Formula E | Frenate estreme all’ePrix di Marrakech: l’analisi di Brembo
Freni cruciali in Marocco
La curva 7 considerata la più critica
Frenare a Marrakech può essere estremo. Il tracciato è tra i più lunghi della stagione (quasi 3 km), ha rettilinei estesi e curve strette dove i freni sono sottoposti a forti sollecitazioni. In un giro al circuito di Moulay El Hassan, circa il 27% del tempo viene impiegato frenando. Il punto più critico è all’ingresso in curva 7, una sezione che richiede una staccata violenta e impegnativa da gestire. Per rallentare la monoposto, i freni Brembo devono generare una potenza quasi 4 volte quella erogata dal motore elettrico. Il contachilometri deve scendere di oltre 100 km/h in circa 100 metri e in meno di 3 secondi prima di entrare nella curva a sinistra successiva. Ma non finisce qui: le curve seguenti hanno tutte un livello di difficoltà medio-alto e la pressione sui freni è implacabile. Alla fine di un solo giro, la quantità di energia coinvolta nelle frenate è oltre il 2,5% della capacità della batteria. Solo una minima porzione di questa energia può essere rigenerata sul posteriore, la maggior parte viene invece dissipata tramite calore.
I freni sono la chiave del successo
La combinazione di lunghi rettilinei, curve strette e un clima generalmente caldo, rende questo circuito particolarmente aggressivo sui freni, che non hanno abbastanza tempo per raffreddarsi durante il giro. I dischi devono rimanere nel range di temperatura 400-800 °C per funzionare al meglio. All’ePrix di Marrakech, sfruttare al meglio i freni è la chiave per gestire con successo la gara.
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