Guerra Ucraina, via libera della FIA a piloti russi e bielorussi. Ma a determinate condizioni

La decisione della FIA sulla guerra in corso

La FIA concede ai piloti russi e bielorussi la possibilità di competere alle gare e agli eventi, ma da atleti neutrali, firmando inoltre un codice di comportamento legalmente vincolante
Guerra Ucraina, via libera della FIA a piloti russi e bielorussi. Ma a determinate condizioni

Alla fine la FIA ha scelto un compromesso, in bilico tra la condanna e l’indulgenza. Mentre il conflitto tra Russia ed Ucraina sembra non avere una via d’uscita pacifica e diplomatica, con il regime di Putin risoluto a piegare uno Stato sovrano e democratico (e Dio solo sa dove poi spingersi), il pianeta sta prendendo posizione contro questa guerra, questa aggressione che fatichiamo a capire nella sua violenza ed arroganza.

La Russia è sempre più isolata, sia diplomaticamente (basti vedere la recente risoluzione Onu), che economicamente. E non solo: tanti eventi cancellati o spostati altrove, anche nel mondo dello sport, che si è spinto anche a vietare la presenza di atleti russi e bielorussi dalle competizioni, come alla Paralimpiadi invernali di Pechino. 

Il motorsport ed il conflitto in Ucraina 

Nel motorsport abbiamo visto l’annullamento del GP di Sochi, il team Haas che ha defenestrato Nikita Mazepin e lo sponsor Uralkali e la coraggiosa e lodevole presa di posizione di Sebastian Vettel quando ancora si pensava che Putin non marciasse veramente su Kiev. Inoltre di recente il due volte campione europeo rally Alexey Lukyanuk, di nazionalità russa, ha deciso di fermarsi per rispetto nei confronti della situazione, ed in solidarietà verso l’Ucraina. Da più parti erano poi giunte pressioni sulla FIA affinché facesse qualcosa per condannare la guerra e prendesse provvedimenti, un po’ come ha fatto sul versante calcistico la FIA e l’UEFA con decisioni dure e mica tanto scontate.

I piloti russi e bielorussi in gara, ma da neutrali

Alla fine la Federazione Internazionale ha optato per far partecipare i piloti russi e bielorussi alle competizioni su pista, rally ed off-road, purché come atleti neutrali, quindi senza bandiera ed inno (a differenza delle squadre, direttamente bandite). Un po’ come si è fatto in questi anni con le Olimpiadi, come misura nei confronti dello scandalo del doping di Stato in Russia. I piloti inoltre dovranno sottoscrivere un modulo («legalmente vincolante») come conditio sine qua non per partecipare alle gare, con una serie di impegni: si parte dal rispetto delle decisioni adottate dal Consiglio Mondiale del Motorsport riunitosi lo scorso primo marzo, con il rifiuto delle stesse che comporterà «una violazione dell’articolo 12.2.1.e del Codice sportivo internazionale FIA ​, comportando l’imposizione di una penalità o sanzione ai sensi del Codice Sportivo Internazionale, degli Statuti FIA, del Regolamento Giudiziario e Disciplinare FIA ​​e/o di qualsiasi altra disposizione applicabile delle norme e dei regolamenti FIA», si legge.

La FIA “solidale con il popolo ucraino”

Negli altri punti, in tutto una decina, il pilota russo o bielorusso si impegna a riconoscere la volontà della FIA di essere «solidale con il popolo ucraino», la sua Federazione nazionale «e tutti coloro che soffrono a causa del conflitto in corso», di partecipare alle gare ed eventi solo a titolo «individuale e neutrale», senza mostrare «alcun simbolo, colore o bandiera nazionale russa/bielorussa pubblicamente o tramite i social media», evitando anche di esporre simboli o bandiere sul proprio abbigliamento, effetti personali o sulla vettura, neppure nomi o acronimi che possono ricondurre alla Russia o Bielorussia, «in qualsiasi lingua e formato». Vietato anche l’inno, che non verrà mai suonato negli eventi FIA né dovrà mai essere cantato «in nessuna sede ufficiale dell’evento o altra area controllata dalla FIA o dall’organizzatore o promotore di un evento».

Non escluso un inasprimento delle misure in futuro

Inoltre il pilota di nazionalità russa/bielorussa non farà «dichiarazioni o commenti» o azioni che possano «pregiudicare gli interessi della FIA, di qualsiasi competizione e/o sport motoristici in generale», evitando di esprimere in particolare ogni genere di sostegno «alle attività russe e/o bielorusse nei confronti dell’Ucraina». Al punto 9 poi si legge: «Riconosco ed accetto che la FIA possa attuare ulteriori misure o emettere ulteriori decisioni in relazione alla mia partecipazione agli eventi FIA alla luce del conflitto in corso in Ucraina, incluso il diritto di rifiutarmi l’ingresso o impedirmi di partecipare e/ o partecipare a qualsiasi evento. Rispetterò qualsiasi ulteriore misura e decisione». Non è escluso quindi che la FIA possa optare per una stretta in futuro, a seconda dell’inasprimento del conflitto e delle sue conseguenze.

 

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