Diamo a Craig Breen una stagione completa nel WRC
I tempi sono maturi per mettere alla prova Breen
Al Rally Estonia 2021 abbiamo assistito ad una pagina di storia scritta da Kalle Rovanpera, che a 20 anni ha battuto il record di vincitore più giovane nella storia del WRC. Dietro al sacrosanto clamore di questo successo, il settimo appuntamento del Mondiale Rally ha offerto anche altri spunti di riflessione, come il fatto che Alexey Lukyanuk sia pronto per il campionato del mondo, o che Craig Breen, forse forse, sia abbastanza sottovalutato.
Il podio di Craig Breen in Estonia
Concentriamoci su quest’ultimo: l’irlandese di Hyundai Motorsport rappresenta il terzo pilota della squadra, con un programma part time nel WRC in condivisione con l’altra terza guida, Dani Sordo. In questa stagione ha corso all’Arctic Rally Finland su neve, in Croazia su asfalto e quindi in Estonia su terra, parlando solo degli appuntamenti del Mondiale (per il resto, il nostro si divide tra ERC e CIR, tra Europeo e Tricolore Italiano Rally: lo vedremo impegnato in entrambi i contesti questo fine settimana, al Rally di Roma Capitale).
In particolare, era da circa dieci mesi, quindi dal Rally Estonia 2020, che non saliva a bordo della i20 Coupé WRC in una gara su sterrato. Ed oggi come allora, Breen ha chiuso questa gara secondo, con una prestazione nell’edizione 2021 magistrale: pur non riuscendo a stare al passo di Rovanpera, che ha allargato via via il gap da lui, l’irlandese ha mantenuto un ritmo costante e veloce, schivando errori e salvandosi dalla catastrofe dopo l’impatto con un sasso nella penultima giornata, che poteva pregiudicarne la gara.
La carriera part time di Breen nel WRC
Insomma, un successo, sancito anche dalle parole cariche d’entusiasmo dal pilota navigato da Paul Nagle, che però ha anche sottolineato il fatto che se avesse avuto più tempo per provare e correre con la vettura, chissà come sarebbe potuta finire la gara estone. La maggior parte della sua carriera Breen la sta passando sulla vettura R5, futura Rally2, soprattutto da quando è terminato il suo contratto con Citroen nel WRC alla fine del 2018. Ma neppure allora era riuscito a disputare una intera stagione completa: dal 2019 è entrato sotto l’ala di Hyundai Motorsport, team con il quale ha corso a bordo della i20 versione World Rally Car ad oggi, quindi includendo l’ultimo Rally Estonia, sette round. In tre anni. Da notare un altro dettaglio: in queste sette gare è sempre finito nella top ten. Certo, escludendo i podi estoni, senza spiccare più di tanto, ma comunque dando sempre prova di una condotta competitiva dignitosa e mai disastrosa.
Breen è un po’ l’eterno sottovalutato del Mondiale Rally: nelle discussioni del mercato piloti che si sta accendendo in queste settimane, il suo nome non compare tra i primissimi top driver nei sogni proibiti di Toyota Gazoo Racing o di M-Sport. E neppure di Hyundai, dove sono in costante ascesa le quotazioni del giovane, talentuoso e forse più cool, Oliver Solberg: non aiuta il fatto che, probabilmente, il team principal Andrea Adamo possa decidere di inserire un solo terzo pilota fisso per tutto l’anno accanto ai confermatissimi e blindatissimi Thierry Neuville ed Ott Tanak, e in quel caso la presenza del figlio d’arte sarebbe l’incastro perfetto.
Breen merita un’occasione a tempo pieno nel WRC
Ma Breen merita di più: ci uniamo anche noi al parere espresso da molti commentatori in queste ore, perché riteniamo che il pilota di Waterford meriti una chance con un programma ed una stagione completa nel WRC, per poter dimostrare finalmente ed una volta per tutte di che pasta competitiva è fatto. La sua caratura umana è indiscutibile, difficile non apprezzarlo da questo punto di vista: vediamo quindi di cosa è capace Breen non solo nello sprint degli sterrati veloci dove, a quanto pare, tira fuori il meglio di sé, ma anche nel fondo di una lunga distanza quale è una stagione completa del campionato del mondo. Con tutto il rispetto, in questa Sacra Linea Temporale sembra sprecato vederlo competere solo nei campionati europei o nazionali, per fare il part time nel WRC. Confidiamo che l’era ibrida che si aprirà nel Mondiale dal 2022 riservi al pilota classe 1990 il posto che, dopo anni di onorata carriera, merita. Anche solo per metterlo, davvero, finalmente alla prova.
Crediti Immagine di Copertina: Hyundai Motorsport
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