Gian Carlo Minardi “Il problema degli italiani sono le risorse”
Gli italiani e la Formula 1. Un tema che da una decina di anni a questa parte è di grande attualità tra tutti gli addetti ai lavori e non solo, visto che dopo Jarno Trulli e Giancarlo Fisichella il nostro paese non è riuscito a portare nel grande circus nessun’altra bandiera, ad eccezioni delle parentesi di Pantano, Bruni e Liuzzi senza però riuscire a convincere i team principal, forse a causa di una “valigia” troppo vuota e incapace di competere con quella dei paese emergenti, piuttosto che per le loro capacità tecnico-sportive.
Nell’anno del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia il nostro tricolore rischia di essere rappresentato, salvo una clamorosa novità dell’ultimo minuto con l’annuncio di Tonio Liuzzi al volante della HRT, soltanto da un pilota: il 37enne Jarno Trulli
Ad alzare la voce su questo tema scottante è lo stesso pilota abruzzese che si prepara a prendere parte alla sua seconda stagione al volante del team Lotus. Durante un’intervista al settimana Autosprint Jarno punta il dito contro la Federazione e sui programmi in grado di finanziare e guidare il cammino dei più meritevoli “Non credo che in Italia manchino i piloti, la carenza sta nei programmi in grado di finanziare e guidare il cammino dei più meritevoli. Io so chi ringraziare per la mia carriera e sono persone non legate alla Federazione. Purtroppo per noi piloti in Italia c’è la Ferrari. Gli italiani sono storicamente fuori dai loro programmi, non ne conosco i motivi ma è così, ed in più calamitano su di se l’attenzione della gente che si identifica in loro. E’ molto difficile che un italiano si appassioni ad un pilota del suo paese, come accade da altre parti. Però è anche vero che se la Ferrari non fa nulla è perché non ne ha bisogno, non ci sono altre strutture che si danno da fare per colmare questo vuoto e così… al momento mi ritrovo da solo,” dichiara Trulli
I microfoni di Minardi.it hanno raggiunto Gian Carlo Minardi che proprio nel 1997 decise di puntare sulle qualità di un giovanissimo Jarno Trulli, senza andare a guardare la valigia e il budgets a disposizione. Oggigiorno il manager faentino è impegnato a fianco della Federazione mettendo a disposizione la sua esperienza con l’obbiettivo di mettere in campo tutte le sinergie di vitale importanza per avere formule propedeutiche e preparare i piloti del domani. “La Federazione in questi ultimi anni ha fatto molto per i suoi piloti e molto si sta facendo per supportare i ragazzi che dal kart si avvicineranno al mondo dell’automobilismo e che dalla Formula ACI CSAI Abarth e Formula 3 si apprestano a calcare gli scenari più importanti di tutto il mondo, con la speranza di avere a breve un nuovo pilota italiano in Formula 1,” analizza Gian Carlo Minardi
“A partire da quest’anno, come ulteriore step, la CSAI ha inglobato al suo interno la F.I.K. (Federazione Italiana Karting) Questo rappresenta un ulteriore passo per valorizzare i nostri piloti e aiutarli nei passaggi e nelle scelte. Certamente non è facile per un italiano trovare le risorse necessarie per approdare in categorie come GP3 o GP2 o entrare in un team di F1 come terzo pilota. Questo però non è dovuto ad una mancanza della Federazione che non si deve sostituire ad una banca o ad uno sponsor e non è un ente di beneficienza. Il compito della Federazione è quello di trovare delle collaborazioni per portare avanti progetti ambizioni. Proprio in questo senso da diversi anni sta portando avanti un’alleanza con la Ferrari e la FDA. La collaborazione tra la Scuderia di Maranello e la Federazione in questo momento è ai massimi storici.
Mi dispiace leggere pertanto certe critiche da parte di Jarno. Al di la delle sue qualità che nessuno può negargli, ha vissuto un periodo in cui l’Italia poteva esprimere un alto potenziale economico e contare su due realtà italiane in Formula 1, una delle quali privilegiava certamente i piloti più meritevoli nostrani
Purtroppo oggi lo scenario è diverso. Da una parte abbiamo continenti e nazioni emergenti come India, Cina, Asia che sfruttano l’automobilismo e lo sport per promuover la propria economia e il proprio turismo e dall’altra abbiamo una sola scuderia impegnata nel Mondiale che, con il difficile compito di vincere, non può certo avvalersi di piloti debuttanti. Proprio per far fronte a questo, da un anno a questa parte, è nata la Ferrari Drivers Accademy, un progetto ambizioso e importante con il preciso scopo di far crescere e far debuttare nei prossimi anni un pilota nella massima serie automobilistica. La FDA è una novità assoluta,” commenta Minardi.
“Ogni generazione vive la sua realtà e Jarno è stato uno degli ultimi fortunati a vivere un certo tipo di esperienza con una griglia formata da diverse scuderie che, indipendentemente dalla Minardi, investivano sui giovani privilegiando il talento al budgets. Se proiettassimo lo scenario del 1996-1997 ad oggi, lo stesso Trulli sarebbe in difficoltà ad entrare in Formula 1. Sono cambiati i sistemi e non esistono più team che sono disposti ad investire sui giovani. Non si investe più sul pilota emergente. Di conseguenza senza budgets non si va da nessuna parte, neanche con le persone giuste” conclude il manager faentino.
MINARDI.IT
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