Il paradosso di Chris Ingram, in testa all’ERC ma senza fondi per finire la stagione

Ingram costretto a raccogliere fondi

L'emblematico caso di Chris Ingram: leader nell'ERC, rischia di non partecipare alle ultime due gare di stagione poiché il suo sponsor si è tirato indietro. La madre lancia perciò una raccolta fondi su un sito
Il paradosso di Chris Ingram, in testa all’ERC ma senza fondi per finire la stagione

Nel motorsport la carriera di un pilota non dipende solo dal talento e dall’ambizione che lo sostiene, ma anche – e a volte soprattutto – dal supporto economico da parte di sponsor ed investitori interessati a finanziare la sua carriera. Chris Ingram, giovane rallista di professione, sta vivendo sulla propria pelle come il vil denaro rappresenti l’ingranaggio che, se assente, può inceppare in maniera perentoria ogni sua velleità di scalata ai titoli.

Le ambizioni di Chris Ingram

Il britannico è attualmente impegnato nel FIA ERC, il campionato europeo che attualmente lo vede in testa alla classifica a due gare dal termine della stagione. Pur avendo un margine di un solo punto di vantaggio (108 a 107) sul diretto inseguitore nonché campione ERC uscente Alexey Lukyanuk, Ingram si sta giocando l’opportunità di essere il primo trionfatore continentale rally di origine britannica da cinquant’anni a questa parte (l’ultimo fu Vic Elford nel 1967), oltre ad essere il secondo più giovane nell’albo d’oro dell’ERC dopo Esapekka Lappi, campione a 23 anni nel 2014. «Contribuire a scrivere un po’ di storia è l’ambizione che coltivo da una vita», ha dichiarato recentemente alla BBC il pilota venticinquenne. «Ogni mattina, quando mi sveglio, rivolgo il pensiero a questa impresa».

L’alfiere della Toksport WRT, però, deve fare i conti con la realtà. In questa stagione Ingram era in corsa, oltre che per il titolo europeo assoluto, anche per il FIA ERC1 Junior, competizione parallela riservata agli Under 28 a bordo delle vetture di classe R5. Il britannico si era ritrovato, alla vigilia dell’ultimo atto del format che ha concluso il proprio calendario al precedente Barum Czech Rally Zlín, in testa nell’ERC1 Junior ma tallonato dal diretto contendente per il titolo Filip Mareš. Ebbene, il ceco ha poi vinto nella prova di casa tra gli Under 28 battendo Ingram di soli tre decimi di secondo dopo una gara molto tirata, incerta ed accesa tra i due.

Per il britannico guidato alle note da Ross Whittock non si è trattato solo di un obiettivo mancato in maniera così beffarda (pur consolandosi con la vetta della classifica ERC assoluta certificata dopo il Barum Czech Rally), ma dello smacco di non potersi aggiudicare il ricco premio in palio per i Junior sotto i 28 anni, ovvero un assegno di 100.000 euro da destinare alla copertura dei costi del proseguimento della sua stagione, con la possibilità di poter quindi correre tranquillo nel prossimo appuntamento del Rally di Cipro, a fine settembre, e in quello finale del Rally di Ungheria a novembre.

Una bella batosta per le ambizioni del nostro Ingram, perché se è vero ciò che diceva il generale americano Charles C. Noble, ovverosia «è necessario avere obiettivi a lungo termine per non rischiare di essere frustrato da fallimenti a corto raggio», il giovane pilota rischia di subire delle pesanti conseguenze sui suoi obiettivi globali per via della disfatta nell’ERC1 Junior. Il forfait dello sponsor infatti sarebbe stato ammortizzato dai 100.000 euro che gli avrebbe blindato il resto della stagione, ed invece Ingram rischia seriamente di concludere anzitempo la sua annata, senza potersi giocare sino in fondo uno storico titolo europeo.

La raccolta fondi della madre di Ingram

E qui entra in gioco la parentela del britannico, ovvero la madre, che ha lanciato in questi giorni sulla piattaforma di crowdfunding Gofundme una raccolta fondi per sostenere il cammino del figlio (se volete mettervi una mano sulla coscienza e l’altra sul portafoglio, potete contribuire andando andando all’indirizzo https://bit.ly/2krYtY1): al momento sono stati racimolati 10.380 sterline su un obiettivo di 25.000.

Così recita l’accorato appello della madre di Ingram sul sito: «Cari tutti, mio figlio Chris Ingram da Manchester ha dedicato la sua vita a diventare Campione di rally e con il suo co-pilota Ross Whittock è primo nel FIA European Rally Championship. I ragazzi stanno ora soffrendo molto la mancanza di fondi, dato che il loro sponsor principale all’ultimo minuto se n’è andato. […] Chris non era d’accordo su questa cosa, ma molte persone hanno commentato sulla pagina facebook di Chris che avremmo dovuto aprire una pagine di raccolta fondi […]. [Ingram e Whittock] dovrebbero guidare la vettura con il numero 1 al Rally di Cipro, che era stato vinto in passato dagli eroi di Chris, Colin McRae e Sébastien Loeb. […] Chris deve raccogliere 25.000 sterline per ogni gara, e sta lavorando per trovare sponsor ogni giorno. […] Saremmo grati a tutti coloro che volessero aiutarci, in qualsiasi modo».

Al di là dell’esemplare cuore di mamma, si intuisce che le prossime gare per Ingram avranno un significato particolare che va oltre la caccia allo storico titolo. Tra l’altro, il britannico non è tipo da lasciare nulla al caso visto che sul suo sito ufficiale dichiara nel proprio manifesto di intenti, da sottoporre all’attenzione degli sponsor, la lista degli obiettivi per i prossimi anni non intesa solamente come competizioni a cui vuole partecipare, ma direttamente vincere: campione WRC2 nel 2020, ingresso nel WRC delle vetture Plus l’anno dopo e titolo mondiale nel 2023. Una ascesa che lo dovrebbe spingere a coronare un percorso partito dalle classi R2 sino all’empireo del mondo rally.

L’ERC è attrattivo per gli sponsor?

Eppure, nonostante la sua cartella di presentazione agli sponsor certifichi sino a novembre dello scorso anno un valore potenziale di due milioni di sterline, derivato dall’esposizione degli sponsor sui media nelle gare a cui ha partecipato, Ingram non sembra trovare al momento l’interesse di qualche realtà disposta a supportarlo e magari vedere il proprio marchio impresso, ad esempio, dalle aree hospitality Skoda durante le gare. Già durante quest’anno Ingram ha lavorato costantemente per trovare sponsor disposti a sovvenzionare non solo la sua carriera, ma la possibilità di disputare una stagione completa (cosa che sino ad ora è avvenuta): eppure le difficoltà che trova sono indicative della prudenza, per non dire scetticismo, degli investitori nei confronti di un pilota che partecipa ad un campionato che, diciamocela tutta, non è poi così attrattivo.

L’ERC pare un vaso di coccio stretto tra il WRC e i vari campionati nazionali, un interregno che nel corso dei tempi ha visto restringere il proprio calendario passato nel 2017 da dieci ad otto gare, perdendo anche pezzi pregiati come l’Acropolis Rally (la crisi continua a pestare in Grecia) e nonostante la presenza dal 2013 di un promotore come Eurosport. Certo, sono molti i fattori che determinano il successo o il fallimento di una competizione sportiva, ma sta di fatto che l’Europeo Rally, pur dotato di gare dall’alto tasso adrenalinico e tecnico, oltre che spettacolari (come il Rally delle Azzorre, ma anche il Barum Czech Rally), non spicca come dovrebbe.

Probabilmente questo è uno dei motivi per cui Ingram non riesce a trovare sponsor per il resto della sua stagione, al punto che per salvarla e mantenere vive le sue ambizioni è costretto a farsi sovvenzionare da una specie di azionariato popolare. Volendo, anche così il britannico fa la storia, ma non come se la immaginava.

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