WRC | Yves Matton: “Sui regolamenti 2022 è stato raggiunto il miglior compromesso”
Il punto sul WRC 2022 ibrido
Possiamo ormai dire che l’era ibrida che partirà nella stagione 2022 del WRC avrà i suoi punti fermi: le vetture si baseranno sull’attuale Global Race Engine, il cui sviluppo sarà congelato per venire incontro ad un riduzione dei costi (andando incontro ai desiderata di Toyota Gazoo Racing), avranno una aerodinamica differente, cambio a cinque velocità , sparirà il differenziale centrale e non saranno basate sulle Rally2 (cosa che invece avrebbero voluto Hyundai e M-Sport).
Matton: “Siamo giunti ad una riduzione dei costi importante per il WRC 2022”
Il direttore generale Rally per la FIA Yves Matton ha fatto un altro punto della stato dell’arte della rivoluzione ibrida nel Mondiale, parlando al sito DirtFish. «L’idea principale è che, prima di tutto, avevamo bisogno di un accordo comune da parte di tutti i costruttori – spiega – essi saranno coinvolti nella stagione 2022 e non vogliamo lasciare nessuno da parte. […] C’è stata una lunga discussione sul motore e, alla fine, sono state avanzate alcune importanti difficoltà con quello Rally2. Quindi abbiamo iniziato a lavorare su come ridurre drasticamente i costi del Global Race Engine. E abbiamo fatto insieme un’analisi davvero approfondita e un lavoro dettagliato per arrivare ad una riduzione dei costi piuttosto importante».
Matton non si sbilancia nel dettaglio sui risparmi messi a segno: non al livello dei motori Rally2, ma «un buon compromesso con meno motori durante la stagione ed evitando costi ulteriori per lo sviluppo degli attuali Rally2, così come il congelamento dello sviluppo del GRE». Insomma, per l’ex team principal di Citroen questo è stato «il miglior compromesso» raggiungibile da tutti.
Un WRC 2022 meno sofisticato?
Agli ingegneri che invece ribattano sul fatto che la nuova generazione di vetture del massimo campionato rally difetti di tecnologia rispetto agli esemplari attuali, Matton comprende le riserve ma spiega: «Da un lato puramente ingegneristico, siamo lontani dalle vetture che avevamo nel 2004, 2005 e 2006. Ma se in futuro [gli ingegneri] vorranno essere coinvolti nel campionato WRC, forse si dovrebbero rivolgere direttamente con il team principal e discutere dei vincoli di bilancio. Comprendo appieno che gli ingegneri vogliano essere al vertice decisionale, ma alla fine dobbiamo mantenere il livello dei costi in relazione al ritorno sull’investimento, in modo tale che possiamo offrire ai costruttori un livello tale da poter usare il WRC come strumento di marketing», cosa che in buona sostanza rappresenta il fine ultimo, al di là delle vittorie che sono strumentali a questo scopo.
“I costruttori vogliono far parte del WRC 2022”. I costi delle nuove vetture
Insomma, nel campionato mondiale rally ci sono dei limiti ai quali sottostare, e quindi oltre un certo tipo di prestazioni e sviluppo non si può andare, è la tesi di Matton. «Sinceramente, non vedo nessun campionato in cui non ci siano limiti. Se guardiamo anche alla Formula 1, si capisce che gli ingegneri non saranno più in grado di andare oltre il loro limiti ingegneristici per quanto riguarda ciò che potrebbero sviluppare in futuro». Inoltre rivela: «Posso dire che i costruttori sono determinati a far parte del WRC. A differenza della Formula 1, tutti ci hanno detto che hanno intenzione di continuare fino al 2022».
Infine, per quanto riguarda i costi, Matton assicura: «Dal calcolo che abbiamo fatto e dalle informazioni che abbiamo ricevuto dai costruttori, pare che saremo ancora allo stesso livello del prezzo target di cui abbiamo sempre parlato per queste auto, che è di € 500.000».
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