FIA Hill Climb Masters | Podio italiano a Gubbio: trionfa Merli, secondo Faggioli
Dominio italiano in due categorie
Si chiude la stagione delle cronoscalate di livello internazionale con l’evento FIA Hill Climb Masters, giunto alla terza edizione e che si è celebrato a Gubbio lo scorso weekend del 12-14 ottobre. La competizione con cadenza biennale, nata nel 2014 e sponsorizzata quest’anno dall’italiana Sparco, non poteva scegliere location più adatta visto che la cittadina umbra ospita tradizionalmente la Montecarlo delle Salite, ovvero lo storico Trofeo Luigi Fagioli (la cui edizione di quest’anno si è svolta ad agosto).
Il trionfo di Christian Merli
L’edizione 2018 dei Masters a Gubbio è stata largamente partecipata in termini di start list (175 gli equipaggi provenienti da 21 diversi Paesi, per non parlare delle formazioni nazionali in gara per il format della Nations Cup), oltre ad aver registrato un buon successo di pubblico. Lungo i 3,31 km in salita teatro della gara, che si inerpicavano nel territorio della località umbra, si è accesa la tenzone tra uno dei favoritissimi quale era Christian Merli, contro il resto della compagine che sperava di insidiare la volontà del pilota di ripetere il podio nel precedente Masters del 2016 in Repubblica Ceca. Il neocampione Europeo di specialità (titolo conquistato dopo una stagione sontuosa nella Categoria 2, riservata ai Prototipi) ha però lasciato poche speranze agli avversari, dominando ciascuno dei suoi tre giri con i tempi migliori (con tanto di record ad ogni ripetizione), e migliorando il secondo posto di due anni fa con un oro.
Degno avversario di Merli è stato Simone Faggioli, campione Masters nel 2016 che però parte a Gubbio con il piede sbagliato, con la sua vettura sbilanciatasi dopo un leggero contatto nella prima salita. Alla fine verrà battuto dal vincitore per soli 57 centesimi di secondi, conquistando così l’argento e determinando un podio che per i primi due posti è il rovesciamento dell’edizione di due anni fa.
Terzo posto nella Categoria 2 per il due volte campione francese Sébastien Petit, ripetendo il risultato del 2016. Solo per sette decimi di secondi non è salito sul gradino più basso del podio Domenico Scola, che si presentava con un motore di 1000 cc più piccolo dei suoi tre avversari.
L’attesa sfida tra lo svizzero Reto Meisel per Mercedes ed il tedesco Jörg Weidinger per BMW si è conclusa con un nulla di fatto per uno dei due: la battaglia in seno alla Categoria 2 tra i due piloti che montavano entrambi un motore Judd V8 è finita con la vittoria del teutonico per via del ritiro prematuro dell’avversario sulla BMW 320, messo fuori gioco da un problema alla trasmissione nel primo giro. Invece Manuel Dondi ha dato prova di prestazioni di rilievo sulla Fiat X1/9 modificata per l’occasione, all’interno del Gruppo E2-SH.
I risultati del FIA Hill Climb Masters nella altre categorie
Dopo aver preso le misure con una gara a loro sconosciuta lungo i primi giri, i britannici hanno furoreggiato nella Categoria 4, riservata alle sport car e alle vetture monoposto (ai sensi dei relativi regolamenti nazionali): la vittoria è andata a Will Hall, che migliora così il secondo posto del 2014 dopo una lotta gomito a gomito con i connazionali Scott Moran, Trevor Willis ed Alexander Summers, tutti racchiusi in sette decimi di secondo – per dire quanto è stata combattuta ed incerta la gara, dove l’unico pilota non britannico a conquistare un miglior piazzamento, il francese David Meillon, lo si rintraccia al settimo posto.
Nella Categoria 3 vittoria per lo svizzero Roger Schnellmann su Mitsubishi Lancer: partito praticamente in sordina tenendo ben coperte le sue carte durante i test, il pilota sulla vettura che si distingueva per le curiosi soluzione aerodinamiche e per l’alettone posteriore ha tenuto fede al suo nomen omen (Schnellmann in tedesco significa “uomo veloce”) battendo rivali che si sono distinti nelle prove come i polacchi Michal Ratajczyk e Szymon Lukaszczyk, che hanno concluso sul podio. Quarto posto per il francese Nicolas Werver su Porsche 997 GT2 e quinto il bulgaro Nikolay Zlatkov sulla Audi Quattro Sport.
Altra vittoria italiana, questa volta nella Categoria 1 con Lucio Peruggini che replica, sebbene con meno facilità rispetto al 2016, l’oro conquistato nell’ultima edizione del Masters. A bordo della Ferrari 458 GT3 infatti il pilota ha dovuto lottare con il Marco Iacoangeli su BMW Z4 GT, il quale ha dominato i primi due giri. Terzo posto per un altro italiano, anch’esso su una vettura del Cavallino, ovvero Luca Gaetani.
Infine la Nations Cup, il format dedicato alle Nazionali (che hanno sfilato nella sera di sabato con i vari equipaggi nel centro storico di Gubbio), è stata vinta dal Lussemburgo con la line-up formata da Guy Demuth, Daniel Donkels, Canio Marchione e Charles Valentiny, capitanati da Norbert Hartz. La formazione si è distinta per la miglior media cronometrica registrata dai tre piloti più in alto nella classifica provvisoria, criterio che consegna la vittoria nella Nations Cup. Secondo posto per l’Italia.
Concludiamo questo bilancio del FIA Hill Climb Masters con i premi collaterali: il trofeo del miglior giovane va al britannico di ventidue anni Matthew Ryder, mentre la categoria femminile è stata vinta da Nicola Menzier.
FIA Hill Climb Master 2018: i risultati categoria per categoria
Categoria 1
1. Lucio Peruggini (ITA), Ferrari 458 GT3 – 1’32’’97
2. Marco Iacoangeli (ITA), BMW Z4 GT – 1’33’’99
3. Luca Gaetani (ITA), Ferrari 458 Italia GT3 – 1’34’’88
Categoria 2
1. Christian Merli (ITA), Osella FA30-Zytek – 1’17’’85
2. Simone Faggioli (ITA), Norma M20FC-Zytek – 1’18’’57
3. Sébastien Petit (FRA), Norma M20FC-Mugen – 1’19’’90
Categoria 3
1. Roger Schnellmann (CHE), Mitsubishi Lancer Evo VIII – 1’33’’12
2. Michal Ratajczyk (POL), Mitsubishi Lancer Evo IX – 1’33’’94
3. Szymon Lukaszczyk (POL), Mitsubishi Lancer Evo V – 1’34’’64
Categoria 4
1. Will Hall (GBR), Force WH XTEC-AER – 1’23’’27
2. Scott Moran (GBR), Gould GR61X-NME – 1’23’’47
3. Trevor Willis (GBR), OMS 28-RPE – 1’23’’78
Nations Cup
1. Lussemburgo (Demuth, Donkels, Marchione, Valentiny) – time difference : 0’’49
2. Italia (Merli, Cubeda, Scola, Faggioli) – 0’’65
3. Slovenia (Cuden, Prek, Marc, Bubnic) – 0’’90
4. Francia (Petit, Meillon, Y. Poinsignon, Werver) – 0’’95
5. Regno Unito (Willis, Neate, Haimes, Brant) – 1’’15
6. Slovacchia (Cambalik, Milon, Ondrej, Jurena) – 1’’23
7. Repubblica Ceca (Vitver, Trnka, Vondrak, Vojacek) – 1’’32
8. Svizzera (Steiner, Neff, Schnellmann, Bouduban) – 1’’58
9. Croazia (Perekovic, Brkljacic, Juranic, Muhvic) – 1’’68
10. Kosovo (Canolli, Bunjaku, Demolli, Kalenderi) – 1’’71
11. Grecia (Kehagias, Soldatos, Iliopoulos, Lioris) – 1’’78
12. Bulgaria (Stoev, Zlatkov, Iordanov, Teliyski – 1’’93
13. Portogallo (Saraiva, M. Correia, J. Correia, Teixeira) – 1’’98
14. Malta (Galea, Bugeja, Camilleri, Dunford) – 2’’21
15. Irlanda(Fay, O’Connell, Gardiner, O’Shea) – 2’’61
16. Romania (Botez, Savu, Ghigea, Rusu) – 2’’84
17. Spagna (Iraola, Villa, Perello, Flores) – 2’’88
18. Germania (Eller, Ebenhöh, Pisano, Schulte) – 3’’04
19. Polonia (Biela, Piekos, Handl, Stec) – 3’’49
NC. Belgio (Stark, Cazzoli, Vandervinne, Blockx)
Crediti Immagine di Copertina: FIA
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