WRC | La FIA spiega perché il Mondiale Rally è ripartito così tardi

Rispondendo alle critiche di Makinen ed Ogier

Dopo i dubbi sollevati in casa Toyota da Makinen ed Ogier, la FIA tramite Yves Matton spiega perché il WRC 2020 è ripartito così in ritardo rispetto ad altri campionati
WRC | La FIA spiega perché il Mondiale Rally è ripartito così tardi

Poco prima dell’avvio del Rally Estonia sia Tommi Mäkinen che Sébastien Ogier aveva espresso i lori dubbi sulla ripartenza del WRC 2020, a loro avviso troppo in ritardo rispetto alle altre serie e campionati del motorsport – senza andare troppo lontano, già a luglio sono ricominciate le competizioni nazionali e l’europeo ERC.

Le critiche di Makinen ed Ogier sulla ripartenza del WRC 2020

Secondo il team principal ed il pilota di punta di Toyota Gazoo Racing si è perso troppo tempo, facendo ricominciare il Mondiale troppo in là e con in più i rischi delle seconde ondate del Covid in agguato nei mesi autunnali. «Onestamente, ci saremmo divertiti abbastanza partecipando ad alcuni eventi nei mesi di luglio e agosto, come ad esempio il Rally di Finlandia, che sarebbe potuto essere un posto sicuro per disputare un evento, ma poi [dalla FIA] non hanno voluto fare alcun rally. Fondamentalmente, abbiamo perso un mese», ha spiegato Mäkinen. Ed il sei volte campione del mondo rally ha rincarato la dose: «[…] Avremmo dovuto iniziare prima, sicuramente.[…] Per me è triste vedere che siamo stati più o meno gli ultimi a ripartire e non abbiamo sfruttato il fatto che la situazione in realtà era abbastanza tranquilla e sotto controllo quest’estate». Si vociferava di una ripartenza dal Rally Liepāja in Lettonia dello scorso 16-18 agosto, preso in prestito dall’ERC, ma poi non se ne è fatto nulla.

Matton dalla FIA ribatte alle critiche

Dalla FIA, il direttore per il settore Rally Yves Matton ha voluto fare un po’ di chiarezza. L’ex team principal di Citroen non è rimasto insensibile a queste critiche volate da fonti autorevoli e ha dichiarato ai microfoni di DirtFish, citando anche il caso del Liepāja: «Forse avremmo potuto guadagnare una o due settimane e quindi tornare, forse saremmo riusciti ad andare in Lettonia, ma prima non era possibile», ammette. «Quando abbiamo dovuto prendere una decisione a giugno, sapevamo che nella maggior parte dei posti i grandi eventi pubblici sarebbero stati nuovamente consentiti al pubblico dalla fine di agosto. Questa era la tendenza a giugno». Effettivamente, round come il Finlandia, proprio di agosto, dovevano fare i conti con le restrizioni legate agli assembramenti degli spettatori nei grandi eventi previsti dai Governi locali, in vigore per buona parte dell’estate. «Abbiamo deciso di non ritornare con il WRC fino a quando, nella maggior parte dei Paesi, il pubblico non sarebbe stato autorizzato a partecipare agli eventi».

Il rischio di altri annullamenti nel WRC 2020

Il primo evento a saltare è stato il Rally Argentina, ad aprile. Da lì una raffica inarrestabile di cancellazioni e rinvii, mentre la pandemia mollava un po’ la presa in Paesi come in Italia, ma si trattava di una tendenza difficilmente preventivabile nella tarda primavera. E il WRC aveva bisogno del pubblico, il cui accesso restava negato nei grandi eventi: affrettare le decisioni, secondo Matton, avrebbe determinato il rischio di cancellare degli appuntamenti. «Sapevamo che, a metà agosto, alcuni eventi sarebbero stati ancora a porte chiuse, senza spettatori e cose del genere. Ecco perché abbiamo detto che avremmo iniziato ai primi di settembre. […] Si è trattato di massimizzare il fatto di non dover annullare gli eventi».

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