WRC | L’ascesa di Ott Tanak, tra cadute e trionfi sino al titolo mondiale
Il cammino del neocampione WRC 2019
Chissà cosa staranno provando i produttori del documentario basato sulla stagione 2018 di Ott Tanak, fresco vincitore del titolo WRC 2019 al Rally di Catalunya: uscita quest’anno, la pellicola campione d’incassi nel Paese natio del campione estone ha seguito l’intero cammino nel campionato del portacolori di Toyota Gazoo Racing. Con il senno di poi, una tempistica non lungimirante visto che sarebbe stato (forse) meglio realizzare il docufilm quest’anno.
L’ascesa di Ott Tanak
Passo indietro: nel 2018 Tanak approdava alla corte di Tommi Mäkinen, reduce dal terzo posto ottenuto nel Mondiale dell’anno prima. L’estone nelle stagioni precedenti era una promessa sotto contratto di M-Sport (merito di quella volpe di Malcom Wilson, che ha sempre creduto in lui e che può attestarsi una piccola parte del titolo iridato colto dal suo pupillo), rivelatosi poi pian piano un pilota con le potenzialità di campione. La prima vittoria nel 2017, nel nostrano Rally Italia Sardegna: a 30 anni Tanak inizia a dare prova di una maturità pronta ad esplodere.
Dopo pochi mesi il taciturno estone fa parlare ancora una volta i risultati, vincendo il Rally di Germania e dimostrandosi un pilota capace di distinguersi sia sui fondi sterrati che quelli asfaltati. La prova definitiva arriva però l’anno dopo, con la straordinaria tripletta estiva: vittoria in Finlandia, di nuovo in Germania e, senza soluzione di continuità , in Turchia. È un 2018 da incorniciare per il portacolori Toyota, nonostante concluda come nella stagione precedente al terzo posto nel WRC, ma con la differenza di potersi candidare, per la prima volta in carriera, come serio contendente per il titolo.
Il 2018 lo vede trionfare in tutto in quattro appuntamenti se aggiungiamo anche l’affermazione in Argentina, oltre a due podi a Monte Carlo e in Corsica. Arriva all’ultimo round in Australia come outsider per l’iride assieme al suo ex compagno di squadra Sébastien Ogier e a Thierry Neuville (che curiosamente potrebbe essere il suo prossimo collega, se è vero che rivedremo dal prossimo anno l’estone in Hyundai): Tanak però spreca la sua occasione nella penultima speciale dopo un impatto contro un albero, cosa che lo forza al ritiro e ad abbandonare i sogni di gloria forse ancora un poco prematuri.
La stagione 2019 di Tanak e l’apoteosi
Torniamo quindi al docufilm dal non proprio originalissimo titolo “Tanak: the movie” (manco fosse una pellicola di serie B dedicata ad un gruppo musicale per adolescenti; peggio hanno fatto però con la locandina, francamente discutibile), che racconta il percorso di crescita di un pilota che inizia a comprendere le proprie potenzialità , pur restando sempre ancorato con i piedi per terra. Il materiale umano da raccontare c’era nel 2018, ma nell’anno successivo gli argomenti sarebbero stati molto più interessanti, al di là dell’happy ending con il titolo mondiale: nella stagione 2019 Tanak infatti vive un periplo di colpi di scena, tra trionfi e disfatte senza appello. Le vittorie (nell’ordine: Svezia, Cile, Portogallo, Finlandia, Germania e Galles, sino ad ora), il ruolo di favorito principale per il Mondiale, ma anche le cadute clamorose tra imprevisti e problemi di affidabilità con la Toyota Yaris WRC (sempre in ordine: guasto alla batteria e all’impianto frenante e vettura che si blocca di colpo in Argentina, lo sterzo che lo tradisce proprio nell’ultima prova speciale al Rally Italia Sardegna privandolo della vittoria e l’unità di controllo motore andata ko in Turchia).
Solo la beffa atroce del Rally Italia Sardegna, proprio la prima gara che vinse nel WRC, vale da sola un intero film, di quelli di formazione dove il protagonista trionfa dopo sacrifici e sofferenze. Eravamo lì in Sardegna quando Tanak tornò dall’ultima prova speciale e si fermò a pochi metri dalla zona dei giornalisti e del parco chiuso di Alghero, fermo come un marmo e lo sguardo fisso, mentre il copilota Martin Järveoja provava a consolarlo. Pochi mesi dopo, la sorte ha ripagato l’estone ed il suo navigatore, con la tripletta degli equipaggi Toyota sul podio del Rally di Germania ed il sigillo sul campionato in Catalogna, disputando tra l’altro una gara senza strafare.
Tanak infatti ha lasciato andare gli avversari, quasi come se fossero lepri da acciuffare poi, ma non sul podio dell’evento, bensì per beffarli nella corsa al titolo nel momento giusto: quel momento è stata la Power Stage conclusiva, in cui a Neuville sarebbe bastato classificarsi primo, ottenere i cinque punti bonus e tenere così vive le sue speranze per il titolo, mentre Ogier era già da un po’ fuori da giochi. Ma l’estone di Toyota ha tirato fuori al momento giusto una prestazione magistrale, i cinque punti extra se li è presi lui ed il resto è storia.
“L’obiettivo della mia vita”
E mentre il team sogna la doppietta nel campionato costruttori, che si contenderà in Australia contro i rivali di Hyundai, Tanak può intanto tirare un sospiro di sollievo, come ha dichiarato una volta concluso in gloria il Rally di Catalunya: «Sono senza parole. La pressione di questo fine settimana era veramente ad alti livelli. Questo era l’obiettivo della mia vita. Sapevo di non poter commettere errori, ma allo stesso tempo dovevo fare un buon risultato per realizzarlo. Avevo una forte pressione ed all’inizio è stato difficile, ma verso la fine sono stato in qualche modo in grado di rilassarmi e guidare normalmente. […] Ho dovuto superare molto nella mia carriera, quindi è veramente fantastico riuscire a raggiungere questo obiettivo. Grazie al team, hanno fatto un ottimo lavoro». Ce n’è abbastanza per girare un Tanak: the movie 2 (o meglio, un biopc: in Estonia ne sarebbero entusiasti).
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