CIR | Campedelli: “Appoggio la scelta del ritiro, non mi interessa un campionato così. Le forature? Invidia sociale”
Lo sfogo di Campedelli
Il Tuscan Rewind, suo malgrado, rischiamo di ricordarcelo più per la bolgia del caso forature (e non solo, c’è stato anche un atto di sabotaggio di cui parleremo a parte e che ha colpito Giacomo Guglielmini) che per i risultati sportivi. Intendiamoci, l’ultimo appuntamento del Campionato Italiano Rally è anch’esso parte lesa di una situazione che lungo tutta la stagione è rimasta più o meno sottotraccia, ma che ha pregiudicato – e a tratti messo in pericolo l’incolumità – di alcuni equipaggi in lotta per il titolo.
Sabotato il campionato di Campedelli?
Come quello formato da Simone Campedelli e Tania Canton, che avevano tutto quello che potevano desiderare per mettere le mani quest’anno sul tanto agognato scudetto: la presenza di un porto sicuro come Orange1 Racing a dare continuità al progetto, le insegne di un team come Ford Racing Italia e una Fiesta R5 gommata Pirelli (inclusa la versione 2019 dal Rally di Roma Capitale) che poteva godere quest’anno del supporto ufficiale nientemeno di M-Sport.
Non poteva immaginare, Campedelli e tutto lo staff intorno a lui, che le ottime prestazioni di quest’anno sarebbero state controbilanciate non dalla sfortuna come ci sembrava all’inizio, ma da qualcosa di meno aleatorio. Le forature che spesse volte quest’anno lo hanno messo fuori gioco (non solo il Tuscan Rewind, tra gli altri casi spicca quanto avvenuto al Rally del Friuli Venezia Giulia, su asfalto. Ma non solo) non sembrano normali imprevisti di gara: in ogni caso la Federazione ha appena aperto una inchiesta e noi ci rimettiamo perciò all’operato scrupoloso degli inquirenti, a cui spetterà l’accertamento dei fatti.
Donazzan presenta l’esposto
Nel frattempo è comprensibile l’amarezza (per usare un eufemismo) di Campedelli, che si stava giocando nel weekend le sue carte per vincere il titolo conducendo in testa il Tuscan Rewind, almeno sino a quando la malnata foratura ha fatto precipitare l’equipaggio a quasi 23 secondi dal primo posto assoluto, in quinta posizione. A ciò si è aggiunta poi l’uscita di strada nella prova speciale finale, correndo tra l’altro sulla Fiesta R5 con una gomma in piena foratura lenta. «Un altro anno buttato», lo ha definito il romagnolo, mentre il presidente di Orange1 Racing, Armando Donazzan, a caldo ci era andato giù duro brandendo l’intenzione di abbandonare il CIR: intanto come prima contromossa ha presentato un esposto alla Federazione, oltre all’invio del pneumatico anteriore sinistro con i fori incriminati, mostrato in un video anche dallo stesso Campedelli.
Ha così tuonato Donazzan: «Gara falsata dalle forature dovute a chiodi messi da mitomani che hanno agito in modo preciso e scientifico. Nulla di diverso a quanto accaduto a Roma, in Friuli, ed a Verona. E non è successo solo a noi ma anche a Rossetti e Crugnola! Procederemo con il nostro esposto alla Federazione e spero che questa volta non passi inascoltato». L’eventuale accoglimento di quest’ultimo potrebbe mettere in discussione i risultati finali sia del Tuscan che del CIR 2019.
“Non mi interessa correre in un campionato così”
Abbiamo intanto sentito lo stesso Campedelli in merito a quanto sta avvenendo. Il pilota di Cesena ha argomentato ulteriormente: «Sono assolutamente d’accordo con la decisione di Donazzan di ritirare il team dal CIR se non ci saranno delle regole chiare e decise. E comunque un anno sabbatico credo sia il minimo proprio per fare chiarezza e dimostrare che noi siamo esterni a questi fatti, e che vogliamo si possano scrivere pagine di sport e non di porcherie come sono avvenute quest’anno», sono le sue testuali parole.
La volontà del «boss» Donazzan di ritirare le truppe dai campionati nostrani trova perciò l’appoggio del suo equipaggio. «Io ho un ottimo rapporto con lui – prosegue Campedelli – ed anche a me [questa situazione] non va bene. Non mi interessa correre in un campionato così, dove la media dei frequentatori ha questo livello di atteggiamento. Quindi io ed Armando siamo assolutamente sulla stessa linea d’onda. Chiaro che mi piacerebbe diventare campione italiano», rimarca, come ci aveva già detto in una intervista concessaci lo scorso anno. «E credo che quest’anno, senza molteplici episodi, i risultati parlano abbastanza chiaro… Quindi io so di aver fatto il massimo e ciò stava bastando, ma d’altronde non si può andare contro i mulini al vento».
Campedelli e le “forature ad orologeria”
«Per quanto riguarda i mitomani – prosegue – beh, bisognerebbe chiedere a loro i motivi dei propri gesti. Di sicuro ci sono i fatti, ovvero dieci forature anomale – che chiamerei “forature ad orologeria” – che hanno funzionato in un momento preciso quando serviva che funzionassero», svela il particolare Campedelli. Ed ancora, altro siluro: «Le classifiche di quelle forature io le ho già guardate, e potete vedere tutti che tipo di efficacia hanno avuto anche in termini di punteggi di campionato, a discapito di chi e a favore di chi».
Questa, infine, la spiegazione che si è dato il pilota dei casi controversi avvenuti in stagione. «Il motivo di questi sabotaggi? Credo parta dall’invidia sociale, una grande piaga a mio avviso che abbiamo in questo Paese. Se uno si eleva, gli altri provano a tagliargli le gambe con qualsiasi mezzo. Chiaro che Donazzan è un personaggio sopra le righe: se lavorasse nel calcio, in Formula 1 o nel tennis, con una comunicazione così spinta – che però crea interesse in questo ambiente abbastanza monotono ed abbastanza morto – sarebbe più tutelato, perché se comunichi così ci sono poi i controlli da parte di commissari e non ci sono elementi esterni che possano interferire. Qui [nei rally nazionali, ndr] fai invece una battuta fuori luogo o dai una risposta particolare, che poi qualche invidioso o a qualcuno che ha una vita socialmente triste può allora permettersi di dire “ok, allora Orange1 per me non deve vincere, ci sta sui cosiddetti Donazzan e vedrai che anche se è una persona facoltosa non gli faremo combinare niente”. Penso che questo sia il fulcro del discorso».
Crediti Immagine di Copertina: ACI Sport
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