CIRT | Scandola: “Il nostro unico obiettivo è portare a casa il titolo!” [INTERVISTA]

Con la partnership di Hyundai Italia

Umberto Scandola è pronto alla sfida nel CIRT già in Sardegna, a bordo di una Hyundai i20 New Generation R5.
CIRT | Scandola: “Il nostro unico obiettivo è portare a casa il titolo!” [INTERVISTA]

Un Umberto Scandola tranquillo ma deciso quello visto durante la presentazione dello Hyundai Rally Team Italia lo scorso venerdì, nella sede di S.A. Motorsport. Il pilota veronese, che ha chiuso lo scorso anno al 2° posto nel CIR, è rimasto appiedato da Skoda Italia, ma Hyundai Italia ha voluto credere nella compagine veneta e, assieme a Hyundai Motorsport, hanno messo assieme il programma per il Campionato Italiano Rally Terra. Ecco cosa ha detto Scandola ai nostri microfoni:

Com’è nato questo rapporto con Hyundai, dopo anche l’abbandono di Skoda Italia?

«Tutto molto semplice! Insieme a mio fratello [Riccardo, Team Manager di S.A. Motorsport Italia ndr] ci trovavamo in Germania a Francoforte per una fiera. Qualche giorno prima era uscita la notizia che Andrea Adamo era diventato responsabile di Hyundai Motorsport, quindi l’avevo sentito telefonicamente per fargli i complimenti perché lo conoscevo da tempo. Mi disse: ‘Quando sei da queste parti passa a trovarmi!’; come per dire: quando mai ti capiterà di essere a Francoforte. Io gli ho detto: ‘Guarda, sono lì da te settimana prossima, in zona’ e siamo passati a trovarlo. Così, dal nulla e vista la situazione di Hyundai, ci siamo chiesti cosa potevamo fare e, alla fine, è nata questa partnership che ci rende veramente molto orgogliosi».

Quest’anno sarete presenti nel Campionato Italiano Rally Terra, ma possiamo già dire che state pensando al Campionato Italiano Rally?

«Sinceramente per il 2020 non abbiamo ancora fatto parola. Che ci sia da parte nostra e da parte di Hyundai Italia di spingere in questa direzione mi piacerebbe, anche qualcosa in più a livello internazionale – questo è un mio pensiero personale –, però a oggi il nostro unico obiettivo è quello di portare a casa il CIRT».

Hyundai è impegnata a 360° nel motorsport, e su pista ha un programma per i giovani. C’è un’idea di creare lo stesso progetto anche per i rally appoggiandovi a voi?

«Penso che sarebbe bello e costruttivo, ma bisogna chiedere nel dettaglio a Hyundai Italia. Credo che con loro ci fosse questa apertura da parte del team – parlo a nome di mio fratello. C’è tutta la disponibilità per portare avanti questo progetto, però sono iniziative che partono direttamente dalla Casa o dalla filiale».

Si avvicina il Rally Italia Sardegna: quali sono gli obiettivi, sia realistici ma anche quelli più fantasiosi?

«Mi piace essere razionale: l’obiettivo è solo quello di portare a casa i punti che non abbiamo portato a casa nel Rally Adriatico. Bisogna fare bene, essere incisivi e vincere nel CIRT perché sono troppo importanti i punti visto che le gare sono poche».

Parlando invece del finale di stagione dello scorso anno, dove hai calzato le coperture DMACK al loro debutto, hai avuto qualche rimpianto?

«No, assolutamente! È comunque esperienza e sulla carta avevamo uno pneumatico non così performante che, invece, si è dimostrato il contrario, in situazioni in cui non pensavo. Forse in altri casi abbiamo pagato qualcosa, ma ha compensato dove si è espresso al meglio. È andata bene, è stata una bellissima esperienza».

Rispetto ai giovani piloti italiani che si stanno facendo vedere adesso, c’è difficoltà ad affacciarsi anche a campionati internazionali come il Mondiali. Che problema c’è, tu che lo vedi anche da pilota?

«Dire che c’è un problema è difficile, io preferisco provare a cercare di far qualcosa piuttosto che analizzare cosa non va. Cosa non va sicuramente c’è, ma bisogna prendere spunto da realtà che funzionano, come la Francia ad esempio, farsi le domande e confrontare come lavoriamo noi e loro. Non parlo solo di Federazione, parlo anche di approccio del singolo pilota all’evento, alla gara o al campionato».

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