DA SPA – Anche per Daniel Juncadella, come per Raffaele Marciello, è arrivata la prima vittoria alla 24 Ore di Spa. Lo spagnolo – tra l’altro il secondo a riuscirci dopo Alex Soler-Roing, primo nel 1971, con cui è curiosamente imparentato essendo il cugino di suo padre – ci ha raccontato la gara dal suo punto di vista al termine della conferenza post-gara.
Qual è stato – se c’è stato – il momento chiave di questa corsa?
«Quando c’è stata la bandiera rossa, perché avevamo un problema con la pedaliera che si muoveva e questo avrebbe significato la fine della nostra gara. Dopo non c’è stato nessun momento cruciale, se non verso la fine quando Jules [Gounon ndr] ha passato l’Aston Martin [di Nicki Thiim] e la Porsche [di Nick Tandy] e ha tenuto dietro la BMW. Questo è stato un bel momento, importante».
Ci sono stati diversi team che hanno diversificato le strategie: voi come avete impostato la gara dopo le prime ore?
«Non abbiamo fatto niente di speciale perché all’inizio è più facile perdere la gara che vincerla per una decisione sulla strategia. Alla sera, quando ero in macchina, abbiamo fatto un paio di undercut, quando ero decimo fino alla bandiera rossa perché avevamo avuto un po’ di sfortuna, e ho guadagnato sei posizioni. Ero libero e senza traffico, questo ci ha aiutato».
Invece il nuovo asfalto di Spa-Francorchamps come l’hai trovato? E le gomme?
«Molto bene, il nuovo asfalto mi piace così come le regole sui track limits perché era molto meglio così rispetto all’anno scorso che era un casino…»
…Hanno influito di più i track limits quest’anno?
«Un po’, ma con la ghiaia è molto meglio, è più facile gestire. Alla fine anche le gomme sono andate bene, molto più performanti e più veloci rispetto allo scorso anno»
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