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WRC | Per i prossimi anni non dovrebbero entrare altri costruttori nel Mondiale. Ma si ragiona su una gara negli USA

Tiene sempre banco l’argomento sul futuro del WRC, sia immediato che a lungo termine, e al tempo stesso sia sulla rivoluzione ibrida che si aprirà dal prossimo anno che sulle nuove frontiere geografiche del Mondiale Rally.

Nessun nuovo costruttore nel WRC sino al 2024?

Questioni di cui ha parlato in maniera più o meno approfondita il direttore del settore Rally in FIA Yves Matton, ai microfoni di AutoSport. Anzitutto, ha ribadito il concetto che l’era delle Rally1 ibride pronta a schiudersi dal 2022 non vedrà per l’intero ciclo di omologazione di questa nuova tecnologia sostenibile, ovvero sino al 2024, altri costruttori in gara a parte la solita, confermata compagnia di giro formata da Toyota Gazoo Racing, Hyundai Motorsport e M-Sport Ford. Un concetto già espresso in passato, ma con le scadenze della prossima stagione ed anche del 2023 sempre più vicine appare più chiaro che l’equilibrio in termini di partecipazione delle squadre possa rimanere quello attuale.

“Altri costruttori stanno studiando le carte, ma non stanno progettando auto rally”

Spiega Matton: «Sicuramente senza la tecnologia ibrida credo che nessuno degli attuali costruttori sarebbe stato davvero interessato ad essere coinvolto in futuro. Hanno bisogno di questa tecnologia come buona leva di marketing. Posso dire che alcuni altri costruttori stanno guardando i regolamenti e per il momento li stanno studiando. Non stanno progettando un’auto, stanno più che altro cercando di capire come queste nuove vetture potrebbero inserirsi nel loro piano di marketing. Direi che a mio avviso il 2023 è troppo vicino», giunge quindi a conclusione il dirigente FIA. «Credo che il tempo e la finestra minimi necessari per fare qualcosa siano due anni. Penso che il fatto che si tengano in contatto con la categoria e entrino nei dettagli dimostri che c’è un certo interesse. Se c’è interesse, c’è qualche speranza». Ed infine, la chiosa: «Direi che non ci possiamo lamentare con tre costruttori: sicuramente averne di più è meglio, ma se ricordate bene abbiamo avuto per diversi anni solo due in campionato e abbiamo avuto alcuni anni con quattro costruttori [in questo caso, sino al 2019, quando nel campionato c’era anche l’ex team di Matton, Citroen Racing, ndr]. La cosa più importante è stabilizzarsi prima con tre costruttori e lasciarli impegnare per questi tre anni, ed è una cosa che non è mai successa prima, e conferisce anche un valore ai potenziali nuovi arrivati ​​che non saranno soli».

L’ipotesi USA nel calendario futuro del WRC

Altra questione sul tavolo (una delle tante sul futuro del WRC, oltre al destino dell’attuale classe World Rally Car o la possibilità per i team di schierare una quarta vettura da destinare ad un pilota Junior) è l’allargamento delle frontiere del Mondiale Rally verso nuovi Paesi del globo terracqueo. Le stesse squadre pare siano favorevoli a nuove località da inserire in calendario, come la Cina, l’India (forse quest’ultima ipotesi ha perso un po’ di quota ultimamente) o gli Stati Uniti, vale a dire mercati molto interessanti e remunerativi per i marchi che sostengono le divisioni motorsport nel campionato. In particolare gli USA potrebbero essere una potenziale destinazione, tanto è vero che lo stesso Matton, sempre su AutoSport, ha parlato di una ipotesi «su cui stiamo lavorando molto».

M-Sport e Ford premono per gli USA

Il Nord America farebbe anche la gioia di Ford, impegnata con M-Sport nel WRC, con lo stesso team principal Richard Millener ad aver confermato come la squadra e la casa automobilistica stiano spingendo molto affinché si possa riportare il campionato in terra statunitense, decenni dopo una delle ultime apparizioni con l’Olympus Rally del 1988, nello Stato di Washington, e che fu tra l’altro vinto dai nostri Miki Biasion e Tiziano Siviero su Lancia Delta Integrale. «Penso che un evento in Nord America sia parte integrante del motivo per cui Ford vuole essere coinvolta. […] Si tratta di un mercato enorme che al momento non è sfruttato. Hanno delle ottime strutture, grandi strade e grandi opportunità per fare qualcosa. Qualsiasi cosa in America è sempre più grande e migliore di qualsiasi altra cosa, quindi ci piacerebbe che si possa realizzare un evento in casa per Ford, penso che sia davvero importante», ha spiegato, anch’egli su AutoSport, Millener. «Vogliamo promuovere lo sport e penso che organizzare un evento in America sia un bene per esso. C’è lì un’enorme base di fan a cui non è stata ancora data l’opportunità di vedere il WRC, quindi so che è un obiettivo chiave per il WRC Promoter, per Ford e per noi di M-Sport».

Verso un evento promozionale già nel 2022?

Millener azzarda pure delle possibili date: «Penso che tra le tre parti risolveremo le cose, e credo che l’obiettivo sia avere un evento WRC entro il 2024, se non addirittura il 2023, con un rally promozionale nel 2022. Sarebbe fantastico. Il Covid probabilmente limiterà ciò che possiamo fare fino a quel momento, ma so che questo è il piano temporale attuale e stiamo spingendo come dei matti per renderlo realizzabile. Sono sicuro che troveremo un modo per inviare un’auto nel luogo per dare appoggio al progetto, che si tratti di un’auto da Rally1 attuale o di un’auto di quest’anno: ci sono ancora opportunità di inviare un pilota e una squadra per mostrare che ciò è possibile. Sosteremo totalmente una iniziativa del genere».

Matton, dal canto suo, ha commentato: «Vogliamo avere un evento nel prossimo futuro in Nord America. Cercheremo di fare qualcosa nel 2022, di sicuro non sarà un evento che fa parte del calendario ma cercheremo di ottenere qualcosa nel 2022 per andarci. Possiamo creare molte cose. Possiamo avere un roadshow, possiamo avere un evento promozionale o qualsiasi forma di manifestazione che possa diventare il primo passo in Nord America del WRC, senza essere coinvolti nel campionato con un evento vero e proprio. Di sicuro non solo Ford, ma per le diverse parti interessate coinvolte nel campionato, è molto importante andare in Nord America ed è importante andare in altri paesi come la Cina o la Russia».

 

Luca Santoro:
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