X

Dakar | Loeb: “Abbiamo fatto bene a concentrarci più sui test con Prodrive. Con Lurquin c’è una buona sintonia”

La Dakar 2022 che partirà questo fine settimana rappresenterà la sesta partecipazione in carriera per Sébastien Loeb, ma al tempo stesso la seconda con il team Bahrain Raid Xtreme e Prodrive, marchio storico del motorsport che ha prodotto il BRX Hunter con cui il francese ha debuttato (senza troppo successo) nell’edizione 2021. Ma in quella 2022, oltre alla naturale voglia di rivalsa, l’alsaziano potrà contare su un veicolo aggiornato e che rientrerà nella tipologia del nuovo gruppo T1+.

Loeb: “È stato meglio concentrarsi più sui test che sulle gare con il BRX Prodrive T1+”

Un prototipo quindi che, sulla scorta degli altri 4×4 in questo gruppo, avrà dimensioni maggiori (in particolare in termini di diametro delle ruote e nell’escursione delle sospensioni, ma l’intero mezzo appare più massiccio). Un bestione con motore Ford V6 biturbo 3,5 litri da 400 cv sicuramente più pesante rispetto alla versione precedente, come ha riconosciuto Loeb in colloquio con DirtFish, ma questo resta a suo dire «l’unico aspetto negativo». Per il campionissimo del WRC (Mondiale Rally dove tornerà nel 2022, sebbene a tempo parziale, grazie a M-Sport) il BRX T1+ è migliorato infatti dal punto di vista della stabilità, consentendo quindi al pilota di poter spingere di più con la vettura senza correre grossi rischi di capottamento; inoltre aver sacrificato le gare per concentrarsi specialmente sui test (anche se la mancata partecipazione all’Abu Dhabi Desert Challenge, per dire, era dovuta ad un imprevisto avvenuto durante le sessioni di prova proprio al veicolo con a bordo Loeb) per il francese è stata una buona idea. «Anche se non abbiamo fatto la Baja Ha’il [ultimo round della Coppa del Mondo Cross Country FIA ed ultima prova generale in vista della Dakar, ndr], siamo comunque riusciti a fare molti chilometri, il che è stato positivo. Se avessimo commesso un errore, o avessimo avuto un problema, potevamo fermarci e provare a lavorare insieme per risolverlo, cosa che non avremmo potuto fare se avessimo gareggiato. Se dovessi scegliere tra cinque giorni di gare e quattro giorni di test, credo che sarebbe meglio optare per la seconda», ha argomentato Loeb.

La collaborazione appena nata tra Loeb e Lurquin

La Dakar 2022 rappresenterà per lui anche il debutto con il nuovo navigatore Fabian Lurquin, al posto dello storico Daniel Elena che ha deciso alla fine del 2021 di ritirarsi dalle scene (e in ogni caso non sarebbe stato il monegasco il copilota, visti i rapporti tesi con Prodrive). La nuova coppia non ha avuto tantissimo tempo da poter spendere assieme nell’abitacolo al di là delle sessioni di test, ma per Loeb comunque potrebbe essere stato sufficiente. «Non abbiamo lavorato insieme molto a lungo, rispetto ad altre coppie come quelle di [Nasser] Al-Attiyah e [Mathieu] Baumel che si conoscono molto bene, ma penso che abbiamo già una buona collaborazione e una buona comprensione l’uno dell’altro», ha spiegato il pilota, sempre su DirtFish. «Abbiamo la stessa visione della Dakar per quanto riguarda la navigazione, quindi possiamo lavorare in modo intelligente per cercare di ottimizzare il nostro modo di collaborare. Entrambi abbiamo una piccola esperienza di questa gara e ci stiamo avvicinando allo stesso modo. Sappiamo cosa dobbiamo fare e penso che siamo pronti. Ma come sappiamo, sarà complicato. L’anno scorso ci sono stati molti problemi con la navigazione, ma non credo che il problema fosse dovuto al tablet. Si tratta pur sempre di un roadbook e i navigatori si sono abituati a lavorare con il tablet senza troppi drammi. La cosa più complicata è che dobbiamo fidarci al 100% del roadbook, il che è quasi impossibile perché otteniamo il codice per sbloccarlo solo 10 minuti prima dell’inizio della tappa».

Loeb e l’incognita del roadbook consegnato pochi minuti prima della tappa

Il disvelamento del roadbook solo qualche minuto prima della gara sarà quindi la più grande incognita, più che il formato elettrico dello stesso stando alle parole di Loeb (nonostante il fatto di non aver partecipato alla Dakar 2020, dove debuttò il roadbook digitale, cosa che mise in croce il duo Loeb ed Elena successivamente nel 2021, non avendo avuto esperienza di questo dispositivo. Ed infatti il risultato fu un ritiro inglorioso dopo la prima settimana di gara): l’esperimento delle scorse edizioni di consegnare le note la mattina stessa della gara è stato infatti poi esteso a tutte le categorie in competizione, e come ha detto Loeb ci sarà da fidarsi completamente del roadbook. «E il navigatore lo scopre ad alta velocità, dovendo anticipare le mosse, e penso che sia la cosa più complicata perché con le auto che abbiamo si va molto velocemente in alcune sezioni e al tempo stesso dobbiamo capire dove andare», ha quindi sottolineato l’alsaziano.

Infine, Loeb ha svelato in merito alla sfortunata Dakar 2021 sua e di Elena: «Il rapporto che ho avuto con il mio copilota l’anno scorso non era così chiaro come sto cercando di costruire invece adesso con Lurquin. L’anno scorso, con il tablet, non ho mai visto nulla e ho dovuto solo fare quello che mi diceva Daniel, cosa che è sicuramente più complicata per un pilota. E con Fabian, stiamo lavorando per avere una buona comunicazione per cercare di fare qualcosa in modo tale che, anche se non vedo il roadbook, io riesca almeno capire cosa debba fare e lavorare un po’ di più insieme sul lato della navigazione. Entrambi dobbiamo essere pronti a reagire nel caso qualcosa vada storto».

 

Luca Santoro:
Articoli Correlati