evento a cui parteciperanno migliaia di persone. Quando è partita tutta questa baraonda [del virus], avevamo detto che avremmo preso una decisione entro metà giugno, molto prima della chiusura delle iscrizioni, in modo tale che sia noi che i partecipanti possiamo sapere quale sia il piano».
Il difficile ruolo degli organizzatori dei rally
Sullo sfondo, resta sempre in piedi l’ipotesi di un possibile rinvio del Rally di Finlandia in coda alla stagione, con la conseguenza che la stagione 2020 del WRC – già abbastanza assurda di suo – potrebbe avere due eventi invernali nello stesso anno. O meglio, uno e mezzo, se ci ricordiamo le condizioni di scarsa neve del Rally di Svezia di febbraio. Sta di fatto che il Mondiale Rally, come tanti campionati d’altronde, è vittima di una melina frutto di un mexican standoff tra organizzatori/autorità locali, WRC Promoter e FIA. La Federazione sta provando a salvare il salvabile, come ha dichiarato più volte in questi giorni Yves Matton, ma sicuramente sono i primi a sapere che i margini sono davvero stretti e che, nella migliore delle ipotesi, il resto della stagione potrebbe partire a settembre con alcuni eventi giocoforza sacrificati (parliamo in particolare di quelli oltreoceano).
La palla però è nel campo degli organizzatori e delle decisioni portate avanti dalle autorità locali: se è vero che una decisione come cancellare un evento è sempre un trauma per tutti loro, considerate anche le conseguenze economiche di una decisione del genere, è anche vero che potrebbero cercare di resistere mentendo la gara nel calendario e sperando in tempi migliori – magari che cadano proprio nell’appuntamento da loro organizzato ed ospitato. I risultati possono essere schizofrenici, come è avvenuto con il Safari Rally: i team non vogliono andarci (in Africa i contagi si stanno diffondendo a macchia d’olio), FIA e WRC Promoter non potranno non prenderne atto ma nel frattempo il Ministero dello Sport del Kenya ha dichiarato che la gara si terrà. E l’incertezza continua.
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