Suzuki Rally Cup | Simone Goldoni, campione 2019 girone CIWRC: “È stato complicato gestire l’ultima gara” [INTERVISTA]

Intervista a Simone Goldoni

Reduce dalla vittoria nel girone CIWRC del Suzuki Rally Cup, Simone Goldoni ci ha concesso una intervista in cui parla della sua stagione e non solo
Suzuki Rally Cup | Simone Goldoni, campione 2019 girone CIWRC: “È stato complicato gestire l’ultima gara” [INTERVISTA]

Il Campionato Italiano WRC che si è concluso sabato al Rally San Martino ha rappresentato anche l’atto finale del girone inserito nel Tricolore WRC del Suzuki Rally Cup, dove ha primeggiato Simone Goldoni.

Classe 1990, l’aostano ha colto il successo alla sua prima stagione completa nel monomarca, assieme al navigatore Flavio Garella sulla Swift 1.0 Boosterjet R1 per il team Nordovest Racing. A bordo della vettura preparata dalla Gliese Engeneering di Giorgio Marazzato, realtà da tempo accanto al valligiano, Goldoni ha onorato al meglio la sua partecipazione in un campionato a lui nuovo ottenendo due vittorie nel Suzuki Rally Cup, più precisamente in occasione del primo appuntamento al Rally 1000 Miglia e poi al Rally di Alba, oltre ad una serie di piazze d’onore e primati anche in classe R1 (soltanto al Rally delle Marca è tornato a casa con un saldo di zero punti, per via di un ritiro).

Il già campione in classe N2 all’International Rally Cup 2016 rappresenta, a scanso di fuorvianti pressioni, una delle rivelazioni del panorama rallistico italiano, grazie non solo ai risultati ma alla costanza con cui gli ha raggiunti e alla capacità di adattarsi ed apprendere velocemente in nuove classi e nuovi contesti competitivi. Insomma, il ragazzo sa il fatto suo anche in mezzo a trofeisti non certo di primo pelo nel Suzuki Rally Cup (citofonare Roberto Pellé, suo diretto avversario per il primato nel girone), e una volta smaltita la soddisfazione della vittoria nel circuito CIWRC del monomarca della casa di Hamamatsu Goldoni si preparerà per il gran finale, ovvero il Trofeo ACI Como che il prossimo mese vedrà fronteggiarsi i migliori del Suzuki Rally Cup di entrambi i gironi (incluso anche quello legato al CIR perciò), per decretare così il vincitore assoluto delle competizione sulle Swift.

Abbiamo perciò sentito l’ex maestro di sci per commentarci la sua vittoria ed, ovviamente, provare a fare un bilancio della stagione.

Intervista a Simone Goldoni: “La Suzuki Swift 1.6 ha esaurito il suo potenziale”

Avevi in mano le carte per vincere il Suzuki Rally Cup – Girone CIWRC, visto che ti trovavi prima del Rally San Martino ad un solo punto dal primo posto in classifica di Pellé: come hai gestito la pressione durante la gara?

«Abbiamo cercato di correre senza troppi pensieri, ma si sa, un conto è dirlo ed un altro è trovarsi in macchina e dover gestire una gara che può compromettere un’intera stagione. Non ti nascondo che sia stato davvero complicato. Era fondamentale portare a casa punti importanti per assicurarci il campionato, infatti è bastato un solo punto di Power Stage per far la differenza su Pellé».

Ti saresti aspettato una stagione così combattuta nel girone CIWRC, con questa lotta sul filo dei punti sino al Rally San Martino?

«Al mio primo anno nell’italiano della Suzuki Rally Cup non avevo aspettative se non quella di far esperienza su strade completamente nuove, diversamente dei nostri avversarsi che invece da anni conoscono le prove speciali».

Flavio Garella è tornato a dettarti le note, questa volta per una intera stagione: si è formato un connubio vincente?

«Io e Flavio ci siamo sempre trovati molto bene insieme e quest’anno abbiamo avuto l’opportunità di imbastire un intero programma».

A proposito della Suzuki Swift 1.0 Boosterjet R1, le prime volte che la guidasti l’anno scorso avevi dichiarato che si poteva lavorare ulteriormente sull’assetto. Visti i risultati di questa stagione, come giudichi il tuo affiatamento con la vettura? Con Gliese Engineering avete liberato tutto il potenziale dell’auto, soprattutto dopo i miglioramenti all’elettronica prima del Rally di Alba, o restano ancora margini?

«In collaborazione con la Gliese di Giorgio Marazzato siamo giunti ad un buon compromesso che dopo poche gare al primo anno, con i nuovi aggiornamenti R1, ci ha permesso di creare una pacchetto vincente. Credo che, a differenza della Swift 1.6 che ormai è al capolinea per quanto riguarda il suo potenziale, sulla 1.0 ci sia ancora del margine di miglioramento che però andrà sviluppato per gradi».

La finale unica del Trofeo ACI Como è una novità per il Suzuki Rally Cup: come giudichi le modifiche apportate quest’anno al format del monomarca?

«Ritengo che la scelta di Nicoletti [Massimo, responsabile Motorsport per Suzuki, ndr] sia stata molto strategica e che in una gara secca come Como permetta di confrontarci con gli interpreti del CIR».

Goldoni: “Ritengo di dover ancora maturare”

Il Suzuky Rally Cup è considerato uno dei migliori monomarca per lanciare i giovani nel mondo dei rally: alla soglia dei trent’anni ti consideri ancora una promessa oppure senti di aver raggiunto la piena maturità agonistica?

«Se avessi avuto il sostegno di quest’anno avrei senz’altro preso parte prima al Trofeo. Ritengo che qui in Italia sia un ottimo trampolino di lancio per far esperienza nei rally italiani a costi piuttosto contenuti. Per quanto mi riguarda, nonostante i miei 29 anni, ritengo di dover ancora maturare per riuscire a esprimermi al 100% in tutte le condizioni. Tutto questo dipenderà dal supporto economico che spero di trovare per stilare i futuri programmi».

Il mestiere di rallista è, passami il termine, all’insegna della precarietà, e mi riferisco soprattutto alla situazione dei piloti italiani. Due anni fa affrontasti un momento particolare: due ritiri ad inizio stagione con la Peugeot 208 R2 hanno rischiato di mettere a rischio il tuo programma, poi completato con la stessa vettura. Per un pilota di casa nostra, che di anno in anno naviga a vista, è più difficile affrontare certi imprevisti?

«Due anni fa presi una scelta di team che si è rivelata sbagliata. Credo che il rapporto pilota – preparatore sia fondamentale e quell’anno è venuto a mancare. Gli imprevisti ci sono sempre, ma con le giuste persone a fianco anche nei periodi più bui ci si può rialzare».

Infine, la tua carriera sportiva si è divisa essenzialmente tra i motori e lo sci: se potessi scegliere la possibilità di gareggiare in uno di questi eventi, vorresti provare l’ebbrezza di una competizione nel WRC oppure una manche di discesa libera sullo Streif? Per quanto diversi, quale dei due è più esaltante come esperienza?

«Se probabilmente questa domanda me l’avessi fatta nel periodo di gara di sci ti avrei risposto sicuramente una gara di coppa del mondo. Ad oggi ti rispondo una gara del WRC. Entrambi gli sport sono molto adrenalinici e trovo molta affinità tra lo start di una prova speciale e la partenza di una gara di sci».

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