ERC | Quale futuro per Alexey Lukyanuk? Il russo ottimista dopo la vittoria al Rally Fafe Montelongo
Lukyanuk dopo le preoccupazioni per il suo budget
Alexey Lukyanuk è sempre più leader dell’ERC 2020 dopo due vittorie in tre appuntamenti disputati quest’anno. Ma pur godendo di questi successi e di un vantaggio in classifica di ben 42 punti sul diretto inseguire Oliver Solberg, il russo del team Saintéloc Junior rischia, come abbiamo visto di recente grazie ad una sua diretta ammissione, di chiudere qui la sua stagione e non lottare per il titolo a causa dell’esaurimento dei fondi a sua disposizione per poter correre.
Lukyanuk: “Sono abituato a lottare con i problemi di budget”
Lukyanuk, che questo weekend ha vinto assieme al navigatore Dmitry Eremeev il Rally Fafe Montelongo a bordo della Citroen C3 R5, ha recuperato tuttavia un po’ di ottimismo sulla spinta proprio del successo nella tappa portoghese del campionato europeo rally. Il russo ha spiegato su DirtFish che solo nel 2018 ha avuto a disposizione il budget necessario per poter disputare una stagione completa (dove vinse tra l’altro in quella occasione il titolo ERC), mentre in genere naviga a vista, cercando la liquidità necessaria per arrivare sino in fondo. «In qualche modo siamo sopravvissuti sino ad ora, quindi credo che la nostra posizione e le nostre performance quest’anno dovrebbero aiutarmi ad avere più successo con le mie attività [commerciali]».
Certo, Chris Ingram ha avuto i suoi stessi problemi lo scorso anno, poi riuscì anche in maniera mediatica a costruirsi il budget per gli ultimi due round dell’ERC e vincere il titolo. Peccato che a questo successo non sia conseguito il salto di livello per il campione britannico, che sperava di poter entrare nelle categorie di supporto del WRC. E se è per questo, ad oggi, non si è visto neppure ritornare nell’Europeo Rally (ed è un peccato).
“Preferisco restare nell’ERC”
Lukyanuk non ha questo tipo di ambizioni, almeno per ora. «Assistiamo ad una crescita del numero di ragazzi che hanno programmi enormi di test, il livello della concorrenza sta crescendo. Se guardiamo indietro a cinque anni fa vediamo che la situazione è molto diversa. Per essere a quel livello, abbiamo sicuramente bisogno di una forte preparazione da tutte le parti. E non è come stare lì ad aspettare di salire di livello nel WRC2, perché conosco le nostre capacità in base al budget in quel contesto. Resterei fedele all’ERC, perché per me rappresenta ancora una bella sfida», ammette il russo, che rivela di apprezzare molto il campionato di quest’anno.
Lukyanuk e lo scetticismo sulla nuova classe Rally3
Ed assicura di non provare interesse per la nuova realtà Rally3, una classe di vetture studiata dalla FIA per offrire un compromesso ai costruttori tra costi e performance, e che potrebbe far parte dei campionati cadetti del WRC. «Per me non è assolutamente interessante guidare un’auto a quattro ruote motrici davvero sottodimensionata. Mi sembrerebbe una cosa strana. Normalmente vuoi controllare l’auto con l’acceleratore, e più ce l’hai sotto il piede destro, più diventa gioioso e interessante», spiega Lukyanuk, noto anche per un’indole da rallista abbastanza spericolato.
«In termini di budget, certamente una R5 è costosa e in tal caso, questa classe Rally3 potrebbe essere di qualche utilità . Mi piacerebbe vedere la vettura, provarla, vedere come va, ma ho qualche sospetto che non sarà così eccitante da guidare», prosegue. «Certo, quando hai vetture simili nella competizione è sempre una sorta di eccitazione, ma quando guidi un’auto da rally, vuoi essere elettrizzato sempre in ogni curva, in ogni rettilineo e in ogni tratto di gara. In particolare, al Rally Fafe pensavo tra me e me ad ogni inizio della tappa “Ma quanto è fantastica questa auto? Quanto è potente? Che gioia lanciarsi nelle prove con essa”. Ma quando arranchi nelle PS non so quanto possa essere divertente. Ad ogni modo, apprezzo il lavoro che le persone fanno per sviluppare nuove classi, trovare nuove opportunità e magari soluzioni di mercato. Aspettiamo e vediamo».
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