WRC | Come si potrà usare il sistema ibrido nel campionato 2022? La FIA prova a fare chiarezza
I dubbi sull'uso dell'ibrido
I team del WRC stanno portando avanti i test con le vetture Rally1 ibride che dal 2022 soppianteranno le attuali World Rally Car, e che si presenteranno con una serie di novità tecniche e regolamentari a partire dall’ovvia transizione ecologica dei mezzi. Tuttavia, se da una parte la coltre di incertezza sugli aspetti tecnologici è meno fitta, restano ancora incertezze su quelli relativi ai regolamenti sportivi. In pratica, quando si potrà usare la propulsione elettrica della batteria che fornisce 100 kW, vale a dire 136 cv in più?
Si è parlato dello sfruttamento del sistema a zero emissioni nei tratti di trasferimento tra le prove speciali, ma si era fatta strada anche la voce di un uso anche nelle stesse PS, tipo Power Boost (cosa che però aveva fatto storcere il naso a piloti come Thierry Neuville, preoccupati per la gestione di un surplus di potenza all’interno delle prove da rally, non certo lo stesso contesto di una gara su pista, nonostante la cella di sicurezza omologata FIA per gli abitacoli sarà più resistente).
Matton: “La parte elettrica si userà nei tratti stradali, e in determinate condizioni nelle PS”
A fare un po’ più di chiarezza ci ha pensato una voce autorevole in seno alla Federazione Internazionale quale è quella di Yves Matton, a capo del settore Rally. Su AutoSport l’ex team principal di Citroen ha infatti spiegato «i principi fondamentali»: «Essenzialmente [la potenza extra] verrà utilizzata su alcuni tratti stradali in modalità completamente elettrica», quindi nei tragitti di trasferimento. Ma, aggiunge Matton, si potrà usare anche all’inizio della prova speciale, «dove si avrà sia l’ibrido che il motore a combustione interna che daranno piena potenza, e poi in determinate condizioni verrà utilizzato nella PS per dare alla vetture delle prestazioni in più, seguendo dei programmi che i team saranno in grado di mettere a punto. Non ci sarà un pulsante per attivare l’extra boost, sarà più un software e solo in determinate condizioni si potrà avere la potenza ulteriore. Ci saranno una serie di strategie diverse che si potrà scegliere, ma il pilota non sarà in grado di impostarle da solo», puntualizza il dirigente FIA, che poi aggiunge: «Il sistema su cui stiamo lavorando è per tutte le PS», in qualunque condizione. Insomma, i contorni dell’uso del sistema ibrido restano ancora un po’ fumosi, lanciando la palla nel campo dei team pur togliendo la piena responsabilità ai piloti, ma intanto si iniziano a fissare dei paletti.
“Con le Rally1 ibride siamo un po’ in ritardo, ma saremo pronti per il 2022”
Tutti e tre i team hanno iniziato i loro test con le nuove Rally1 ibride, a cominciare da M-Sport, i primi in assoluto, seguiti a ruota da Toyota Gazoo Racing e poi da Hyundai Motorsport, offrendo ognuno un primo sguardo sui prototipi dell’auto che verrà. L’enfasi è stata data ai test su sterrato, perché come ha spiegato Matton si vuole provare il mezzo «nelle condizioni più impervie per vedere eventualmente cosa potrebbe non andare». Il capo del settore Rally ha quindi concluso che il feedback ricevuto sino ad ora «è positivo da parte di piloti e team» (Malcom Wilson, amministratore delegato di M-Sport, è entusiasta del nuovo corso del WRC) e, pur essendoci «ancora molto da fare», c’è fiducia sul fatto che all’apertura del Mondiale 2022 dal consueto appuntamento del Rallye di Monte Carlo tutto possa essere pronto, nonostante qualche ritardo nella tabella di marcia e qualche imprevisto con l’unità ibrida fornita da Compact Dynamics. «È molto interessante iniziare questa nuova era con la vettura Rally1, che sarà più veloce con il sistema ibrido, ma anche con una cella di sicurezza completamente nuova. Siamo un po’ in ritardo, ma quello che stiamo vedendo ora con i test andati bene è una eredità che andrà alle nuove vetture in gara da Monte Carlo, pronte a partire nel 2022», ha quindi concluso Matton.
Crediti Immagine di Copertina: Hyundai Motorsport
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