Breve storia dei campionati monomarca Citroen: dalla Formula Bleue allo Saxo Cup
I monomarca Citroen sino agli anni Novanta
Si dice che al Salone di Parigi del 1986 i giornalisti rimasero sbalorditi dalla Citroen AX, in particolare dalla capacità dell’utilitaria, fresca di presentazione, di concentrare dimensioni esterne contenute con una spaziosità interna ragguardevole, oltre alle linee aerodinamiche in totale rottura con i precedenti modelli (le ormai pensionate Visa e LNA).
Leggera, agile e dalla aerodinamica ricercata: inevitabile nascesse da lì a poco un campionato monomarca dedicato alla Citroen AX. Non certo il primo né l’ultimo nella storia del double chevron.
Il primo monomarca Citroen: la Formula Bleue
Facciamo un passo indietro di qualche decennio: nel 1965 Maurice Emile Pezous, ingegnere nonché concessionario Citroen nel ridente comune dell’Occitania di Albi, mette a punto il disegno di una monoposto studiata per introdurre i piloti più giovani nel mondo delle corse, e creare così una sorta di accademia per conduttori in erba. Nasce così la MEP, vettura che prende l’acrostico dalle iniziali del proprio creatore: non il massimo della fantasia, ma andiamo avanti. Da un iniziale prototipo con motore da 600 cm cubici della X1 si passa agli 848 che spingono la monoposto verso i 190 km/h, grazie ai propulsori Citroen provenienti dalla Ami 6 (auto del double chevron prodotta negli anni Sessanta): questa versione convince l’allora presidente di Citroen Pierre Bercot, che contribuisce alla produzione in serie delle MEP (all’inizio venti esemplari, offerti nel 1967 all’Automobile Club de France) e al lancio nelle competizioni.
Nel 1969 si decide di mettere un punto fermo alla diffusione delle MEP X2 (come si chiamava nella versione più aggiornata): nasce la cosiddetta Formule Bleue, campionato entrato ufficialmente nel vivo nel 1969 e sponsorizzato prima da BP e poi da Total. Fu una competizione, svolta su suolo francese e nei circuiti, studiata per garantire a piloti e staff tecnici un primo passo verso serie più importanti, e fu disputata sino al 1975. Fu, praticamente, il primo monomarca Citroen.
Il campionato Citroen Pop Cross (poi 2CV Cross)
La strada per Citroen era segnata, e la successiva tappa di rilievo fu il campionato Pop Cross. Tutta un’altra storia rispetto alle serie su circuiti con protagoniste le affusolate monoposto viste poc’anzi, giacché parliamo di competizioni con protagoniste le due cilindri della casa francese come la 2CV (la famosa e stracult Due Cavalli che l’anno scorso ha celebrato i settant’anni), la Dyane e la Méhari.
Dalle piste asfaltate passiamo con il Pop Cross ai circuiti da cross, una versione pop appunto delle imprese nei rally raid in giro per il mondo della Citroen 2CV nel periodo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, come la Parigi-Kabul (altri tempi, senza dubbi) nel 1970 o il Raid Afrique nel 1973. Una competizione dai costi accessibili (dalla vettura al kit di preparazione), ideale per piloti giovani e per un pubblico altrettanto giovane: una specie di rallycross senza sezioni in asfalto e più popolare, in ogni senso possibile del termine. La prima gara ebbe luogo in Francia, ad Argenton sur Creuse il 22 luglio 1972, e sin da subito la serie si caratterizzò per l’alto tasso spettacolare (nonostante la scarsa velocità dei mezzi, per ovvie ragioni legati ai loro cavalli), con vetture frutto di messe a punto che contemplavano varie parti di serie provenienti da ogni sorta di modello di Citroen.
Questo curioso campionato sbarcò anche in Italia con il nome 2CV/Dyane Cross, per poi essere conosciuto in Europa come 2CV Cross, e andò avanti sino ai primi anni Ottanta.
Gli anni Ottanta: la Citroen AX Cup
Arriviamo così al decennio di Reagan e della Thatcher, del pentapartito in Italia, dei sintetizzatori e dei look discutibili: nel 1986 Berlusconi acquista il Milan, l’Argentina di Maradona vince il Mondiale, a Sanremo trionfa Ramazzotti, con la Berté che scandalizza fingendo sul palco una gravidanza, e Citroen presenta al mondo la AX, auto che, come abbiamo accennato, rappresenta una pietra miliare nella storia della casa francese.
Rivoluzionaria nel segmento B, grintosa e compatta, la vettura pone la propria genesi nei primissimi anni Ottanta, con il progetto S9 che partiva dalle influenze dei prototipi Citroen ECO 2000, da cui la futura AX riprenderà le soluzioni aerodinamiche. L’auto si caratterizzava per un notevole spazio interno nonostante le dimensioni contenute (3 metri e 53 di lunghezza): poteva ospitare 4 passeggeri, con un bagagliaio che arrivava a contenere oltre i 1.000 litri. All’epoca fu qualcosa di straordinario ed inconsueto, come la linea del muso che si allungava sino a coprire il radiatore anteriore. Altra novità di un certo peso fu… il peso (passateci l’orrido calembour): solo 640 kg, il valore più basso nell’intero panorama delle vetture di serie dell’epoca. La Citroen AX fu anche la prima ad essere dotata di un motore benzina TU 1.0, a cui si aggiunse anche l’1.1 e 1.4, sino ad un massimo di 65 cv; in seguito ci fu anche la versione Sport da 95 cv (a cui si aggiungerà successivamente la Sport GTi da 98 cv) e la diesel aspirata. La AX continuò ad essere prodotta sino al 1998, con un aggiornamento nel 1991.
Prima del suo pensionamento però la vettura, già vista al Rallye di Monte Carlo e a quello del Marocco (oltre che della curiosa Operazione Drago del 1988, in cui un centinaio di giovani provenienti dall’Eruopa percorsero con l’auto più di 4.000 km nel tratto tra Shenzhen e Pechino) fu protagonista del monomarca chiamato AX Cup, che si tenne verso la fine degli anni Ottanta. Valida sia per la pista che per i rally, la serie si disputò in Europa, Italia compresa (teatri furono i circuiti di Monza, Vallelunga e del Mugello) ed ebbe il merito di lanciare talenti come il futuro bicampione WRC Tom Coronel.
Gli anni Novanta: la Citroen Saxo Cup
Nel 1995 però Citroen fa affacciare sul mercato quella che potremmo definire l’erede della AX, ovvero la Saxo, che prende il testimone e smussa ulteriormente le linee dell’auto precedente, per poi cedere il passo nel 2004 alla C3. Il soppiantamento fu anche in pista, con il campionato Saxo Cup che nel 1996 sostituisce l’AX Cup, con un regolamento comunque simile.
La versione Cup della Saxo presentava una mappatura ad hoc per la centralina di iniezioni, così come erano studiati per l’occasione i collettori di scarico quattro in due/due in uno ed altre modifiche, come al filtro dell’aria e le palette per impedire il contatto del lubrificante con la coppa.
Anche questo campionato fu di livello europeo, ed anche qui furono lanciati talenti, come un certo monsieur Sébastien Loeb, capace di vincere tutte e quattro le gare che disputò nel 1998. Citroen inizio ad interessarsi a quel giovane alsaziano, a cui poi affidò la Saxo ufficiale con cui vinse il campionato 1999. Dopodiché Loeb passo con Citroen ai rally, ed il resto è una storia che conosciamo tutti – e che non è ancora finita, seppur le strade si siano recentemente separate.
Crediti Immagine di Copertina: © Citroën Communication / DR
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