Dakar | Rebecca Busi, la più giovane in gara ma con idee molto chiare: “Voglio diventare una pilota a tempo pieno”

Il debutto assoluto di Rebecca Busi

Alla Dakar 2022 parteciperà una nostra connazionale che sarà la più giovane iscritta in questo rally raid: conosciamo Rebecca Busi, che ha ereditato la passione del motorsport dal padre e che punta ad una carriera da pilota
Dakar | Rebecca Busi, la più giovane in gara ma con idee molto chiare: “Voglio diventare una pilota a tempo pieno”

Tra gli oltre 400 partecipanti alla Dakar 2022 in partenza il primo gennaio da Gedda, per la terza volta di fila quindi in Arabia Saudita, spicca una nostra connazionale che a suo modo è già entrata nella storia del leggendario rally raid: parliamo di Rebecca Busi, 25 anni all’anagrafe.

Busi e Musi alla Dakar Classic 2022

Originaria di Camignano, in provincia di Bologna, la ragazza sarà la più giovane pilota mai iscritta nella storia della Dakar. Un traguardo quindi è stato già tagliato per colei che parteciperà alla Dakar Classic, categoria riservata ai mezzi che hanno fatto la storia di questa corsa, su una Range Rover 3.9 del 1992 assieme a Roberto Musi, navigatore esperto di rally raid e competizioni baja.

La passione di famiglia

La passione per il motorsport è di famiglia, giacché il padre di Rebecca, Roberto Busi, nella sua carriera ha partecipato ad una serie competizioni off road di livello internazionale. «Ho sempre seguito mio papà Roberto nelle sue gare e mi ha trasmesso il gene delle competizioni, in particolare nei rally», ha spiegato la giovane pilota, come riporta il sito della Dakar. «Sin da piccola ho cercato di farmi strada e trovare dei team che mi dessero la possibilità di esprimermi, ma il panorama italiano e internazionale non particolarmente favorevole per una ragazza come me. Io e papà abbiamo passato mesi a pensare a come fare per mettere insieme le risorse per farmi correre, poi un giorno Roberto Musi ha annunciato su Facebook che il suo pilota per la Dakar 2022 aveva dato forfait ed aveva un volante libero, così ci siamo messi in contatto ed è partita quest’avventura».

“La Dakar è la mia prima gara in assoluto, ma spero diventi un trampolino di lancio”

A parte una partecipazione in veste di navigatrice nel 2006 al Rally di Prato e Firenze e nel 2017 al Rally Alto Appennino Bolognese, condividendo con il padre l’abitacolo di una Peugeot 206 nella classe N3, il curriculum di Rebecca Busi non conta molte altre esperienze motorsportive. «Già da anni ho abbandonato le distrazioni tipiche dei miei coetanei per concentrarmi a trovare un modo per competere – ha proseguito la pilota che di recente si è allenata in Marocco per la Dakar -, quest’anno ho anche rinunciato a trasferirmi a Barcellona dove sono stata presa per un Master Universitario Internazionale (che sto seguendo on line) per preparare al meglio l’esperienza nella Classic perché per me non è solo uno sfizio ma un passaggio molto importante: voglio dare il mio massimo per fare la miglior gara possibile, così da costruirmi con i fatti una reputazione solida che spero possa valere per trovare un volante stabile e fare di questa passione un’attività a tempo pieno. La Dakar sarà la mia prima gara in assoluto, spero di farla diventare il mio trampolino di lancio».

In Arabia Saudita potrà contare ovviamente sull’esperienza e il supporto di papà Roberto («Il mio unico sponsor», ha dichiarato al Corriere della Sera) dalla vettura di assistenza. Ma come mai una debuttante assoluta decide di misurarsi con una corsa estremamente impegnativa e durissima come la Dakar, seppur nella categoria Classic? «Per partecipare a sconosciuti rally minori [sic] di tre giorni, in Italia o in Spagna, avrei dovuto spendere 13 mila euro. Ho preferito investire su quello che avrebbe dato maggior visibilità», sono le parole della Busi riportate dal Corsera, che la dicono lunga sulle idee chiare e le ambizioni della ragazza.

Busi alla Dakar con un casco arcobaleno “contro le discriminazioni”

Curiosità finali: la sua auto preferita è una Lancia Delta Final Edition, il suo mito è il fresco Cavaliere di Sua Maestà Lewis Hamilton («Ma quest’anno non ho potuto non tifare anche per Verstappen») e il suo casco avrà i colori dell’arcobaleno, come messaggio «contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne», e che avrà una ulteriore dirompenza in un realtà come quella dell’Arabia Saudita. In attesa di vedere come andrà in gara, a Rebecca Busi di certo non difetta il coraggio.

Crediti Immagine di Copertina: Pagina Facebook Ufficiale Rebecca Busi

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