E se Valentino Rossi si dedicasse ai rally?

Il futuro di Valentino Rossi

Ufficializzato l'addio alla MotoGP, per Valentino Rossi potrebbero aprirsi altre prospettive nel motorsport: l'opzione rally
E se Valentino Rossi si dedicasse ai rally?

Valentino Rossi terminerà la propria carriera di enorme successo nella MotoGP quest’anno, come ha annunciato ieri il diretto interessato, ma non è detto che termini anche quella nel motorsport. Il Dottore ha messo in chiaro il proprio desiderio di rimanere un pilota impegnato in prima linea nelle competizioni, anche se non più sulle due ruote: un potenziale nuovo sbocco di carriera potrebbero essere le auto, anche se non parliamo certo di una novità per Rossi.

La carriera di Rossi nelle quattro ruote

Il nove volte iridato infatti in tutti questi anni di MotoGP si è concesso ben più di una incursione nel mondo delle quattro ruote, e in contesti anche di alto livello: la recente partecipazione nella classe Pro-Am della 12 Ore del Golfo, disputata a gennaio e già vinta in precedenza nella medesima classe nel 2017 (allora a bordo di una Ferrari 488 GT3 con l’inseparabile Uccio Salucci e il fratello Luca Marini), è solo l’ultima di una serie di apparizioni sia su pista (con tanto di sparuti test per le monoposto di Formula 1 di Ferrari e Mercedes), che nei rally.

Rossi e i rally, un rapporto molto stretto

E qui apriamo la nostra parentesi, dal momento che si tratta di una disciplina molto amata da Rossi. Le statistiche parlano ad oggi di 22 partecipazioni a gare di questo tipo, dal 1997 al 2018, con sette vittorie totali, tre presenze in altrettanti appuntamenti del Mondiale (due volte al Rally GB nel 2002 e nel 2008, sempre con al proprio fianco Carlo Cassina ed un miglior risultato pari a un dodicesimo posto assoluto con la Ford Focus RS WRC ’07 nell’ultima apparizione, e una al Rally della Nuova Zelanda 2006, concluso all’undicesimo posto a bordo della Subaru Impreza S11 WRC ’05) e un numero ragguardevole di volte in cui Valentino ha disputato il Monza Rally Show, ottenendo una raffica di vittorie, negli ultimi anni sempre con la Ford Fiesta WRC.

Un’autentica corrispondenza di amorosi sensi tra l’evento sulla pista brianzola ed il Dottore, rischiando persino di anestetizzare una gara, anche se studiata più che altro per dare spettacolo, dove il resto degli avversari spesso e volentieri recitava il ruolo delle comparse. L’ultima volta di Rossi al Monza Rally Show è datata al 2018, anno in cui il suo predominio con la World Rally Car Plus arrivò ad un tale culmine che un altro pilastro del motorsport quale è Tony Cairoli, pure lui in competizione ed anch’egli spesso e volentieri dedito ai rally, alla fine è sbottato criticando quella che a suo dire era una gara a parte.

Ruggini ormai dimenticate. Sta di fatto che il campionissimo di Tavullia ha dato prova di avere la stoffa se non di affrontare una carriera parallela nella disciplina, almeno di saperla approcciare e di saper anche gestire il massimo delle vetture in termini di prestazioni quali sono le WRC Plus. Ora che la carriera nelle due ruote sta declinando verso la parola fine, Rossi potrebbe decidere di iniziarne una nuova proprio nei rally, un po’ come altre creature mitologiche di discipline del motorsport differenti come i Formula 1 Kimi Raikkonen o Robert Kubica?

Quale futuro per Rossi nei rally?

Per essere realisti, al momento la cosa sembra improbabile se parliamo di impegno a tempo pieno. Salvo colpi di scena clamorosi, scordiamoci un approdo in un team ufficiale: se il Dottore avrà qualche chance in questo mondo, forse potrebbe trattarsi di eventi spot, una tantum, magari a bordo di una World Rally Car o persino di una nuovissima Rally1 ibrida (ma ripetiamo, parliamo ad ora di periodi ipotetici dell’irrealtà). Al di là del Mondiale e scendendo nelle categorie, le possibilità aumentano: è più facile vedere nel caso Rossi correre su una Rally2 o nella nuova classe Rally3, in qualche evento internazionale o nazionale, un po’ come ha fatto in precedenza il già citato Cairoli, che in particolare corse tra il 2019 e il 2020 al Tuscan Rewind, ultimo appuntamento del Campionato Italiano Rally. Competizione che se potesse avere il Dottore anche solo per qualche apparizione porterebbe a casa un risultato notevole in termini di immagine, soprattutto se il campione di Tavullia iniziasse a mettere a segno qualche vittoria (con buona pace dei piloti di lungo corso nel CIR e nelle varie serie nazionali).

Stiamo però fantasticando, forse un po’ troppo. Il direttore commerciale di M-Sport John Steele, che ha lavorato al fianco del dottore nelle sue uscite con la Ford del team britannico, interpellato in merito da DirtFish ha assicurato che l’ormai ex MotoGP avrebbe di sicuro fatto sfracelli nei rally: «Credo sinceramente che sarebbe stato nelle prime posizioni. E non bisogna dimenticare, in Carlo [Cassina] ha uno dei navigatori più esperti e tra i migliori del settore. Vale mette così tanta enfasi sul team che lo circonda, e con buoni ingegneri e una buona vettura da parte nostra, più Carlo[…], sono sicuro che avrebbe disturbato l’establishment del WRC […]. Sottovalutate questo ragazzo a vostro rischio e pericolo!», avverte.

Poco ma sicuro, se decidesse di approdare sul serio nel mondo dei rally, qualunque sia la destinazione o anche fosse per delle partecipazioni part time, Valentino Rossi con la sua presenza potrebbe portare quel determinato evento o campionato su un altro livello, almeno di immagine. Forse di risultati, chissà. E poi non dimentichiamo un’altra opzione aperta per il pilota di Tavullia, ovvero la Dakar. Ma questa è un’altra storia ancora.

 

 

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