Un anno che difficilmente si può dimenticare: la stagione 2018 del Campionato Italiano Rally rimarrà impressa nella mente di Paolo Andreucci ed Anna Andreussi, non soltanto per l’undicesimo trionfo nel Tricolore che li proietta verso l’olimpo del rallismo nazionale (ed oltre), ma per come sono arrivati a questo successo. Se per l’equipaggio Peugeot Italia a bordo della 208 T16 l’inizio della stagione è sembrato procedere nell’ordinaria amministrazione, l’estate ha portato con sé delle turbolenze sul cammino di Ucci-Ussi: i due filavano via come una vela sino a quando una serie di eventi han fatto vacillare pesantemente il loro dominio. Dominio che poi hanno riconquistato nell’ultimo weekend di campionato, in una lotta testa a testa.
I successi nella prima parte della stagione
La partenza del pilota della Garfagnana e della sua fidata navigatrice è stata a razzo, con la doppietta di vittorie nei primi due appuntamenti del 2018, al Rally del Ciocco (ottavo trionfo in carriera nella Valle del Serchio) e al Sanremo, sesto successo nella Riviera Ligure dopo aver mantenuto saldo il comando della generale per tutte e dieci le PS del programma. Il messaggio lanciato agli avversari era chiaro: dieci titoli nel CIR non sono sufficienti, la coppia Ucci-Ussi non si accontenta della fatidica stella conquistata grazie ai loro scudetti, ma vuole spingersi oltre. D’altronde lo stesso Andreucci ha dichiarato a più riprese, anche durante la stagione, di voler continuare a correre finché si diverte e sinché la vittoria si troverà a portata di mano, grazie anche al lavoro fatto sulla vettura (e di sentirsi anche un giovanotto, come ha dichiarato ad una nostra intervista realizzata quest’anno). Neppure il piccolissimo arretramento alla Targa Florio, dove ha concluso secondo alle spalle di Andrea Nucita, scompone più di tanto l’equipaggio Peugeot capace di issarsi al comando delle prime sei prove speciali del Rally delle Madonie. La strada verso il Tricolore è ancora lunga ma non preannuncia alcun tipo di scossone.
Così è stato anche al Rallye Elba, prova che rientrava nel CIR dopo venticinque anni di assenza: Andreucci qui in precedenza ottenne il suo primo trionfo in Peugeot, ma senza Anna al suo fianco. Quest’anno la coppia così composta si è presa il primo posto nella prova isolana, complice anche l’harakiri di uno dei suoi avversari più tosti e determinati, Simone Campedelli. Intanto Umberto Scandola ed Andrea Crugnola, rispettivamente secondo e terzo, iniziano a farsi spazio nella quadriglia che vedrà a fine stagione questi quattro piloti lottare per il titolo.
Andreucci controlla il suo primo posto nella classifica piloti con un buon vantaggio (57 punti contro i 32 del secondo piazzato, Scandola). Ma delle nubi minacciose sul cammino di Ucci-Ussi si approssimano all’orizzonte: tutto è cominciato con la prima prova su sterrato della stagione, il San Marino Rally.
Le difficoltà nella seconda parte della stagione
Improvvisamente qualcosa si rompe, e non solo in senso lato, sulla terra della prova nella Repubblica del Titano: il braccio di una sospensione della Peugeot 208 T16 R5 finisce ko e costringe Ucci-Ussi al primo ritiro stagionale. «Non mi era mai capitato di rompere così, ma può succedere»: dirà alla fine un amareggiato e pure contrariato (come lui stesso ha riconosciuto) Andreucci. Sta di fatto che quest’ultimo continua a mantenere il vertice di classifica, sebbene i suoi avversari inizino ad avvicinarsi sempre di più.
Ma l’ora più buia per la coppia dei record doveva ancora arrivare, ed è scattata il 13 luglio: i due stavano testando la gomme della loro vettura nei pressi di Bajardo, in Liguria, quando un problema meccanico li ha fatti sbattere contro un muretto. Un impatto spaventoso («C’è stata una decelerazione da 90 chilometri orari a zero in meno di un secondo», dirà poi il protagonista dell’incidente tempo dopo a Vanity Fair Uomo) che ha fatto temere il peggio, ma fortunatamente sia Andreucci (praticamente subito dimesso) che Andreussi (che ha necessitato di qualche mese in più per riprendersi al 100%) ne sono usciti vivi, coscienti e sulle loro gambe. Anzi, lo stesso Paolo si è subito buttato a capofitto sul CIR quasi come se nulla fosse successo, annunciando che sarebbe stato regolarmente al via del Rally di Roma Capitale che si sarebbe corso la settimana successiva (sebbene senza Anna al suo fianco, sostituita da una vecchia conoscenza del toscano, David Castiglioni).
Ma il periodo no di Andreucci è continuato con il secondo ritiro consecutivo in stagione, per via di una uscita di strada nella PS12 del Roma Capitale che mette fuori gioco la sospensione (di nuovo).
La striscia negativa non sembra arrestarsi perché ancora una volta gli sterrati non arridono ad Andreucci (che nel frattempo ritrova al suo fianco Anna): nella penultima prova della stagione, il Rally Adriatico, l’equipaggio non si dimostra competitivo come inizio stagione e subisce pure un cappottamento sul finale. Tutto questo porta i due a perdere la vetta della classifica del CIR 2018, che perdono soltanto per 0,50 punti a vantaggio di Scandola.
Il trionfo finale
Nell’ultima gara del 2018, il Rally Due Valli, Ucci-Ussi si ritrovano così per la prima volta in stagione nelle veste di inseguitori, ma forti di una determinazione d’acciaio non esitano a dare il 100%. Il piede di Andreucci non ha tremato sull’acceleratore e, con l’abilità di Anna alle note, la coppia si prende il terzo posto finale nella prova scaligera: tanto basta per avere la meglio sui tre avversari in lotta sino all’ultimo, ovvero Scandola, Crugnola e Campedelli (quest’ultimo costretto al ritiro).
Il resto è storia: una storia che si può rivivere, in due minuti, nel video in testa all’articolo.