Rally Estonia, la Federazione nazionale batte cassa e mette in croce gli organizzatori

Una controversa agita il Rally Estonia

Il Rally Estonia 2020 è al centro di una disputa economica tra gli organizzatori e la Federazione motorsportiva nazionale, che ha chiesto un ingente contributo
Rally Estonia, la Federazione nazionale batte cassa e mette in croce gli organizzatori

Lo scorso anno il Rally Estonia raccolse i primi frutti di un lavoro compiuto dagli organizzatori per far sì che l’evento facesse il salto di qualità, ovvero potesse candidarsi ad entrare nel medio termine nel WRC. Nel giro di anno questi sforzi hanno trovato un ostacolo piuttosto ingente, a cinque zeri.

La scalata del Rally Estonia, con l’obiettivo del WRC

Andiamo con ordine: la gara estone nel 2019 ebbe l’onore di ritrovarsi in competizione le allora quattro case costruttrici e team ufficiali in gara nel Mondiale Rally. L’evento, che si è corso a luglio ed è considerato dalle squadre come una valida prova generale per il successivo Rally di Finlandia del campionato iridato (le condizioni sono abbastanza simili, tra l’altro, dal tipo di fondo alle velocità che si toccano), è abbastanza giovane essendo nato nel 2010, ma nel giro di qualche anno è riuscito ad entrare a far parte dell’ERC, convincendo in linea di massima addetti ai lavori e pubblico. Il tutto sullo sfondo di un Paese, l’Estonia, che negli ultimi tempi è stato al centro di una sostenuta crescita economica e che vede proprio il rally tra le discipline più amate nella repubblica baltica: non a caso è nato in questa terra Ott Tanak.

Insomma, tutto sembra (sembrava?) deporre a favore di un ambizioso ingresso nel WRC, con il Rally Estonia trainato dal suo pilota di casa, laureatosi campione mondiale, e l’appoggio esplicito alla candidatura da parte del primo ministro Jüri Ratas. E difatti proprio il Governo estone è in prima linea nel supportare la gara, soprattutto dal punto di vista economico (a fronte di un investimento di un milione di euro è entrato in cassa il quintuplo, come riporta il sito DirtFish), che è diventata così un Evento Promozionale per il WRC nel 2019. Evento che poi ha superato il test lo scorso anno, con tanto di vittoria della gloria locale Tanak ad accendere gli animi dei suoi compatrioti e il resto dei piloti di livello mondiale che hanno promosso la gara ed il lavoro degli organizzatori.

La Federazione Estone e la sua esosa richiesta

Quest’anno però l’evento promozionale fissato per il 24 e 26 luglio, quindi tra gli appuntamenti WRC del Rally Safari e del Finlandia e che taglierà il traguardo delle dieci edizioni, rischia di saltare su una mina piazzata sul suo travolgente percorso. La Federazione Nazionale motorsportiva estone (Eesti Autospordi Liit),infatti, ha stabilito di partecipare anch’essa al ritorno economico della gara, chiedendo un contributo agli organizzatori di ben 100.000 euro, a fronte della tassa di “soli” 2.000 euro chiesta lo scorso anno.

Il Governo finanzia infatti il Rally come un evento che genera un ritorno per il Paese, più che come evento sportivo. La Federazione estone, invece, pretende ora che l’investimento sia di tipo sportivo, motivo per cui vuole far parte degli introiti dell’evento (e che quindi per loro dovrebbero andare al settore del motorsport nazionale).

Una cifra di 100.000 euro metterebbe in croce gli organizzatori del rally guidati da Urmo Aava, attualmente alla ricerca di un difficile compromesso: l’accordo ancora però non c’è, quindi la gara sta correndo un certo rischio. Questo nonostante comunque, come ha ricordato lo stesso Aava, l’evento è finanziato per i prossimi due anni dal Governo, ma l’entrata a gamba tesa dei burocrati della Federazione complica tutto. Come ha dichiarato infatti uno dei fondatori del Rally Estonia, Tarmo Hõbe, «tutto ciò è irreale. Nessun Paese ha registrato un aumento dei costi del 5.000%. Oserei dire che si tratta di una violazione del diritto della concorrenza».

Crediti Immagini di Copertina: Pagina Ufficiale Facebook Rally Estonia

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