WRC | Nuovi dettagli sull’era ibrida che si aprirà dal 2022

Maggiori dettagli sull'uso dell'ibrido

All'IAA Mobility di Monaco sono stati presentati dei dettagli ulteriori sulla rivoluzione ibrida al via dal WRC 2022, campionato che va verso un futuro sempre più sostenibile
WRC | Nuovi dettagli sull’era ibrida che si aprirà dal 2022

Dal prossimo anno il WRC entrerà in una nuova era, con le attuali World Rally Car che diventeranno vetture Rally1 dotate della tecnologia ibrida. Se è vero che parliamo di una innovazione già presente da anni nel mondo delle auto di serie, a cui il Mondiale Rally è arrivato con un certo ritardo e superando alcune diffidenze, è anche vero che la FIA intende proseguire per ulteriori passi verso una completa sostenibilità di questa serie.

Il punto sulla rivoluzione ibrida nel WRC e le nuove rally1

Se ne è parlato durante al salone europeo dell’IAA Mobility di Monaco di Baviera, dove erano presenti rappresentanti del WRC Promoter come l’amministratore delegato Jona Siebel, e della Federazione Internazionale come il direttore del settore Rally Yves Matton ed il direttore tecnico Xavier Mestelan Pinon, il quale ha illustrato nuovi dettagli sulla rivoluzione ibrida delle vetture da rally. Partiamo da ciò che sapevamo: le Rally1, dall’aerodinamica semplificata, saranno alimentate da un biocombustibile sviluppato da P1 Racing Fuels e monteranno inoltre un unità ibrida plug-in fornita in via esclusiva da Compact Dynamics, con una potenza da 100 kW, praticamente 136 cv, che si somma a quella prodotta dal motore termico da 1,6 litri (in teoria, si può arrivare quindi ad una potenza complessiva di 500 cv). La modalità totalmente elettrica avrà una autonomia di una ventina di chilometri, spendibile in primo luogo e a norma dei regolamenti tecnici nei tratti di trasferimento e nel parco assistenza.

Le centraline elettriche delle Rally1 saranno dotate di appositi software precaricati a disposizione dai team per regolare l’utilizzo dell’ibrido anche in determinati tratti delle prove speciali: l’utilizzo della spinta elettrica (e pare sia pure una notevole spinta, come ha testimoniato il tester di una di queste vetture, Matthew Wilson per M-Sport) è una delle questioni più dibattute riguardo il nuovo corso del WRC, e l’evento di Monaco è stato l’occasione per chiarire alcuni punti. 

L’utilizzo dell’ibrido nelle prove speciali

Sarà il pilota a dare l’input alla mappatura elettrica, manovrando sull’accelerazione e sul freno, e sarà adattato al suo stile di guida e al tipo e condizione di strada. Ciò significa in maniera pratica che in una prova speciale breve e con la batteria carica, premendo con il piede sull’acceleratore sarà erogata una quantità di energia elettrica più a lungo, mentre in una PS più lunga questa stessa quantità sarà ridotta. L’energia viene poi recuperata in fase di frenata e di rilascio dell’accelerazione. Nella modalità “Stage”, a regime durante una prova speciale, i piloti potranno in sintesi usufruire di tre mappe personalizzate, che daranno loro in ogni caso la possibilità di poter scegliere autonomamente come distribuire la potenza extra.

Mastelan Pinon ha spiegato che i piloti potranno inoltre attivare la potenza ibrida all’inizio di ogni prova per una decina di secondi (ovvero la modalità “Stage Start”) per accumulare la massima potenza, che però dovrà anche essere rigenerata durante la gara. In caso di imprevisto, il sistema ibrido entrerà in “modalità sicura”, con una potenza limitata. L’unità comunque dovrebbe sopportare impatti anche di 70 G, mentre la batteria impiegherà circa 30 minuti per una ricarica completa. Infine, un’enfasi particolare sarà posta sulla sicurezza: oltre alla nuova roll-bar che renderà le vetture più resistenti, sarà implementato un sistema luminoso e sonoro che avvertirà le persone intorno, in caso di incidente o uscita fuori strada, di stare lontano dalle Rally1 se esse potrebbero rappresentare un pericolo.

WRC verso la piena sostenibilità entro il 2030

L’obiettivo a lungo termine del WRC è arrivare comunque ad una serie a zero emissioni entro il 2030, andando oltre il ciclo di omologazione dell’ibrido che sarà di un triennio, e passando anche per un parco assistenza completamente alimentato da energie sostenibili. Al momento hanno dato l’adesione a questo nuovo corso del Mondiale gli attuali team in gara nel campionato, ovvero Toyota Gazoo Racing, Hyundai Motorsport (con la casa coreana che ha appena annunciato lo stop alla vendita di auto con motore termico dal 2035) e M-Sport.

L’interesse dei team per il WRC ibrido

Quest’ultima è stata la prima a presentare la propria vettura ibrida in gara dal 2022, la Ford Puma Rally1, e l’amministratore delegato del team britannico Malcom Wilson, presente anch’egli all’IAA Mobility assieme al resto dello stato maggiore di Toyota Gazoo Racing e Hyundai Motorsport, ha ammesso un certo interesse da parte delle squadre clienti nei confronti della nuova Puma. «Sono davvero lieto di affermare che c’è molto interesse da parte dei clienti di tutto il mondo, interessati all’acquisto o al noleggio di auto per il WRC, cosa che è fondamentale per noi rimanere effettivamente nel WRC ai massimi livelli. Speriamo di essere in grado di noleggiare alcune auto l’anno prossimo e di venderne altre. Storicamente abbiamo sempre venduto tra le otto e le quattordici vetture WRC all’anno, una parte importante del nostro modello di business e purtroppo negli ultimi quattro o cinque anni non è stato così», ha spiegato Wilson, riferendosi alle difficoltà finanziare di M-Sport negli ultimi tempi, acuite dalla pandemia. «C’è sicuramente più interesse per questa vettura rispetto all’auto attuale», conclude, come riporta AutoSport, che fa notare che anche lo stesso direttore del settore Rally in FIA Yves Matton aveva parlato di un interesse crescente da parte di squadre e costruttori nei confronti della nuova era ibrida del WRC, tanto da ipotizzare un numero di vetture Rally1 schierate il prossimo anno superiori alla decina.

Crediti Immagine di Copertina: Hyundai Motorsport

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