WRC | Arctic Rally, i segreti del successo di Tanak e della frustrazione di Breen
I retroscena di Hyundai Motorsport
Nel giro di poche settimane Hyundai Motorsport si è ripresa del risultato deludente del Rallye di Monte Carlo conquistando, con Ott Tanak, la vittoria al successivo Arctic Rally Finland e salendo sul podio anche con Thierry Neuville; abbiamo avuto modo di sentire i commenti dal team dopo questo successo, ma tiene banco il fatto che le i20 Coupé WRC siano risultate in generale più performanti e vincenti rispetto alle rivali Toyota Yaris WRC, nate e sviluppate proprio sulle strade finniche e sulla carta adatte a fare sfracelli nella prova di casa, tagliata com’era per le loro caratteristiche.
Gli aspetti su cui si è lavorato per l’Arctic Rally Finland
Ed invece la realtà dei fatti ci ha restituito le vetture del marchio giapponese tendenzialmente in affanno nei percorsi veloci, tortuosi e tecnici tra la neve e le foreste lapponi, mentre la i20 di Tanak dominava l’intera gara. L’estone, che rilancia così le sue ambizioni per il titolo, ha spiegato come sia stato possibile questo cambio di rotta ai microfoni di DirtFish. Cambio di rotta un po’ inaspettato, perché anche Hyundai, alla pari di Toyota, ha testato in condizioni «molto diverse», come ha rivelato lo stesso pilota, aggiungendo poi che la gara test svolta di recente all’Otepää Winter Rally in Estonia non sia stata estremamente decisiva nella preparazione, giacché anche in quel caso le condizioni erano differenti dall’Arctic. E allora cosa ha fatto la differenza? Tanak addita il lavoro degli ingegneri, da lui pungolati: «Sono sicuro che ci sia stato molto lavoro sui dati e anche alcune informazioni ottenute l’anno scorso. È stato un grande lavoro, ma alla fine è stato ripagato. Chiamiamolo un nuovo set-up. Non del tutto nuovo ovviamente, ma ci sono degli aspetti diversi. Conoscevamo le cose che non funzionavano, quindi abbiamo dovuto provare le cose che avrebbero funzionato», ha spiegato Tanak, facendo capire che si è lavorato a livello di telaio e sulla maneggevolezza della vettura. «Non posso ancora dire che mi sento completamente a mio agio nella vettura, ma oggi [ieri, ndr] ha funzionato bene e siamo stati in grado di fare tutto il necessario».
Lo stile di guida di Craig Breen alla base delle sue difficoltà con la i20
Chi invece ha penato di più nel fine settimana in Lapponia è stato Craig Breen, al debutto stagionale dopo l’ufficializzazione del suo ingresso in Hyundai Motorsport per un programma da terza guida nel WRC, alternandosi con Dani Sordo. La frustrazione è lo stato d’animo che più ha investito l’irlandese nella sua gara, causata dall’impossibilità di poter realizzare un risultato migliore del quarto posto finale (nonostante abbia pure accarezzato le chance per il podio). «Ad essere sinceri, abbiamo cercato di lavorare molto duramente al raggruppamento quando siamo tornati [dalle PS] – ha spiegato il pilota su DirtFish – e abbiamo provato ad analizzare i dati in cui stavo perdendo un po’ di tempo rispetto agli altri. E siamo stati in grado di identificare alcune cose che, a causa del mio stile di guida, forse hanno sconvolto un po’ la vettura. Quindi ho solo provato a cancellare il tutto e concentrarmi sul dare slancio alla velocità come sapevo di avere […], e alla fine è stato tutto ciò di cui avevamo bisogno».
In sostanza, lo stile di guida di Breen ha azzoppato la sua prestazione all’Arctic, perciò si è dovuto concentrare nel «tornare ad uno stile più naturale e scorrevole», e lì le cose parevano essere migliorate. Il team principal Andrea Adamo ha ulteriormente aggiunto che il suo pilota necessiti di un uso più intensivo della i20 Coupé WRC per lottare «sino all’ultimo decimo di secondo»: non bisogna dimenticare che l’ex Citroen non era stato schierato al Winter Rally in Estonia, e che era da molto che non correva con la vettura coreana. «Sostanzialmente Craig non guidava l’auto dal Rally Estonia dello scorso anno. Ha fatto un giorno di test quindi ovviamente penso che sentisse la pressione, non da parte mia, ma la responsabilità di portare a casa punti ed essere anche veloce, e credo non sia facile», ha riconosciuto Adamo, che poi ha commentato: «Quando dico che sono felice della mia squadra è perché in questo fine settimana ho visto una reazione adeguata che mi aspetto di vedere dalla mia gente; controllando i dati per cercare di capire quali sono i problemi, e sul perché ci siano».
Crediti Immagine di Copertina: Hyundai Motorsport
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