Il Campionato Mondiale Endurance di quest’anno ha una nuova protagonista (e dalle parti della casa costruttrice si spera sia un ruolo di primo piano, quando si farà il bilancio della SuperSeason 2018/2019): parliamo della BMW M8 GTE, frutto di un programma di sviluppo che affonda le radici nel 2015 con in vista un obiettivo importante, ovvero il ritorno alla 24 Ore di Le Mans dopo un assenza che perdura per la multinazionale tedesca dal 2011. Nell’imminenza dell’evento che si terrà il prossimo 16 e 17 giugno, BMW lancia un docufilm (Mission 8, in testa all’articolo il trailer) che svela come sia nata la vettura.
Il caso della M8 GTE è particolare, essendo inedito il fatto che sia nata prima la vettura da corsa che quella di serie: disegnata dall’ingegnere capo Dominic Harlow, la grand tourer si sviluppa con l’intento di sostituire il precedente modello della M6 GT3, dalla quale diverge per il tipo di motore e per lo chassis che rispetto alla vettura precedente è simile alla versione di serie. Il debutto della M8 GTE è stato in occasione della 24 Ore di Daytona corsa in gennaio (miglior risultato delle due auto in gara il 18esimo posto della #24 con a bordo John Edwards, Jesse Krohn, Nick Catsburg ed Augusto Farfus): infatti, parallelamente al campionato WEC (in classe GTE, mentre per la LMP1 c’è soltanto l’auspicio) dove l’obiettivo principale è – come abbiamo detto – il ritorno a Le Mans, la M8 GTE parteciperà per tutta la stagione all’IMSA WeatherTech SportsCar Championship che si corre in Nord America e Canada, di cui la Daytona rappresenta il round di apertura ed una delle Classiche assieme alle 12 Ore di Sebring e la Petit Le Mans. BMW ha sempre fatto parte della storia della serie nordamericana, così come in quella del WEC, dove ricordiamo la vittoria del 1999 con la V12 LMR a Le Mans guidata da Yannick Dalmas, Joachim Winkelhock e Pierluigi Martini: ed è proprio la leggendaria gara endurance in terra transalpina l’obiettivo cardine del progetto BMW, pronta a lottare in una GTE che grazie alla presenza di Porsche (che ha abbandonato la ormai impoverita classe regina dove l’avversaria Toyota se la canta e se la suona da sola), di Ferrari, Aston Martin e Ford è ormai è diventata il fulcro del WEC. Dopo il quinto posto nella 6 Ore di Spa-Francorchamps, BMW a Le Mans sarà chiamata non solo ad un risultato di rilievo cercando di mettere pressione agli avversari, ma anche a dimostrare ulteriormente l’efficienza della vettura, allontanando spauracchi come quello del 2010 quando la Art Car disegnata nientemeno da Jeff Koons dovette penare per problemi tecnici.
Ma la M8 GTE è frutto di una lunga gestazione che mira a rendere la vettura quanto più performante e competitiva. Spinta da un motore V8 caratterizzato dalla tecnologia turbo BMW TwinPower, con una capacità di 4.0 litri e un cambio sequenziale a sei marce, la grand tourer sviluppa oltre 500 cavalli di potenza, in modo da cercare di combinare la massima prestazione con un’altrettanta resistenza e durata. La vettura è inoltre lunga 4,98 metri e larga 2,04, con un peso pari a 1.220 kg, abbastanza contenuto anche grazie ai componenti ultraleggeri ed infine una aerodinamica sviluppata anzitutto al computer e con la stampa in 3d prima di spostarsi nella galleria del vento. Il design infine riflette in alcune componenti le vetture della Serie 8.