Kessel porta una line-up di sole donne a Le Mans con Iron Dames [INTERVISTA]

In pista con la Ferrari 488 GTE

Manuela Gostner, Rahel Frey e Michelle Gatting sono le tre guide scelte per la 24 Ore di Le Mans, con il supporto della FIA Women in Motorsport.
Kessel porta una line-up di sole donne a Le Mans con Iron Dames [INTERVISTA]

DA MONZA – Domenica 12 Maggio presso il motorhome di Kessel Racing, situato nel paddock del Monza Eni Circuit per l’appuntamento con l’ELMS, abbiamo avuto modo di conoscere la squadra tutta al femminile che quest’anno prenderà parte alla 24 Ore di Le Mans in una cornice davvero suggestiva. Manuela Gostner, Rahel Frey e Michelle Gatting sono state le tre scelte per supportare il progetto della FIA Women in Motorsport e di “Iron Dames”, progetto ad opera di Deborah Mayer per promuovere la figura femminile nel Motorsport. 

L’intervista alle tre protagoniste

Abbiamo anzitutto voluto capire quali fossero le sensazioni dopo i primi appuntamenti, tra cui l’ottimo esordio nella 12 Ore del Golfo, e l’obiettivo prefissato per questa stagione. «Prima di incontrarci in quella gara abbiamo avuto occasione di fare un test a Misano, dopodiché l’endurance ad Abu Dhabi è servita come banco prova per capire se ci fosse affinità tra di noi e se il team potesse lavorare nella giusta direzione. Credo che le cose siano andate molto bene, con il secondo posto nella nostra categoria ed il progetto che si sta portando avanti è qualcosa che sta riscrivendo la storia» ha esordito la Gatting, seguita dalla Frey che ha commentato: «L’obiettivo per quanto concerne il Campionato ELMS è continuare a mostrare miglioramenti appuntamento dopo appuntamento. Vogliamo essere pronte per Le Mans ma allo stesso tempo ne avevamo già discusso su quale fosse il nostro target: arrivare sul podio. E lo abbiamo già fatto! Dunque l’approccio è stato quello giusto e la strada sta procedendo nella giusta direzione». 

Manuela Gostner ha poi aggiunto: «Non siamo qui giusto per dare un “tocco” di colore al Campionato, vogliamo essere nelle posizioni che contano. Con questa mentalità stiamo lavorando tutti insieme e la situazione si sta facendo più semplice quando si tratta di mettere assieme il giusto pacchetto».

Ma cosa significa per loro la sigla “Women in Motorsport”? «Io e Rahel abbiamo cominciato a correre da giovani nel Mondo delle quattro ruote, già coi kart, dunque siamo abituate alle pressioni dei colleghi uomini. Essere il primo progetto tutto al femminile nell’ELMS è qualcosa di certamente importante, ma al contempo non bisogna vederla come una sfida “donne contro uomini”. Siamo piloti ed una volta indossato il casco non ci sono differenze di sesso, pertanto non catalogateci come “pilota donna”» – ha affermato Michelle Gatting. 

Prosegue la Frey: «Alla fine l’importante è sentirsi parte della squadra: ogni giorno devi confrontarti con i meccanici, gli ingegneri… C’è sempre un grande team dietro ogni successo, altrimenti sarebbe impossibile fare risultati positivi. Devi sempre sapere cosa stai facendo e cosa dovrai fare. In questi anni non ho mai avuto difficoltà e credo che il supporto della FIA sia qualcosa di grandioso, perché così noi donne possiamo aiutarci a crescere in un progetto comune». 

«È un messaggio per tutte le ragazze nel Mondo, non solo nel Motorsport – ha concluso Manuela Gostner – di provare qualunque sport e non essere spaventate dall’ambiente. Quando scendi in pista la differenza la fai a bordo di una vettura ed a nessuno importa se sei un uomo o una donna dentro l’abitacolo, ma solo se sei veloce o no». 

Uno sguardo a quel che sarà

Ma quale sarà il futuro delle donne nel Motorsport? Già agli albori delle corse automobilistiche abbiamo avuto fulgidi esempi di coraggio e talento al femminile, Da Michèle Mouton a Maria Teresa de Filippis. L’occasione di chiederlo direttamente alle tre protagoniste è stato forse il miglior esempio, vivendo loro questa trasformazione in prima persona.

«Spero ci sia un futuro! – ha risposto Rahel Frey – Ma scherzi a parte, è ancora tutto in divenire. Già il fatto che esista un progetto di supporto vuol dire qualcosa. Dobbiamo portare più ragazze all’interno dell’ambiente e dare loro una motivazione a provare, ma anche creare un ambiente per loro ideale: penso ad esempio a chi comincia giovane nei kart. La famiglia in questo caso è importantissima. Poi ci sono anche altri fattori come le ampie spese per sostenere una carriera, e questo credo non cambierà mai». 

Iron Dames: conosciamo meglio il progetto

Il progetto “Iron Dames” nasce dalla volontà di Deborah Mayer, pilota francese, di promuovere la figura femminile nel Motorsport. Al momento ricopre il ruolo di ambasciatrice Ferrari con esperienza nei Ferrari Challenge, i programmi Ferrari XX ed i Campionati GT. Le “dame d’acciaio” in questa prima stagione sono proprio Manuela Gostner, Rahel Frey e Michelle Gatting, che a bordo della Ferrari 488 GTE di Kessel Racing portano sulla livrea della propria vettura e sulle tute da gara il significato del progetto della Mayer. È possibile seguire la loro stagione sulla pagina dedicata Facebook o sul profilo Instagram @iron.dames. 

Nella foto di copertina anche Silvia ZanardiSilvia Valsecchi e Rachele Barbieri, atlete del team di ciclismo monzese BePink, con cui hanno avuto occasione di dialogare durante la nostra intervista. E con la promessa di ricevere da parte delle colleghe a quattro ruote qualche insegnamento per andare forte su pista, ovviamente in auto. 

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