IndyCar | Hunter-Reay e Pagenaud completano i test dell’aeroscreen a Barber
Provato anche in condizioni di bagnato
Il parere di Hunter-Reay dopo i test
Anche fuori dall’ovale gli esiti e i pareri sono più che positivi: il pilota di Andretti Autosport ha affermato che non ci sono problemi in termini di visibilità, avendo girato anche per circa tre quarti di distanza di una normale gara di campionato, anche se ci ha messo del tempo per abituarsi alla mancanza di sensazioni generate dal flusso d’aria. «Penso che sia stato fatto un buon lavoro», ha dichiarato lo statunitense a Motorsport.com. «Ora bisogna lavorare su alcune piccole cose che devono essere risolte. Dal punto di vista del pilota, ci è voluto del tempo per abituarsi. Gareggiando in monoposto fin da quando avevo 16 anni, avere i flussi d’aria sul casco è diventato parte dell’esperienza di guida su queste tipo di auto. La distorsione visiva non era un problema: è come il dispositivo AFP [l’Advanced Front Protection] installato a maggio, ci è voluto un po’ per abituarsi».
Da lavorare sulle temperature interne nell’abitacolo
Per i due protagonisti della IndyCar hanno avuto modo di correre anche in condizioni di bagnato: «Anche sotto la pioggia andava bene, anche se non c’era traffico perché dovevo provare con Simon ma aveva un problema al motore. Il problema è la temperatura nell’abitacolo, soprattutto l’aria che non arriva al casco». Argomento su cui si sta ancora lavorando, ma è ormai certo che l’aeroscreen sarà ufficialmente utilizzato nel 2020. Ora il programma andrà avanti con l’ultimo test a Richmond del prossimo 15 ottobre, con Dixon e Josef Newgarden al volante, oltre al 5 novembre a Sebring con Sébastien Bourdais e James Hinchcliffe.
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