CIR | Caso forature, si apre l’inchiesta. Il disappunto di Citroen dopo il Tuscan Rewind

Si muove la Federazione

Continuano gli strascichi del controverso caso forature esploso al Tuscan Rewind: prime reazioni dalla Federazione, Campedelli sostiene il ritiro deciso da Orange1 Racing e Citroen esprime la sua amarezza
CIR | Caso forature, si apre l’inchiesta. Il disappunto di Citroen dopo il Tuscan Rewind

Non è stato propriamente un annus horribilis per i nostri campionati nazionali rally ed off road, ma di sicuro abbastanza critico. Prima il pesante ridimensionamento del calendario del Campionato Italiano Cross Country, poi la classifica sub judice della finalissima del Suzuki Rally Cup, monomarca ospitato proprio nelle nostre competizioni rally ed infine il caso delle forature sospette nel CIR culminato al Tuscan Rewind.

L’eco ancora non si è spenta, e parliamo di quanto avvenuto nell’ultimo appuntamento del campionato nazionale (ma in realtà abbiamo visto come nel corso della stagione gli episodi di forature controverse hanno riguardato da vicino in diverse occasioni i due piloti più colpiti, ovvero Simone Campedelli e Luca Rossetti). Il clima è a dir poco arroventato con alcuni team sul piede di guerra, in prima linea per una sacrosanta battaglia: ovvero più sicurezza sulle strade del CIR per evitare che presunti mitomani o comunque mascalzoni che non hanno ricevuto sufficienti bacchettate sulle mani da piccoli possano sabotare le gare.

La contromossa di ACI dopo i fatti del Tuscan Rewind

Forse non esageriamo se affermiamo che si tratta di una battaglia di civiltà, nel senso di civiltà sportiva, oltre ovviamente all’aspetto della sicurezza che è fondamentale. Il messaggio è arrivato forte e chiaro anche a Roma, dove ha sede l’ACI ed ovviamente ACI Sport, ed è infatti notizia di oggi che «la Direzione Centrale per lo Sport in ACI – si legge in un comunicato apparso stamane sul sito della Federazione – in accordo con la Presidenza di ACI, Federazione Nazionale dell’Automobilismo Sportivo, in relazione ai fatti accaduti durante il 10° Tuscan Rewind, ultima prova del Campionato Italiano Rally, ha deciso di interessare la Procura Sportiva per l’apertura di una inchiesta». Sia fatta luce e sia fatta giustizia, ma ovviamente bisognerà comunque correre ai ripari per garantire la correttezza e la sicurezza del prossimo campionato.

Campedelli d’accordo con Donazzan sul ritiro dal CIR

C’è il rischio però che la stalla si chiuda dopo che i buoi sono scappati, perché se non ci sarà una inversione di rotta potremmo ritrovarci il CIR 2020 senza alcuni protagonisti di primo piano, come l’equipaggio formato da Simone Campedelli e Tania Canton, in lotta per un titolo che è sì svanito di nuovo, ma su cui sono pesate le controverse forature. Armando Donazzan, team principal di Orange1 Racing (i cui colori vestono il duo italo-svizzero), dopo aver minacciato lo scorso anno il ritiro dal CIR a seguito anche del caso delle presunte ricognizioni abusive (e in quel caso ACI Sport recepì le proteste apportando una stretta su questa piaga per il 2019), ha rinnovato la minaccia per il 2020 e questa volta sembra che possa passare alle vie di fatto.

Campedelli, che non ha mai nascosto di ambire al titolo tricolore, in una storia del suo profilo Instagram ha ringraziato per i messaggi di solidarietà e ha così puntualizzato: «Prima di Orange1 Racing sono io che non voglio più correre nel CIR se non ho certezze che le regole cambieranno a partire da subito nel 2020. Presto avrò un incontro in Federazione». Ai nostri microfoni Campedelli ha aggiunto proprio oggi altri dettagli, che sveleremo in un prossimo articolo che pubblicheremo in giornata.

L’amarezza di Citroen

Sulla stessa lunghezza d’onda Luca Rossetti, che abbiamo intervistato al riguardo proprio ieri. Anche il friulano ha convenuto sul fatto che sia necessario un cambio di passo per un campionato più sicuro ed equo; resta da capire cosa avverrà con la sua squadra, Citroen Italia, che quando entrò da questa stagione nel CIR non poteva certo immaginare un finale da moti del Quarantotto. «Terminare in questo modo le ultime due gare dal Campionato Italiano Rally, lascia sicuramente molto amaro in bocca», tuona il Direttore Comunicazione Groupe PSA Italia, Carlo Leoni. «Questo tipo di situazioni, oltre a non essere il degno finale del Tricolore, impattano pesantemente sulla sicurezza del nostro equipaggio e – in generale – di tutti i piloti». Per ora è calato il gelo e l’amarezza, in attesa di capire quali saranno le mosse di PSA in merito alla partecipazione del suo marchio nel nostro campionato.

Crediti Immagine di Copertina: Citroen Italia

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