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ELMS | Coronavirus, DragonSpeed e il difficile rientro a casa: “È stato folle”

#21 Oreca 07 - Gibson / DRAGONSPEED / Henrik Hedman / Ben Hanley / James Allen

Con la pandemia di Coronavirus che ha colpito tutto il mondo, la squadra ad essere messa maggiormente in difficoltà è stata DragonSpeed. La squadra statunitense, che ha sede a Indianapolis e a sud della Francia, è riuscita a far rientrare tutti i membri, le auto e il materiale.

Tre team impegnati nello stesso weekend

Un’operazione logistica molto complessa quella di DragonSpeed, attiva in tre campionati: infatti, le due Oreca 07 Gibson LMP2 erano rispettivamente ferma a Sebring (per il test dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship) e a Barcellona (per delle prove dell’European Le Mans Series), mentre la monoposto Dallara dell’IndyCar a St. Petersburg per la prima tappa del campionato, poi annullata. Con il divieto dei voli imposto dal Governo statunitense, la squadra era praticamente bloccata. «Avevamo tutto pronto a St. Petersburg e le auto assemblate a sud della Francia e a Indianapolis per i weekend seguenti. È stato folle» ha detto Elton Julian, Team Principal di DragonSpeed, a Sportscar365. «All’inizio, l’impresa più grande era riportare tutti a casa dalle loro famiglie. Siamo riusciti nell’intento con l’aiuto di diverse agenzie e di altre persone chiave, è stato un vero sollievo. Ci siamo riusciti due giorni fa».

Ancora da recuperare tutto

DragonSpeed è uno dei team privati più grandi e maggiormente coinvolto a livello internazionale, con oltre 30 membri disponibili in qualsiasi momento. «Quasi tutto è tornato nelle loro rispettive sedi. Abbiamo lasciato le pompe di rifornimento a sud della Florida in previsione di Sebring e dobbiamo andarle a recuperare. Tutti i team esclusi quelli di fabbrica, siamo l’unico che ha più sedi internazionali».

Copyright foto: Jakob Ebrey Photography

Luca Basso:
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