WRC | “L’ibrido e i biocarburanti nel Mondiale Rally valgono più delle prestazioni delle vetture”
Il parere di Yves Matton
Ci stiamo dirigendo verso l’inizio dell’era ibrida del WRC che si aprirà dal 2022, con i team che stanno iniziando o hanno già messo in archivio i primi test con i prototipi delle vetture Rally1 che soppianteranno le attuali World Rally Car dal prossimo anno.
Si concludono i primi test della nuova Toyota GR Yaris Rally1
M-Sport è stata la prima a far girare la sua nuova Ford Rally1 che monterà l’unità ibrida, tramite una serie di sessioni con a bordo Matthew Wilson, prima pilota al mondo a poter guidare la nuova generazione di queste vetture ex WRC. È seguita poi Toyota Gazoo Racing, con test altrettanto segretissimi nella sua base in Finlandia, nella zona di Jyväskylä: due giorni con il tester ufficiale del team Juho Hänninen incaricato a far macinare su sterrato i primi chilometri di quella che sarà la GR Yairs Rally1 2022, e che secondo una gola profonda sguinzagliata da DirtFish montava già l’unità ibrida vera e propria, capace di liberare 100 kW extra, come pare possano dimostrare delle evidenti prese d’aria ai lati della vettura «per raffreddare le batterie».
“Il WRC diventerà davvero attrattivo per i costruttori”
I test però, come abbiamo detto, sono ammantati da una coltre di mistero e di segretezza, come era ovvio attendersi. Trapelano comunque delle sensazioni positive da parte degli staff (e anche se qualcosa fosse andato storto, forse difficilmente ne avremmo avuto accortezza), e c’è un clima di attesa e di garbata eccitazione per questa nuova era che sta per schiudersi, come ha ammesso il direttore per il settore Rally in FIA Yves Matton ai microfoni di DirtFish: «Sono convinto che mai come prima d’ora il WRC sarà così attrattivo [per i costruttori]. Abbiamo svolto solo una parte del lavoro con l’auto ibrida. Ovviamente l’ibrido è qualcosa di positivo, ma credo che con esso più il carburante sostenibile avremo un campionato che sarà uno strumento di marketing adeguato per i costruttori. Questo era l’unico modo per avere un campionato con un futuro. Per convincere altri costruttori ad unirsi al WRC, dobbiamo avere gli strumenti giusti per loro: dobbiamo essere connessi a ciò che venderanno ai loro clienti domani. Questa è l’unica cosa importante».
“Non puntiamo alle prestazioni, ma ad un prodotto vendibile da parte dei costruttori automobilistici”
Matton si riferisce ad un’altra rivoluzione che verrà introdotta nel WRC dal 2022, ovvero un carburante totalmente basato su fonti bio e sostenibili anziché fossili, ed anche sintetiche, fornito da P1 Racing Fuels. Sarà un po’ una incognita per i costruttori, alle prese con un carburante inedito per i motori delle loro Rally1 omologati entro questa estate ed in funzione per il prossimo triennio. Ai dubbi su come esso potrà influenzare aspetti come la longevità e l’affidabilità dei nuovi motori, Matton ha risposto senza infingimenti: «Non voglio dire di più su questo argomento, perché ribadirei che ogni volta che introduciamo qualcosa, alcune persone si lamentano. E queste persone non lo stanno prendendo nel modo giusto; questa non è una notizia positiva. Stanno pensando alle prestazioni, ma noi non stiamo cercando le prestazioni. Cerchiamo invece un prodotto – il Campionato del Mondo Rally e le vetture in gara – da utilizzare come strumento da parte dei costruttori».
Le prestazioni, per Matton, non hanno peso rispetto al valore intrinseco di una serie rally di così alto livello che farà uso di biocarburanti e di motori ibridi (cosa che potrebbe alimentare qualche malumore mal sopito da parte degli appassionati duri e puri dei rally, nostalgici di anni ruggenti come i motori estremamente performanti che un tempo montavano le vetture). «Ci sono prestazioni sufficienti per quanto riguarda le Rally1. E anche se perderemo un po’ di performance con questo carburante, la cosa non avrà importanza».
Crediti Immagine di Copertina: Samuli Matilainen
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