Classe 1983, di Rio Tercero, Argentina. José Maria Lopez è stato la vera sorpresa del WTCC 2014. Senza rivali o quasi dalla prima all’ultima gara, il 31enne si è preso di lusso di mettersi dietro senza tanti complimenti nomi blasonati di una serie che aveva saggiato l’anno precedente al volante di una BMW 320 TC nella presenza one-shot a Termas de Rio Hondo.
Iridato subito al debutto con Citroën. Ti aspettavi questo successo? Pensi di poter migliorare?
No, non mi aspettavo un simile risultato e devo ringraziare la squadra per essermi stata sempre vicino e avermi messo nelle condizioni di impormi. Per quanto riguarda le chance di progresso, sarà difficile visto che ho il record di vittorie, dieci, e punti, 462, tuttavia la macchina sarà uno step avanti e io non più un novellino, quindi dovrò provarci.
Secondo te perché sei riuscito a distinguerti in maniera così netta rispetto alla concorrenza?
Credo per merito dell’intero pacchetto. Macchina, ingegneri e un format di corse per me ideale, inoltre ho limitato al massimo gli errori e saputo approfittare di ogni guaio altrui
Hai due compagni dalla vasta esperienza nel motorsport come Müller e Loeb. Hai imparato qualcosa da loro?
Innanzitutto condividere il box con Sébastien è stato speciale perché è un mio idolo. Detto questo da lui ho appreso come adattare lo stile di guida alle esigenze del circuito, mentre da Yvan le malizie del veterano
Pensi che la C-Elysée abbia dei punti deboli?
Nel complesso la trazione è l’aspetto che più ci ha creato difficoltà
A maggio sarete impegnati sull’estenuante Nordschleife. Cosa ti aspetti da quest’inedita manche?
Non vedo l’ora. E’ una corsa senza paragoni. La pista è lunghissima, quindi lavorerò al simulatore e ad aprile affronterò un test in modo da prepararmi un po’
Se dovessi scegliere un’altra categoria in cui metterti alla prova quale sceglieresti?
Mi piacerebbe molto tentare una volta il colpo nella 24 H di Le Mans. Sarebbe meraviglioso. Magari quando non avrò troppi impegni…
In passato sei stato in F1 come riserva e tester. Ti manca l brivido di far parte di un’elite?
Non più perché sto disputando un mondiale in una scuderia al top, però ricordo con grande piacere quel periodo pur non essendo mai stato pilota ufficiale
Che differenze hai trovato a livello di ambiente?
Il Circus è speciale ma si respira grande tensione. Qui è tutto diverso. E’ come una grande famiglia. Tra colleghi ci si scambia consigli e pure le squadre sono collaborative tra di loro
Chi pensi potrà essere il tuo rivale numero uno?
Sicuro i miei compagni venderanno cara la pelle essendo stati sconfitti da un quasi rookie, ma anche gli altri non vorranno ripetere la brutta figura
Qual è stato l’episodio più emozionante che hai vissuto?
Al di là della consacrazione in Giappone l’appuntamento argentino. Avevo davanti a me quarantamila persone che cantavano l’inno nazionale. Una sensazione meravigliosa. E poi è stato il momento della svolta. Lì ho davvero fatto la differenza
Secondo te può esistere l’amicizia tra piloti?
Solo se si compete in serie diverse, altrimenti se si ha un obiettivo in comune è complicato. Ci si rispetta e basta come sta succedendo da noi
Ultima domanda, che effetto fa diventare campione?
Da che ho vinto ogni mattina mi sveglio, guardo la coppa con la scritta e mi sento felice nella speranza che il sogno continui a lungo