Dal WRC al CIR: tempi duri per i rally tra pandemia ed incertezze

La pandemia colpisce anche i rally, ancora una volta

Anche la stagione 2021 dei rally sembra sotto scacco del virus: dal WRC al CIR, passando per l'ERC e i vari campionati nazionali, difficoltà ed incertezze sono all'ordine del giorno
Dal WRC al CIR: tempi duri per i rally tra pandemia ed incertezze

Quella della pandemia è un’onda lunga che non ha solo travolto un disgraziato 2020, ma sta propagando i suoi effetti anche su quest’anno e forse potrebbe riverberarsi in quelli successivi. Al di là delle restrizioni e del nuovo stile di vita sanitario che ancora per un po’ vivremo, preoccupano le conseguenze economiche e i relativi tempi di recupero, soprattutto alla luce di un virus che, nonostante l’arrivo dei vaccini, tiene ancora duro, lanciando pure la controffensiva delle mutazioni.

Rinvii e cancellazioni nelle serie rallistiche nazionali ed internazionali

Questa premessa vale anche per il motorsport ed ovviamente per i rally, sia per quanto riguarda i campionati che per chi investe in questo mondo ed i suoi protagonisti. Partiamo dal primo caso: se il WRC 2021 è riuscito a partire per il rotto della cuffia con un Rallye di Monte Carlo in bilico sino all’ultimo, e proseguirà con una gara  – l’Arctic Rally Finland – che ne rimpiazza un’altra, il Rally di Svezia, per l’ormai ovvio motivo della pandemia, altre serie non se la stanno passando proprio benissimo. L’ERC, la controparte europea, ha dovuto modificare la prima parte del suo calendario con una partenza slittata di qualche mese, mentre altre competizioni nazionali sono un po’ in sofferenza: in Francia non passa giorno che ci sia qualche appuntamento nazionale o regionale costretto ad essere pesantemente modificato (come il Rallye du Touquet che a marzo aprirà la serie Asfalto), se non direttamente spostato o annullato, mentre in Irlanda è stato cancellato di netto l’intero Campionato Nazionale Asfalto.

Il Campionato Italiano Rally 2021 ancora in sordina

In Italia per ora le date sono tutte confermate, pur con gare che potrebbero essere accorciate o senza spettatori. Preoccupa più che altro la partecipazione, se pensiamo in particolare alla competizione regina del Campionato Italiano Rally, dove al momento tutto tace e non ci sono novità di grosso calibro su team ed equipaggi. Nonostante dallo scorso anno la serie metta in palio il titolo Costruttori a tutti i marchi, e non solo alle grandi case iscritte (per ovviare ad un fuggi fuggi che già in tempi prepandemici si iniziava a delineare), al momento non si muove nulla. Persino il campione italiano uscente, Andrea Crugnola, al momento tiene nascoste le sue carte perché – ha ammesso – non ha per ora novità sulla sua stagione. Il combinato disposto tra il famigerato caso forature che mise sotto scacco l’edizione 2019 (e per il quale attendiamo ancora la parola fine) e il successivo irrompere del Covid-19 hanno piegato il CIR, che oggi sembra un nobile decaduto dopo i fasti del non tanto lontano passato. E se pare ci possa essere un travaso di big verso il CIR Terra, già in atto dalle recenti stagioni, restiamo comunque in attesa che ci siano novità che possano smentirci, a poco più di un mese dalla partenza del CIR 2021.

WRC, nel 2022 solo un costruttore ufficiale in gara?

Chiudiamo questo nostro excursus sullo stato delle competizioni rally tornando al WRC, perché se Atene piange, Sparta mica ride. Yves Matton, a capo del settore Rally per la FIA, in una serie di dichiarazioni riportate su DirtFish ha ritenuto che non prima del 2022, stagione da cui partiranno i nuovi regolamenti tecnici e l’ibrido nelle vetture in gara, possano entrare nuovi costruttori. Ciò significa che anche il prossimo anno potremmo ritrovarci con due marchi ufficiali, Toyota e Hyundai, e uno che continua a partecipare in via semiufficiale, ovvero Ford con il suo team M-Sport. Peccato però che la stessa Hyundai stia attualmente valutando quanto possa convenire far parte della rivoluzione ibrida che partirà dal 2022 con la sua squadra ufficiale: se dalla casa coreana venisse stabilito che non ne varrà la pena, il prossimo anno potremmo ritrovarci con la sola Toyota come marchio ufficiale in gara. Altro effetto indiretto della pandemia e della crisi economica associata, nonché un brutto colpo per un WRC che negli ultimi anni è cresciuto in termini anche di interesse del pubblico. Come dicevano i latini, mala tempora currunt sed peiora parantur.

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