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WRC2 | La stagione vincente di Pierre Louis Loubet

Mentre la classe regina del Mondiale Rally è in subbuglio tra piloti in cerca (disperata) di una sistemazione per il prossimo anno e team in procinto di ritirarsi, nel mondo delle R5 la situazione è un po’ meno caotica, sebbene dal prossimo anno il format all’interno del campionato iridato cambierà ancora.

Loubet e la dedica del titolo WRC2 alla memoria di Anthoine Hubert

Zitto zitto, un giovane talento si è preso la scena nella categoria del WRC2 dei privati, da lui vinta quest’anno. Pierre-Louis Loubet, figlio del già campione europeo alla fine degli anni Ottanta Yves, ha ottenuto la corona di campione del Mondo dopo la cancellazione dell’ultimo appuntamento del Rally Australia, al quale si approcciava da leader con un un vantaggio di sedici punti sul rivale per il titolo Benito Guerra (che per la verità era terzo nella classifica piloti, ma il secondo piazzato Kajetan Kajetanowicz – a soli tre punti dal primo posto! – non avrebbe comunque corso in Australia avendo già terminato il suo programma stagionale di gare prefissate).

Il 22enne francese originario di Porto Vecchio vince il WRC2 assieme al fidato navigatore Vincent Landais, che lo segue praticamente dagli esordi nello Junior WRC datati 2015, a bordo di ogni modello di vettura possibile nelle classi inferiori alla WRC: dalla Citroen DS3 R3T per poi passare alle R5 con Hyundai, Ford e Citroen, sino alla Skoda Fabia che Loubet ha utilizzato da quest’anno e che lo ha aiutato a vincere il titolo (tra l’altro, ennesima affermazione di un’auto della casa ceca nel mondo delle R5 dopo i successi nel WRC2 Pro).

Una stagione notevole per il francesino, partita riscaldandosi al Rally delle Azzorre inserito nell’ERC per poi incominciare il cammino nel Mondiale dal Tour De Corse e proseguire per altri cinque appuntamenti, nonostante un cambio di programma con il forfait in Germania. Due vittorie consecutive nel WRC2, vale a dire al Rally del Portogallo e al Rally Italia Sardegna, un secondo posto in Galles e prestazioni sempre buone soprattutto su sterrato (sugli asfalti in Corsica ha pagato dei problemi di set-up, finendo decimo di categoria) hanno fatto sì che 30 anni dopo il titolo del padre il giovane Loubet portasse in casa un altro trofeo nel mondo del rally. Ma soprattutto, onora il ragazzo il fatto che abbia dedicato il suo trionfo alla memoria del connazionale Anthoine Hubert, altro giovane pilota (impegnato nella Formula 2) che purtroppo ci ha lasciato quest’anno prematuramente.

Le ambizioni e le speranze di Loubet

«[Diventare] campione del mondo WRC-2 è comunque qualcosa» aveva dichiarato al sito Rally-Sport.fr il pilota supportato dal team 2C Compétition alla viglia del Rally di Catalunya, a proposito delle sue ambizioni. Proprio in terra iberica aveva poi conquistato, sostanzialmente, il titolo. «Tutti i giovani in ascesa e che vogliono proseguire ad alti livelli sono in questo campionato. Il WRC2 premia il pilota più regolare, il migliore, e questo offre una certa credibilità».

Esile come un fuscello, tanto da sembrare dal vivo a tratti più giovane della sua età, Loubet è uno dei tanti ragazzi che nel mondo delle competizioni rally vive più o meno alla giornata, facendo i conti con i budget a disposizione, gli sponsor da trovare assieme al team e alla vettura e, ovviamente, riuscire a stilare un programma che gli possa dare la possibilità di fare quanti più chilometri possibili: l’unico modo per un pilota in crescita di accumulare esperienza e rendersi più competitivo nelle gare. Loubet mira a questo, ma non nasconde il desiderio legittimo di salire di livello: i prossimi mesi ci diranno se questo giovane francese riuscirà a ritagliarsi uno spazio magari in una squadra ufficiale impegnata in un WRC2 sempre più affollato di potenziali talenti (sia mai sbarchi nel Mondiale Rally pure il neocampione europeo Chris Ingram: alla fine l’ultima parola la avranno i budget disponibili, più che il talento del singolo).

Luca Santoro:
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