WRC | Tanak ai margini del Rally Turchia, tradito di nuovo dalla sua Toyota. Buoni risultati invece per M-Sport
I commenti da Toyota e M-Sport
Il Rally di Turchia 2019 ha rimesso in discussione la corsa per il titolo piloti, aprendo spiragli per una battaglia ancora lontana dal concludersi e che probabilmente sarà accesa sino all’ultimo appuntamento del WRC, come l’anno scorso. Se ne è accorto suo malgrado Ott Tanak, uno dei grandi delusi dell’undicesimo round del Mondiale Rally (l’altro è Thierry Neuville, a cui abbiamo dedicato un articolo a parte assieme al resto della spedizione Hyundai).
Tanak e i problemi di affidabilità della Toyota Yaris WRC
L’estone è sempre leader nella classifica piloti, ma senza quel vantaggio così ampio come era prima della Turchia: il saldo dice che è ancora primo a quota 210 punti, ma il vincitore dell’appuntamento nello scorso weekend, Sébastien Ogier, è alle sue spalle con un gap di soli 17 lunghezze, soprattutto se consideriamo il fatto che ci sono in palio una novantina di punti (bonus delle Power Stage comprese) nei prossimi tre round decisivi del WRC 2019. Tanak ha la stoffa per ottenere il suo primo titolo iridato in carriera, ma qualcosa potrebbe frenarlo: l’affidabilità della sua Toyota Yaris WRC.
Il sedicesimo posto ottenuto in Turchia infatti è il risultato sia di prestazioni che sin da subito sono sembrate la copia sbiadita delle ultime che l’estone ha regalato (arrivava dalla doppietta di vittorie, in Finlandia prima ed in Germania poi, senza dimenticare altri tre successi stagionali), ma soprattutto dell’ennesimo sgarbo della sua Yaris WRC. Dopo aver avuto problemi con la batteria e l’impianto frenante in Argentina ed aver gettato alle ortiche una vittoria blindata al Rally Italia Sardegna per un guasto all’impianto sterzante, l’estone deve fare i conti con l’unità di controllo del motore della sua Yaris andata in malora poco prima della nona prova speciale, impedendogli di ripartire. Un disastro che ha fatto sbottare un Tanak solitamente molto paziente, conscio però del fatto che questo deficit di affidabilità potrebbe alla lunga mettere a serio rischio il titolo (e la vittoria nella Power Stage, con cinque punti extra per mantenerlo ancora in vetta tra i piloti, sono una magra consolazione).
Commentando il suo rally, partendo dal primo posto nella Power Stage («che mi dà la spinta ulteriore e le motivazioni per andare avanti»), il pilota ha affermato: «Certo, è deludente quello che è successo ieri. Vogliamo sempre lottare duramente. Sono sicuro che tutti nel team continueranno a dare il massimo. Ora sono rimasti tre round, quindi non c’è nient’altro che possiamo fare, oltre a spingere al limite e fare del nostro meglio». Nulla di più, nulla di meno.
Il team principal Tommi Mäkinen ovviamente nelle dichiarazioni ufficiali guarda il bicchiere mezzo pieno, con i famosi cinque punti extra di Tanak e la sua leadership mantenuta e il fatto che gli altri due piloti Toyota, Jari-Matti Latvala e Kris Meeke (rispettivamente, sesto e settimo finali) «hanno portata a casa il risultato senza alcun problema» (suona più come una frecciatina alla tendenza di entrambi all’errore, ma tant’è). Parlando di una preparazione forse non all’altezza per le difficili condizioni in Turchia, Mäkinen ha poi concluso: «Per le restanti gare sappiamo di avere una buona velocità e siamo fiduciosi di poter essere forti da ora fino alla fine della stagione».
La costanza di Suninen al Rally Turchia
C’è chi invece torna dalla Turchia con un risultato che risolleva un po’ il morale della squadra dopo gli ultimi round del WRC non proprio eccelsi, ovvero M-Sport. Dopo il secondo posto di Teemu Suninen al Rally Italia Sardegna 2019, infatti, il team di Richard Millener ha compiuto una traversata nel deserto concludendo i due successivi appuntamenti in Finlandia ed in Germania con gli equipaggi nelle zone basse della top ten finale, oltre a fare i conti con l’assenza di Elfyn Evans, infortunato e sostituito pro tempore da Gus Greensmith.
In Turchia la situazione si è un po’ raddrizzata con il quarto posto di Suninen, a 30 secondi dal podio. Il finlandese ha onorato la gara di M-Sport sia grazie alle sue prestazioni che lo hanno fatto stazionare per quasi tutto il rally nella top five assoluta, che per l’apporto positivo di un navigatore di esperienza come Jarmo Lehtinen (che ha esordito proprio al suo fianco al Rally Italia Sardegna). «Forse sarei potuto andare più veloce, ma in tal caso non sarei stato certo di arrivare alla fine», ha dichiarato un Suninen comunque felice dei progressi fatti rispetto alla precedente incursione l’anno scorso in Turchia, dove terminò anche in quel caso quarto, ma con un ritardo più alto. Ed il pilota che al momento rappresenta l’alfiere M-Sport meglio piazzato in classifica (settimo), dopo lo stop di Evans che era quarto (adesso è nono), ha spiegato: «In questo rally hai bisogno di un po’ di margine per evitare le pietre sulla strada. Devi essere capace di cambiare la linea di percorrenza di giusto 10 cm o qualcosa del genere per far sì che la pietra sfiori la protezione del motore e non la gomma».
Millener ha commentato la prestazione di Suninen: «Teemu ha dato prova di una guida eccellente ed è bello vedere i progressi che ha fatto rispetto all’anno scorso. Ha avuto il ritmo questo fine settimana, ma ha anche dimostrato una vera maturità ed è stato particolarmente bello vedere come ha gestito le gomme sabato pomeriggio. Ora è in lotta per il quarto posto nel campionato [è a 11 punti dal quarto occupato da Andreas Mikkelsen, ndr], e se continua così non c’è motivo per cui non possa lottare per questo risultato».
Greensmith primo nel WRC2 Pro, ma che fatica
Per M-Sport è arrivato anche un buon risultato nel WRC2 Pro, anzi ottimo visto che Greensmith, di ritorno sulla Ford Fiesta R5 dopo aver sostituito Evans a bordo della WRC nei precedenti due appuntamenti, vince nella categoria con una trentina di secondi su Jan Kopecký, a bordo della Skoda Fabia R5.
Nel WRC2 Pro è successo di tutto con i soli tre equipaggi iscritti in Turchia, tra forature ed uscite di strada che hanno selezionato via via il pilota di testa: anche Greensmith ha avuto i suoi problemi, forando all’inizio di venerdì, nella PS3 per la precisione, e perdendo due minuti e mezzo. Seguono altre forature nella PS5 e nella PS11, fino all’incredibile epilogo della penultima prova speciale in cui l’equipaggio carambola con la Fiesta R5 proprio dopo aver tagliato il traguardo: un errore che il pilota imputa alla distrazione, avendo mancato la curva finale. Pur con la vettura danneggiata, Greensmith riesce ad essere al via dell’ultima PS grazie ad una riparazione al volo, confermando così la vittoria nel WRC2 Pro, nella classe RC2 ed il decimo posto assoluto in Turchia.
«La vittoria più roccambolesca della mia carriera», l’ha definita il britannico. Millener rincalza: «Gus sa sicuramente come tenerci incollati alle sedie, ed era da tempo che non vedevamo un finale così drammatico», ha ammesso lodando la capacità dell’equipaggio di non arrendersi e di valorizzare le caratteristiche della Ford Fiesta R5 MK II. «Tutti hanno lavorato molto duramente – conclude – e questa vittoria è ampiamente meritata per l’intero team che ha trascorso molti lunghi mesi, giorni e ore a lavorare su questa nuova auto. Ora non vediamo l’ora di vedere cosa potranno fare Gus ed Hayden [Paddon] al volante in Galles – e speriamo in un altro podio nel nostro evento di casa».
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