CIR | Rossetti: “Onore a Basso, ma la nostra sicurezza è a rischio. Serve un segnale forte” [INTERVISTA]
Rossetti commenta il caso forature
Il Campionato Italiano Rally 2019 si è chiuso nella maniera meno auspicabile possibile, e non parliamo dei risultati sportivi in sé, ma del caso controverso che getta più di un’ombra sulle nostre competizioni nazionali.
Il caso delle forature che scuote il CIR
Parliamo delle forature che hanno colpito, in maniera particolare e con una certa intensità nell’ultimo atto del Tuscan Rewind, gli equipaggi composti da Simone Campedelli e Tania Canton da una parte e da Luca Rossetti ed Eleonora Mori dall’altra e che hanno contribuito a pregiudicare la loro corsa al titolo. Mentre il team di Campedelli, Orange1 Racing, tramite il suo massimo dirigente Armando Donazzan annuncia la fine dell’impegno nei campionati italiani rally, da Citroen (che supporta da quest’anno ufficialmente Rossetti e Mori) al momento nessuna dichiarazione.
Abbiamo contattato perciò direttamente il pilota pordenonese, a cui è sfuggita la vittoria nel Tuscan Rewind e nel CIR 2019 proprio per via di una foratura nell’ultima prova speciale. Il trionfo è andato poi a Giandomenico Basso, e Rossetti (e siamo certi si tratti dello stesso pensiero degli altri piloti in causa, come Campedelli) rimarca spesso il fatto che questa battaglia per avere chiarezza su questi fatti incresciosi e per ottenere più sicurezza sulle strade di gara non sminuisce né è da ritenersi contro Basso, la cui festa per il terzo titolo in carriera è stata un po’ rovinata malgrado suo e dei suoi colleghi. Non è una polemica contro di lui, ma a favore anche del trevigiano. In questo i piloti CIR sono compatti e solidali tra di loro.
Le forature di Rossetti al Rally Due Valli
Rossetti ovviamente non ha potuto sbilanciarsi più di tanto per ovvi motivi, considerata la delicatezza della situazione, «essendoci anche un esposto in corso», spiega, riferendosi a quello presentato da Citroen alla Federazione con la ruota “incriminata”. Concentrandoci sul pilota Citroen, siamo partiti parlando di quanto avvenuto al precedente Rally Due Valli, con quella strana doppia foratura nella PS6 che ha compromesso la corsa al titolo dell’equipaggio. «Era una doppia foratura sullo stesso lato, con un monoforo sul battistrada, quindi non un taglio del pneumatico con lo sfondamento dello stesso per via di una pietra. Puoi forare rientrando da un taglio, squarciando la spalla del pneumatico, puoi impattare su una pietra e fare un grosso danno al battistrada o sfondare un cerchio: questo di solito quando si fora per un errore di guida. Quei due forellini, visti anche dai commissari tecnici, erano un po’ anomali. Purtroppo non possiamo dire più di tanto da quanto si rivela dall’analisi tecnica delle gomme, mentre al Tuscan la situazione era un po’ diversa».
Rossetti è parte lesa per quanto è successo? Il pilota risponde così: «Sicuramente c’è stato un intervento esterno che ha influenzato il risultato ma che soprattutto ha messo a rischio la nostra incolumità . C’è qualcosa quindi che non va e non riguarda principalmente l’aspetto della sicurezza degli equipaggi. Mi sembra si tratti di episodi ripetuti». Tuttavia puntualizza: «Il pensiero nei confronti dei miei colleghi resta assolutamente invariato alla luce di questi fatti. Io nutro molta stima e rispetto per gli avversari di quest’anno, abbiamo affrontato delle bellissime lotte e questi fatti non cambiano i miei sentimenti. La mia certezza è che si tratti di eventi che arrivano dall’esterno».
Rossetti: ” Serve un segnale forte”
«Non è una questione di merito o di demerito degli avversari», altro punto su cui Rossetti vuole fare chiarezza. «Non c’entra niente alla fine il risultato sportivo o dire “lui ha vinto perché noi abbiamo forato”: non è assolutamente questo il tenore del nostro pensiero. Anche perché io non mi sono potuto giocare le mie carte sino alla fine e quindi non sapremo come sarebbe andata a finire. Non viene messo in dubbio il valore degli altri piloti, semplicemente vogliamo giocarci le nostra chance sino alla fine. Comunque onore al merito di chi ha vinto».
C’è una spiegazione a questi presunti tentativi di sabotaggio del CIR? Qui Rossetti ammette: «No, sinceramente non capisco. Penso sia anche difficile riuscire a capire. Quello che sicuramente si potrebbe fare è tutelare la sicurezza degli equipaggi, dando un segnale forte in questa occasione e cercando poi di istituire una regola che preservi la nostra incolumità ». Sorge spontanea perciò la domanda: quale potrebbe essere, a parere del pilota Citroen, un adeguato segnale forte? «Non lo so, io lo richiedo, ma spingersi oltre potrebbe generare delle polemiche, e non è il mio intento», spiega.
“Spero che Citroen Italia prosegua nel CIR, ma non mi sento sicuro”
Ha tenuto banco in questi giorni la clamorosa decisione presa da Citroen di abbandonare il WRC, mentre proseguono i programmi nelle corse clienti con la R5. Alla luce però di quanto sta avvenendo da noi, è lecito domandarsi se la casa francese intenderà investire ancora nel CIR. Qui Rossetti prende un piccola pausa prima di parlare: «Mi sembra corretto dire “prima risolviamo questa situazione, poi ne riparliamo”, ma è un mio pensiero personale. Il mio augurio è quello che Citroen Italia confermi ancora l’impegno nel CIR, perché la vettura abbinata alle gomme Pirelli ha dimostrato una grandissima competitività in un crescendo di prestazioni. Al Tuscan Rewind eravamo su un alto livello di performance».
«Riguardo le parole di Donazzan, dobbiamo metterci nei panni di chi investe per il campionato, investe del denaro nella vettura, nella pubblicità … E questo sforzo deve essere tutelato. Ogni scelta potrebbe essere corretta, perché puoi farlo per passione ma poi ti poni anche dei perché se le cose non vanno». Rossetti poi ammette, laconico: «Se mi sento sicuro ed incolume correndo nel CIR? Attualmente no».
«Un domani poi chiunque potrebbe influire sul risultato, sia a mio favore che a mio svantaggio, per svariati motivi che non dipendono da me», specifica il pilota. «Citroen deciderà il da farsi e io mi rimetterò alla loro volontà . Il mio pensiero è molto semplice e lineare, e penso sia condivisibile dagli altri miei colleghi. Dichiarare di aver forato per dei chiodi non significa gettare discredito o dare il demerito ad altri equipaggi, significa dire invece “a me è successo questo, e non ho avuto la possibilità di giocarmi le mie chance sino all’ultimo chilometro”. Probabilmente sarei stato battuto sul campo, e ci sta, fa parte dello sport; non vuol dire “lui ha vinto immeritatamente”. Non so perché ci sia questa lettura quando invece dovremmo essere uniti nel trovare una soluzione».
Sui social infatti si sta scatenando la guerra tra fazioni, come avviene puntualmente sul web dove una scintilla diventa rapidamente un incendio. «Purtroppo il risultato sportivo è passato in secondo piano, e penso ai miei amici ed avversari Basso e Granai, per cui quanto è avvenuto ha rovinato la loro festa. Nessuno può dire che sarebbe andata comunque come è andata a finire. Almeno datemi la possibilità di giocarmela sino all’ultimo metro», ribadisce.
“Corriamo tutti un pericolo”
«I fatti dicono questo: ed esporre i fatti non significa recriminare su qualcosa. È accaduta questa cosa: facciamo in modo che non accada di nuovo. Corriamo tutti un pericolo: i tifosi devono capire questo, non è che si fanno delle dichiarazioni per non riconoscere una sconfitta. Come pilota sapevo che mi scontravo con avversari di pari livello e ci saremmo giocati con molto appagamento agonistico le nostre carte sino alla fine. Ed invece mi hanno estromesso da questa possibilità . La Federazione ha in mano un prodotto bellissimo: ho letto un titolo su un blog [il sito di Rallyssimo, ndr], “La bellezza rubata”, ed infatti hanno rubato la bellezza sì, ma al proprietario di quel prodotto. Lo stesso che deve agire immediatamente, dare un segnale, far capire che se anche uno volesse sabotare non potrebbe».
«Saremmo arrivati alla fine, all’ultima prova speciale in quattro per il titolo, a pochi secondi tra di noi: ma dove la trovi una gara così?», conclude amaro Rossetti. «È una cosa pazzesca, ce l’hanno rubata, ma prima ancora agli appassionati e ai tifosi». Chiude il pilota: «Vorrei comunque cogliere l’occasione per ringraziare Carlo Leoni, Citroen Italia, tutti i ragazzi di F.P.F. Sport e di Pirelli, la famiglia Fabbri, tutti i meccanici e i ragazzi che ci hanno seguito in questa gara e in questa stagione di ritorno in una casa speciale con una vettura dimostratasi competitiva».
Crediti Immagini di Copertina: ACI Sport
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