Il GT World Challenge Europe è stato grande protagonista all’Autodromo di Imola lo scorso weekend. non solo perché si trattava del primo appuntamento della stagione, ma anche per il debutto di Valentino Rossi nella serie GT. Con l’apertura del paddock a due anni dalla pandemia di COVID-19, un’enorme marea gialla ha invaso la pista e le dirette televisive hanno raggiunto numeri record. Eppure, tanti hanno storto il naso su questo successo dovuto al Dottore, accanendosi su di lui. Ma cos’ha fatto di male?
Rossi porta i suoi tifosi, gli appassionati inferociti
Intendiamoci, chi scrive queste righe è un appassionato che si è sempre lamentato per l’assenza di un nutrito pubblico a quelle gare definite erroneamente “minori”, come per esempio il GT World Challenge Europe, rispetto ovviamente alla Formula 1 o al Motomondiale. Così come non ha mai nutrito simpatie per i tifosi occasionali del panorama motorsportivo.
Eppure, vedere finalmente le tribune – non tutte, essendo alcune chiuse – gremite di gente, con bandiere, striscioni, cappellini colorati e fumogeni a fare da cornice, è stato un bel colpo d’occhio. Piacevole sensazione, anche se persiste un piccolo fastidio dovuto proprio ai tifosi di Valentino Rossi.
Certo, alcune scene sono state imbarazzanti. Come la gente ferma attorno al box del Team WRT, con “Vale” che si trovava da tutt’altra parte e i meccanici, a bordo dei loro quad col carrello delle gomme e materiale tecnico, che non riuscivano ad attraversare il paddock bloccati da questa “mandria” poco rispettosa del lavoro altrui. Oppure, l’arrivo sulla griglia di partenza pre-gara dell’Audi #46 e la folla in delirio per Rossi che scende dell’auto. Peccato che sotto quel casco giallo fosforescente ci sia, invece, Nico Müller, il suo compagno di equipaggio. Una reazione un po’ esagerata, nonostante possiamo assicurare che il tedesco è un grande campione dalle indubbie qualità velocistiche.
Il problema non è Rossi, tantomeno i suoi tifosi. Se il pilota di Tavullia attira così tante persone, ben venga per noi appassionati e per il GT World Challenge Europe. Anche perché, non è una casualità, è arrivata addirittura la copertura con la telecronaca in italiano (che piaccia o meno, è qualcosa di soggettivo).
È l’invidia il più grande male per il nostro sport, causata dalla vecchia guardia. Nei tre giorni di Imola, ho letto sui vari gruppi di appassionati su Facebook commenti negativi, dai toni carichi di disprezzo, verso Rossi e ai “gialli” presenti in pista. Eppure loro hanno pagato il biglietto e macinato chilometri di autostrada, al contrario proprio di coloro che si reputano grandi appassionati ma rimasti a casa a lanciare frecciatine social.
Non sono poi mancate le battute sull’errore decisivo di Rossi ai box, incapace di trovare la propria piazzola. Facile dirlo davanti allo schermo, ma non dentro a un abitacolo e in una stretta corsia box con una quarantina di vetture in contemporanea ad affollarla. Situazione difficile per un esordiente con un background nell’automobilismo, figurarsi per uno che viene dal motociclismo. Così come non è colpa dell’addetto al lecca-lecca perché non poteva stare in altri posti. Giusto per dire che poco più avanti, da AF Corse, un meccanico ha rischiato di essere investito da un’auto in quel momento concitato.
Valentino Rossi è un “bene” per il nostro sport
Ci sono tante problematiche da risolvere o da sistemare, come il comportamento oltre il limite dei “rossiani”, l’esagerata esposizione mediatica su Rossi e tanto altro, ma c’è del potenziale. Sta a SRO Motorsports Group riuscire a convertire questi “occasionali” in appassionati reali, prima che la magia chiamata Valentino Rossi svanisca presto. Evitando, però, la troppa attenzione data a Rossi, a discapito di tutti gli altri piloti che non hanno nulla da invidiare al “Dottore”. Noi, quelli considerati “veri tifosi”, dobbiamo solo che appoggiare e aiutare quest’operazione. Perché a “VR46” piace davvero correre e mettersi in gioco e potrebbe essere la soluzione giusta per far diventare la nostra nicchia finalmente popolare.
Piccola nota finale a margine: tutte le volte che sono stato in sala stampa per un round del GTWC Europe, i colleghi presenti si potevano contare sulle dita di una mano. Invece, a Imola, c’era il pienone, ma tutti con gli occhi puntati solo ed esclusivamente su Valentino Rossi. Personalmente, spero che questo trend si sposti verso un generale interessamento al campionato e ai suoi protagonisti.
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