WRC | Yves Matton dice la sua sul numero dei round del 2021 e su un campionato più globale

Matton scettico su un WRC di dieci round

Secondo Yves Matton della FIA il WRC 2021 dovrebbe contenere i costi del campionato senza però ridurre il numero degli eventi. Intanto, si pensa ad aprire a nuove aree geografiche
WRC | Yves Matton dice la sua sul numero dei round del 2021 e su un campionato più globale

Stilato il tanto sudato nuovo calendario 2020 del WRC, passibile ancora di qualche eventuale integrazione o cambio in corsa (Belgio e Croazia si scaldano per subentrare se ci saranno problemi con la tappa in Turchia), si può iniziare a ragionare su quello del 2021, ufficializzato sì ma con ancora qualche tassello mancante, forse.

La disputa sul numero di gare del WRC 2021

Infatti per la prossima stagione del Mondiale Rally sono stati annunciati, nel corso dell’ultimo Consiglio Mondiale del Motorsport, i primi nove appuntamenti che la comporranno. Parliamo di Monte Carlo, Finlandia, Portogallo, Svezia, Kenya, Spagna, Italia, Giappone e Australia. Solitamente il WRC si compone, di norma, di circa quattordici round, ma la situazione globale legata alla pandemia del coronavirus più i deleteri effetti economici potrebbero spingere al ribasso questo numero: il WRC Promoter spera in dodici tappe, ma i team spingerebbero a non andare oltre le dieci per contenere i costi.

“Non è detto che il WRC 2021 sarà di dieci round”

Nel mezzo la FIA, con il direttore del settore Rally Yves Matton che ha ammesso come siano allo studio «tutte le possibili opportunità per provare a ridurre i costi del campionato 2021». Al portale DirtFish l’ex team principal di Citroen esclude però che, fermo restano l’impatto dell’attuale crisi sui «costruttori e le loro divisioni motorsport, così come sui team privati e i preparatori», non è detto che si arrivi ad un WRC 2021 con dieci eventi «quando attualmente ne abbiamo 14, per dire».

«In passato – precisa Matton – abbiamo definito una strategia per quanto riguarda il numero di eventi e, dato il contesto attuale, potrebbe essere necessario rivederlo per il 2021. Tuttavia, oggi è troppo presto per parlare di un numero. È un rapporto difficile perché meno eventi significa meno ritorni sull’investimento; il miglior rapporto allora sarebbe cercare di avere il massimo degli eventi spendendo il minor numero possibile di soldi. Ecco perché stiamo lavorando su diverse opzioni con l’obiettivo di ridurre i costi del campionato». Una di queste potrebbe essere la revisione dei format, con un taglio ad esempio dei chilometri competitivi come dovrebbe entrare a regime già da quest’anno, o comunque weekend più concentrati, location razionalizzate e così via.

Si punta ad aprire sempre di più il WRC al mondo 

Comunque, vada come vada, sia FIA che costruttori vogliono aprire sempre di più i confini del WRC, per ottenere così accessi a mercati molto appetibili. Ultimamente è tornata d’attualità l’ipotesi di riportare il Mondiale in Cina o negli Stati Uniti, come ha confermato negli scorsi mesi l’amministratore delegato del WRC Promoter Oliver Ciesla. «Per quanto riguarda l’aspetto geografico – ha concluso quindi Matton – la strategia in atto deve ancora avere un’impronta globale, anche se potrebbe essere necessario adottare un approccio rivisto per il 2021 a causa dell’attuale crisi. Questo approccio globale non è solo l’obiettivo della FIA, ma anche dei costruttori: loro vorrebbero andare in Cina, Nord America, Russia e, in futuro, potrebbero esserci anche Paesi come l’India. Quindi la strategia è sicuramente quella di diventare globali».

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