Dopo aver aperto ieri la nostra rubrica “Piloti in quarantena”, in questo secondo appuntamento proseguiamo con un altro alfiere di Cetilar Racing nel FIA World Endurance Championship: Andrea Belicchi. L’esperto pilota parmigiano ha preso parte a ben dieci 24 Ore di Le Mans e ci ha raccontato come sta passando le sue giornate.
Ciao Andrea, innanzitutto: come stai e dove stai passando la quarantena?
Tutto bene, sto passando la quarantena a casa restando molto vicino a mio figlio. Ormai siamo fermi da parecchio tempo e mi limito ad uscire per andare a far la spesa.
Come ti stai tenendo in forma come pilota? Qual è la maggiore difficoltà di allenarsi da solo e in casa?
Cerco quotidianamente di fare attività sulla base degli allenamenti che Formula Medicine ci aveva dato da fare durante l’inverno, quindi ho tirato fuori le schede e sto andando tecnicamente a fare gli stessi allenamenti con l’aggiunta di qualche esercizio che faccio insieme a mio figlio – dell’aerobico/divertimento che può essere una partita a calcio piuttosto che una cosa sempre insieme in giardino. La difficoltà sta chiaramente nel trovare la motivazione giusta perché, dopo giorni e giorni a ripetere gli stessi esercizi, si arriva alla noia. Personalmente, per ovviare a questo, mi pongo dei traguardi che cerco ogni settimana di andare a migliorare.
Essendo un esperto della 24 Ore di Le Mans, cosa comporta aver spostato la gara a settembre? Quali difficoltà possono incontrare team e i piloti, soprattutto ripartendo da uno stop forzato?
La difficoltà più grande che potrebbe arrivare è legata al meteo, perché a giugno a Le Mans c’è un meteo piuttosto caldo e sono da parecchie edizioni che non andiamo incontro a piogge persistenti o a temperature rigide. Settembre non si sa, potrebbe esserci un’incognita meteo molto importante da cui deriva la scelta delle gomme a mescola morbida piuttosto che a mescola dura, oppure dovremmo affrontare una gara bagnata. Lo stop forzato non fa bene, nel senso che perdiamo quei meccanismi di lavoro tutti assieme come la praticità con i pit-stop, la cura dell’auto e l’abitudine di noi piloti a stare in macchina – a questa, con tutti gli allenamenti che possiamo fare, ci si allena solo correndo e andremo ad affrontare una 24 Ore preparandola solo dopo Spa.
In questo periodo sta prendendo piede il sim-racing: può essere un utile sostituto? Hai un simulatore a casa?
Ben venga piuttosto che niente, però personalmente non piace. Credo comunque che si possa trovare un beneficio dall’uso del simulatore. Purtroppo non ce l’ho, ma sono sincero che se avessi saputo prima mi sarei organizzato [e ride, ndr]. Adesso, comprare una piattaforma e installarla essendoci il lockdown sono in difficoltà.
Che messaggio positivo vuoi lasciare ai lettori e agli appassionati?
Unendomi a di chi ha avuto perdite, a chi ha avuto momenti difficili e a chi avrà difficoltà economiche, dico: questo è il nostro mestiere, torneremo a farlo anche per la gioia degli appassionati. Sicuramente la voglia sarà talmente tanta che ci porterà a dare il massimo ancor di più, sperando di poter intrattenere il pubblico e di dare gioia a chi ne traeva dal nostro sport.
Copyright foto: Fabio Taccola