Lamborghini, Bortolotti: “Il programma LMDh è una grande opportunità, siamo una squadra collaudata”

L'intervista con il pilota italiano

Mirko Bortolotti è, assieme ad Andrea Caldarelli, uno dei piloti ufficiali del nuovo programma LMDh di Lamborghini e ha dato grande prova di sé in occasione del suo esordio alla 24 Ore di Le Mans quest'anno. Abbiamo parlato con lui in occasione della 24 Ore di Spa.
Lamborghini, Bortolotti: “Il programma LMDh è una grande opportunità, siamo una squadra collaudata”

Non solo con Andrea Caldarelli, ma anche con Mirko Bortolotti abbiamo avuto occasione di parlare, assieme a tre colleghi giornalisti italiani, alla 24 Ore di Spa. A cominciare dal suo ruolo di pilota ufficiale Lamborghini per la nuova avventura in LMDh, all’esordio alla 24 Ore di Le Mans – dove ha dimostrato di essere tra i migliori piloti in gara – e concludendo con lo sviluppo della nuova Huracán GT3 Evo II.

“L’obiettivo è fare bene”

«Prefissare degli obiettivi è troppo presto» esordisce Bortolotti, «è chiaro che se facciamo una cosa è con l’obiettivo di fare bene. Numero uno: sviluppare la macchina e portare avanti il lavoro. Quando saremo a un buon punto inizieremo a vedere quali sono gli obiettivi. Cominceremo con un anno di ritardo, i nostri rivali avranno ulteriore esperienza rispetto a noi, non cerchiamo alibi però ne riparliamo più avanti».

Il passaggio dal GT ai prototipi potrebbe nascondere qualche ostacolo, ma non per il driver originario di Trento: «Non vedo difficoltà, vedo più uno stimolo e un grande opportunità. È un’occasione far parte di questo progetto di Lamborghini, oltre a essere un grande onore potersi misurare al top nel mondo dell’endurance. Già questo dice la difficoltà del compito, ma di facile non esiste niente – ricordo quando ho iniziato il programma GT3 e siamo partiti da zero, perché c’erano delle Case molto più attrezzate e preparate di noi, con un know-how molto più importante. Passo dopo passo ci siamo costruiti quello che ora abbiamo e stessa cosa cercheremo di farla nel mondo dei prototipi […] Abbiamo una squadra competente per misurarci ai massimi livelli, però poi il lavoro va fatto in pista».

«Il vantaggio è che, a livello di persone, siamo una squadra collaudata. Chiaramente ne entreranno di nuove, la squadra vedrà ampliata e ci sarà una base migliore, ma andiamo in un mondo nuovo e mi ricorda gli inizi del programma GT».

Bortolotti tra l’esordio in LMP2 e l’amore per il GT

L’esordio a Le Mans non è stato il primo giorno del programma LMDh perché, invece, è stato «il giorno uno della mia avventura in LMP2 a Le Mans, mentre quello del programma LMDh deve ancora arrivare. Mi verrebbe da dire già arrivato con l’annuncio, ma finché non cominceremo a lavorare sulla vettura rimane solo l’annuncio e basta».

«Onestamente, sono molto felice di essere arrivato nel GT nel 2014. Mi piace il mondo GT, il nostro programma, la variabilità delle gare Endurance e Sprint, correre da solo come nel DTM o in equipaggio, avere tante squadre diverse e tipologie di gomme… Mi ha dato tanto, continua a piacermi e continuerà a darmi tanto anche in futuro. Per me non è una situazione dove dico che vado in GT per andare nei prototipi. Se sono stato annunciato come pilota ufficiale per fare il programma LMDh è grazie al fatto che Lamborghini ha preso questa decisione e scegliere me».

Una 24 Ore di Le Mans da ricordare

Anticipato in precedenza, Bortolotti ha finalmente realizzato il sogno del cassetto di partecipare alla 24 Ore di Le Mans. Un’opportunità «nata verso febbraio, quando il Team WRT ha deciso di fare una terza macchina e, avendo avuto un passato con loro e avendo molta stima reciproca – ci siamo trovati molto bene nel 2020 –, Vincent [Vosse, co-proprietario del team ndr] mi ha chiamato e mi ha chiesto se poteva essere interessante. Lui sapeva che ci tenevo un giorno andare a Le Mans e non ho potuto dire di no, grazie anche a Lamborghini che mi ha permesso di farla».

«Le Mans non puoi paragonarla con Spa, speciale a sua volta ma in modo diverso. Spa è la gara GT più grande del mondo e con una classe soltanto, mentre Le Mans è multiclasse e storicamente senti il valore della gara. A partire dalla parata, quando vedi la gente e noti l’amore e l’interesse che c’è. Finché non l’ho visto non ci credevo, lì ho realizzato quello che mi veniva raccontato».

«L’obiettivo era macinare chilometri e finire la gara. Ho fatto anche molto bene a livello di prestazioni, il secondo miglior giro in gara è stata la ciliegina sulla torta. Non sono andato lì con questo obiettivo, però chiaramente quando disputo una gara voglio fare bene e portare a casa il massimo risultato. Sapevamo che, a livello di equipaggio, non eravamo preparati per vincere, ma ho avuto la possibilità di esserci. È stata una gara molto sfortunata per WRT, siamo stati la macchina migliore tra le tre in gara e dovevamo inizialmente essere quella meno importante. Abbiamo perso una Top 7 negli ultimi 30 minuti, ecco… Guardando la gara in sé ci sono stati troppi episodi che non dovevano succedere. Potevamo forse anche giocarci il podio»

Sotto sviluppo la nuova Lamborghini GT3

Non ci sono altre gare in LMP2 all’orizzonte: «Al momento in programma non c’è nulla, mi concentro ovviamente sul programma GT e sulla macchina [la Huracán GT3 Evo II, ndr] dell’anno prossimo»

La nuova Lamborghini Huracán GT3 Evo II sarà competitiva? «Me lo auguro, siamo ancora in fase di sviluppo. L’obiettivo è cercare di avere la base che abbiamo avuto fino ad ora, però la macchina è molto diversa sotto alcuni aspetti e c’è ancora molto lavoro da fare».

Copyright foto: Eros Maggi / Lamborghini

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