WRC | Rally Turchia 2019: anteprima ed orari
Guida al Rally Turchia 2019
Archiviata la breve incursione su asfalto della prova precedente, il WRC 2019 torna sui fondi sterrati in occasione del Rally di Turchia, undicesima gara della stagione e dodicesima edizione di una prova che solo recentemente è ritornata nel programma del Mondiale Rally.
Breve storia del Rally Turchia
Infatti l’anno scorso il Marmaris Rally Turkey (dal nome della località sul Mar Egeo dove risiederà il parco assistenza) venne ripristinato nel calendario iridato dopo un’assenza di otto anni. Si tratta di un appuntamento dalla storia giovane, ancora più giovane (e rapida…) se consideriamo la sua presenza nel WRC. La prima edizione del Rally di Turchia è del 2000, sebbene le gare di questo tipo si sono corse nel Paese ottomano sin dagli anni Settanta. Alla fine del ventesimo secolo gli organizzatori iniziarono a considerare l’opportunità di candidare l’evento per il Mondiale: la FIA approvò e nel 2003 il Rally di Turchia divenne una prova WRC. In questo decennio la competizione si svolgeva dalle parti delle città di Antalya (o Adalia) e Kemer, nel sud-ovest del Paese, presso due località spiccatamente turistiche e dalle parti delle costa. Dopo aver saltato le stagioni 2007 e 2009, il rally trovò una nuova casa più a nord, in prossimità della regione più asiatica della Turchia e con un il nuovo fulcro dell’evento ad Istanbul. Poi un altro stop a cui seguirono gli anni nell’IRC, prima di tornare nel calendario iridato 2018, con un percorso completamente nuovo ed inedito.
Manco a dirlo, il recordman di vittorie nell’evento turco versione iridata è Sébastien Loeb con tre tre successi (2004 e 2005 con la Citroën Xsara WRC, 2010 con la C4 WRC), mentre il primo a conquistare il Turchia nel suo primo anno nel WRC fu Carlos Sainz. Ultimo trionfatore nell’albo d’oro è Ott Tanak, al suo terzo successo consecutivo in altrettanti tre round di quell’anno.
Rally Turchia 2019: caratteristiche e percorso
Se è vero che ogni tappa del Mondiale WRC fa storia a sé anche in termini di difficoltà, anche il Rally di Turchia occupa un posticino tutto suo in base a quanto esige dagli equipaggi in termini non tanto di velocità, quanto di guida intelligente ed accorta: sterrati a dir poco aspri, rocciosi e lenti, un po’ Rally Italia Sardegna e un po’ Rally dell’Acropoli. Il tutto condito con temperature da fine estate ma che possono toccare senza problemi i trenta gradi nel distretto di Marmaris. Logico che tutto questo possa far soffrire, oltre i piloti e copiloti, anche i motori delle vetture, senza dimenticare i freni messi sotto sforzo e l’impianto di trasmissione. Inoltre, ad ogni passaggio delle auto il fondo diventa più insidioso, e considerando tutte queste caratteristiche ed il caldo è inevitabile immaginare come gomme dure possano essere la scelta più logica, da combinare in caso di necessità con le medie.
Certo, l’anno scorso gli iscritti alla prova dovevano fronteggiare una difficoltà in più, ovvero un percorso mai visto prima d’ora e fare perciò totale affidamento alle note prese durante la ricognizione. Acqua passata, visto che a parte qualche aggiustata e qualche piccola novità il tracciato rimane più o meno lo stesso. Si parte giovedì 12 con lo shakedown di Değirmenyanı – İçmeler nella mattina, per poi proseguire nel tardo pomeriggio con la Cerimona di Partenza nella località di Marmaris e l’immancabile prima prova speciale cittadina, la Marmaris Meydan da 2 km.
Si entra nel vivo venerdì 13, dove ci sono le prime piccole differenze rispetto l’anno scorso: la İçmeler che veniva proposta nel 2018 alla seconda tappa anticipa e compare subito nel primo giorno, mentre restano al loro posto, ma disposte in un ordine diverso, la Ula e la Çetibeli. Da notare che la prima tappa, pur composta da sei prove speciali (nel format tre nel mattino da ripetere nel pomeriggio), è la più lunga del programma con ben 160 km da affrontare, con la lunga Çetibeli (38,15 km) che spicca tra le altre.
Sabato 14 si va alla volta dell’ovest rispetto a Marmaris, dove ci saranno ad attendere gli equipaggi altre sei prove speciali e le prime vere novità. Nel mattino si comincia con la Yeşilbelde da ben 33 km, si prosegue con la più breve e panoramica Datça e si chiude con la nuova Kizlan, da percorrere lungo la costa. Nel pomeriggio le tre prove verranno ripetute nello stesso ordine: ricordiamo che l’anno scorso fu proprio la seconda giornata a rivoluzionare la classifica del Rally Turchia, lanciando Ott Tanak verso la vittoria.
Infine si chiude domenica 15 settembre con le ultime quattro PS dislocate a nord-est del quartier generale, con lo spostamento della Çiçekli dalla prima tappa nel 2018 alla fase finale quest’anno (e che rispetto alla passata stagione dovrà essere percorsa in senso inverso), e la Marmaris da ripetere due volte (la seconda chiuderà il programma e varrà come Power Stage). In tutto 17 prove speciali per percorso compatto che conta in tutto 986,28 km, di cui 309,86 validi come gara vera e propria.
Rally Turchia 2019: programma ed orari
Orari secondo il fuso italiano
-Giovedì 12 Settembre
09:00-12:30 – Shakedown (Değirmenyanı – İçmeler) 4,70km
17:00 – Cerimonia di Partenza (Marmaris Meydan)
19:08 – SSS 1 Marmaris Meydan 2,00 km
-Venerdì 13 Settembre
05:30 – Service A (Asparan)
07:08 – SS 2 İçmeler 1 24,85 km
08:31 – SS 3 Çetibeli 1 38,15 km
09:54 – SS 4 Ula 1 16,57 km
12:14 – Service B (Asparan)
13:17 – SS 5 İçmeler 2 24,85 km
14:40 – SS 6 Çetibeli 2 38,15 km
16:03 – SS 7 Ula 2 16,57 km
18:08 – Service C (Asparan)
-Sabato 14 Settembre
06:57 – Service D (Asparan)
07:50 – SS 8 Yeşilbelde 1 33,00 km
09:08 – SS 9 Datça 1 8,75 km
10:06 – SS 10 Kızlan 1 13,30 km
11:32 – Service E (Asparan)
12:50 – SS 11 Yeşilbelde 2 33,00 km
14:08 – SS 12 Datça 2 8,75 km
15:06 – SS 13 Kızlan 2 13,30 km
16:27 – Service F (Asparan)
-Domenica 15 Settembre
07:55 – Service G (Asparan)
08:38 – SS 14 Marmaris 1 7,05 km
09:36 – SS 15 Gökçe 11,32 km
10:24 – SS 16 Çiçekli 13,20 km
12:18 – SS 17 Marmaris 2 [Power Stage] 7,05 km
Come vedere il Rally Turchia 2019
Come di consueto, anche il Rally di Turchia sarà trasmesso con le prove selezionate per la diretta e gli highlights sulla piattaforma DAZN, disponibile sulle smart tv abilitate e sui dispositivi compatibili. Inoltre, dal 21 settembre gli abbonati Sky con un pacchetto Sport e Calcio che detengono da almeno tre anni potranno vedere gratuitamente DAZN1, il canale creato apposta per la tv satellitare (altrimenti si può fare l’abbonamento con un prezzo di favore, 7,99 euro anziché il costo standard di 9,99 euro).
Su internet il Rally di Turchia avrà anche la copertura offerta da Red Bull TV tramite il sito ufficiale del servizio, con highlights, oppure si può scegliere l’alternativa completa offerta dal canale ufficiale WRC + All Live, che offre a pagamento molti contenuti esclusivi, oltre alla dirette.
Rally Turchia 2019: gli equipaggi in gara
Non tira una bella aria dalle parti del Rally di Turchia, visto che ogni tanto spunta la voce che il ritorno di questa prova nel calendario WRC possa avere vita breve. Certo non depone a favore di questo evento il fatto che molti equipaggi quest’anno disertino: solo 29 gli iscritti confermati, rispetto ad una media di una sessantina degli ultimi appuntamenti. Escludendo le quattro grandi case costruttrici in corsa per i titoli, il resto della compagine impegnata nelle categorie inferiori non si presenta in massa preferendo conservare forze, vetture e budget e puntare sui prossimi appuntamenti. Non aiuta inoltre il fatto che manchi una forte tradizione rallistica nel Paese, non al livello di altre realtà almeno.
Vediamo intanto la situazione nel campionato maggiore, dove svetta al momento Ott Tanak con 33 punti di vantaggio sul primo inseguitore, Thierry Neuville. L’anno scorso l’estone ottenne proprio in Turchia la terza vittoria consecutiva della stagione (quarta considerando anche il successo al Rally Argentina), iniziando la sua trasformazione da outsider a serio pretendente per il titolo. Campionato che poi andò invece a Sébastien Ogier, che oggi langue al terzo posto a 7 punti da Neuville e ben 40 dalla vetta, a dimostrazione del fatto che Tanak quest’anno è diventato a tutti gli effetti l’uomo da battere anche per il sei volte iridato mondiale.
E l’estone di Toyota Gazoo Racing sta ripetendo il copione del 2018, vincendo ora come allora in successione il Rally Finlandia ed il precedente Rally Germania, dove sono saliti sul podio tutti gli equipaggi del team di Tommi Mäkinen (una tripletta che non avveniva dalla stagione 2015, in cui l’allora squadrone di Volkswagen conquistò le prime tre posizioni con i suoi uomini in ben tre appuntamenti del WRC). Un successo che ha contribuito a rilanciare le ambizioni di Toyota per il titolo costruttori: sebbene in vetta ci sia sempre Hyundai Motorsport con 289 punti, il team nipponico con base in Finlandia insegue a sole otto lunghezze di distanza, mentre Citroen non si schioda dal terzo posto con 216 punti.
In Turchia rivedremo ovviamente Tanak assieme ai compagni di squadra Jari-Matti Latvala e Kris Meeke, sebbene l’estone sia quello con la mentalità più tarata per vincere, la giusta dose di sangue freddo e la perfetta simbiosi con la vettura a delineare i suoi pregi rispetto agli altri due compagni di squadra. L’anno scorso edificò la sua vittoria nella gara turca nella seconda giornata, foriera di molti colpi di scena che misero fuori gioco alcuni dei suoi avversari più titolati e limitandosi a controllare nella tappa finale per siglare il successo. Quest’anno il rally turco non sarà più una novità assoluta per tutti, ma Tanak (che è andato a podio in sette appuntamenti quest’anno, vincendone cinque) sta talmente prendendo il largo che se allunga ancora un po’ in classifica diventa sempre più arduo riprenderlo. Inoltre Toyota cala un ulteriore asso ovviando ad un problema ai freni della Yaris WRC che ha causato qualche grattacapo a Tanak in Germania: probabilmente si trattava di un imprevisto latente e che si è manifestato solo nell’ultimo appuntamento del Mondiale, impedendo all’estone il pieno di punti extra nella Power Stage. D’altronde, avrà pure vinto in Germania, ma cinque punticini in più nella lotta per il titolo avrebbero fatto molto comodo a Tanak.
Neuville deve darsi da fare per non rischiare di finire ancora una volta una stagione da vicecampione, o peggio, farsi riprendere da Ogier. Dopo il podio al Rally del Portogallo, per il belga di Hyundai Motorsport (che in Turchia schiererà anche Andreas Mikkelsen e Dani Sordo) sono arrivati una serie di piazzamenti sì in zona punti, ma senza acuti di rilievo. Pensare che proprio sugli asfalti tedeschi del round precedente si stava giocando la vittoria finale contro Tanak, per poi dover arretrare obtorto collo per una foratura, chiudendo alla fine al quarto posto. Peggio sta andando ad Ogier, entrato in una fase di crisi anche lui dopo il Portogallo: tra la sfortuna e una Citroen C3 WRC che non lo aiuta come lui desidererebbe (è il caso di quanto avvenuto al Rally di Germania) il francese nella seconda parte di quest’anno sino ad ora non se la sta vedendo benissimo, e neppure la sua squadra che paga per la classifica costruttori il fatto di dover schierare quest’anno solo due vetture, aggrappandosi spesso alle prestazioni di Ogier: ma quando manca lui, la situazione precipita.
E questo nonostante Esapekka Lappi (l’altro Citroen) sia tutto fuorché un brocco, piuttosto un talento ancora non del tutto esploso. Ma anche lui è stato piegato dalla sfortuna e da alcune performance non all’altezza e non sostenute dalla vettura, se si escludono sparuti exploit come i due secondi posti al Rally di Svezia ed in casa sua in Finlandia. Inevitabile il fatto che entrambi gli equipaggi dovranno suonare la carica in Turchia, giovandosi magari del fatto che la C3 WRC (aggiornata recentemente soprattutto nel motore) abbia dato ottima prova di sé più sui sterrati che su asfalto, e contando magari su una posizione di partenza meno infelice rispetto agli altri rivali.
Infine, la lotta nel Mondiale WRC vede ormai definitivamente ai margini M-Sport, quarta nella classifica costruttori, che schiererà Teemu Suninen e Pontus Tidemand sulle Ford Fiesta WRC: come abbiamo raccontato qualche giorno fa, l’infortunato Elfyn Evans salterà anche questo turno per ripresentarsi all’evento di casa, il Rally del Galles previsto dopo la Turchia. Il suo sostituto nelle ultime due gare, Gus Greensmith, tornerà sulla Fiesta R5 per difendere la propria posizione nel WRC2 Pro. Chiaro che questa stagione per M-Sport è stata null’altro che interlocutoria dopo i fasti del passato, che il team di Richard Millener spera di riproporre visto che si vocifera di un corteggiamento nei confronti del figliol prodigo Tanak, in scadenza di contratto con Toyota.
Nel WRC2 Pro, a parte Greensmith, rivedremo ovviamente il leader Kalle Rovanpera sulla nuova Skoda Fabia R5, reduce da quattro vittorie di fila e il podio al precedente Rally Germania, ottenuto a seguito di una uscita di strada mentre stava controllando per un quinto trionfo consecutivo. Stessa vettura per Jan Kopecký, vincitore nell’appuntamento precedente in terra tedesca.
Nel WRC2 svetta Nikolay Gryazin, sempre sulla nuova Fabia R5, attuale primo in classifica con quattro punti di vantaggio su Benito Guerra, altro pilota Skoda: rivedremo in Turchia però solo il russo, che potrà quindi avere la possibilità di allungare, assieme a Kajetan Kajetanowicz, Henning Solberg, Paulo Nobre, Marco Bulacia e un drappello di altri piloti, tra cui il nostro “Pedro” e Fabio Andolfi, ripresosi dopo l’incidente avvenuto al Rally di Germania. Il savonese però non avrà al suo fianco per le note Simone Scattolin, atteso da un periodo riabilitativo, ma Emanuele Inglesi. Tra gli italiani, anche Fabrizio Bentivoglio Arengi su Skoda Fabia R5 e Carlo Covi sulla Peugeot 208 R2.
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