Dakar | Edwin Straver, in memoriam
Seconda vittima alla Dakar 2020
«Cercare di stare lontano dai problemi e condurre me e la mia moto al traguardo rimangono gli obiettivi principali»: parlava così l’olandese Edwin Straver alla vigilia della Dakar 2020, la terza della sua carriera. Purtroppo gli ultimi giorni della corsa conclusasi il 17 gennaio scorso sono stati fatali per il pilota.
L’incidente di Edwin Straver
Straver, 48 anni, è spirato in seguito ai postumi di un incidente avvenuto nella undicesima tappa, la penultima. Caduto dalla sua KTM 450 EXC, l’olandese ha riversato subito in condizioni estremamente critiche: l’equipe medica accorsa lo ha trovato privo di sensi, con la vertebra cervicale rotta e il battito cardiaco fermo, come riporta il sito Rallymaniacs.com. Rianimato sul luogo, Straver è stato poi condotto al vicino ospedale di Riad, dove ha lottato tra la vita e la morte per poi essere trasferito nella sua Olanda nella giornata di mercoledì. Purtroppo i tentativi di salvare il pilota sono stati vani, e come riportano i media i danni al cervello erano tali da spingere l’equipe medica, con l’autorizzazione della famiglia, ad interrompere la respirazione artificiale.
Due vittime nella Dakar 2020
Figlio di Anton, già cinque volte campione olandese di MotoGP, Edwin Straver aveva conquistato l’anno scorso nella Dakar la vittoria nella categoria Original by Motul, ovvero quella dei piloti senza team e quindi senza assistenza dedicata. La sua scomparsa è la venticinquesima nella storia del rally raid e la ventesima nelle Moto, nonché la seconda di quest’anno dopo la morte di Paulo Gonçalves. «Sappiamo tutti che questo è uno sport che ammette rischi», così si esprimeva Straver dopo la scomparsa del portoghese. «Cerco di correre con attenzione e di aumentare i margini di sicurezza, ma qualcosa può sempre andare storto. Tutti noi accettiamo i rischi. Se non riesci a convivere con questo, faresti meglio a stare a casa».
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