WRC | ACI Rally Monza, degna conclusione di un 2020 cupo e durissimo
Il nostro commento sull'ACI Rally Monza
Se sono stati assegnati tutti i titoli del WRC come doveva essere fatto, cioè non a tavolino ma dopo una vera e propria gara e su un vero podio, lo si deve all’intuzione un po’ folle e sicuramente coraggiosa di ACI di proporre come ultimo round di stagione Monza con il suo Autodromo. Un progetto di cui si favoleggiava già questa estate, ma all’epoca sembrava un ballon d’essai, se non una bufala che non avrebbe avuto alcun seguito. Ed invece, durante il Rally Italia Sardegna dello scorso ottobre, venne poi confermato da FIA e WRC Promoter l’ingresso in corsa di quello che sarebbe diventato l’ACI Rally Monza.
ACI Rally Monza, un potenziale nuovo standard per le gare rally
Un evento che, svolgendosi nell’area della pista, si temeva potesse essere una specie di show senza pubblico con prove sul circuito a mo’ di simulacro dei veri rally. Sia detto senza piaggeria, ma quando c’è da imbastire un evento della disciplina ad ACI Sport le cose le fanno per bene, mettendoci quella giusta carica di ambizione per alzare l’asticella dello spettacolo: così, il percorso ideato dai deus ex machina Tiziano Siviero e Antonio Turitto non solo è stato degno di un evento rally mondiale, ma potrebbe aver definito uno standard anche per eventuali gare del genere in futuro. L’ACI Rally Monza ha dimostrato che si possono disputare competizioni della disciplina vere e proprie, fatte come si deve, anche in appoggio ad un Autodromo. Non una semplice soluzione di emergenza in tempi pandemici ma qualcosa che, con le dovute accortezze, potrebbe avere un futuro.
La consonanza tra l’ACI Rally Monza e la stagione 2020 del WRC
Permetteteci quindi un plauso agli organizzatori dell’ACI Rally Monza anche per aver realizzato una degna conclusione in linea con il clima che si è respirato nel WRC 2020: ovvero un evento estenuante ed incerto, in cui era difficile preventivare cosa sarebbe successo nella prova successiva, e se si sarebbe svolta regolarmente come è stato il caso delle PS annullate sabato, quando gli equipaggi hanno lasciato l’Autodromo per inerpicarsi sulle quote delle Prealpi bergamasche: proprio lì dove si è consumato il dramma sportivo dell’anno, occorso al leader del campionato Elfyn Evans. Incertezza, come quella che abbiamo vissuto quest’anno, in cui abbiamo navigato a vista e non avevamo idea se il successivo round in calendario si sarebbe tenuto o meno. Una implacabile corsa ad eliminazione, con dieci appuntamenti saltati uno dopo l’altro, un po’ come i favoriti al titolo 2020 caduti nel weekend del gelo lombardo, sino a quando non sono rimasti in piedi solo Sébastien Ogier ed Ott Tanak.
Un evento tutto sommato irripetibile
L’ACI Rally Monza, complici le porte chiuse e il clima invernale, è stato un perfetto cupio dissolvi di un anno pesantissimo per tutti, ed una gara disputata in una atmosfera plumbea e tetra, ma meravigliosamente malinconica. Mancava il pubblico, certo, e sarebbe stato sicuramente un successo, maltempo permettendo, ma ciò non ha inficiato comunque sullo spettacolo. Gli organizzatori hanno creato un curioso ibrido tra Rallye di Monte Carlo e Rally del Galles, che anche se ricomparirà nel 2021 per sostituire qualche appuntamento saltato nuovamente in coda alla stagione, non sarà lo stesso di questa stagione: l’edizione 2020 è irripetibile per il contesto storico in cui si è svolta, non ci sarà un altro ACI Rally Monza simile (e un po’ ce lo auguriamo), così decadente come quest’anno, una gara raggelante (in tutti i sensi), spettrale e pericolosa come la Fosca di Igino Ugo Tarchetti ed oscura, violenta ed epica come un dramma wagneriano.
Crediti Immagine di Copertina: Toyota Gazoo Racing
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