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WRC | I team privati chiedono una riduzione dei costi: le proposte di Sainteloc

Nella crisi attuale scatenata dal coronavirus non sono poche le categorie produttive a pagare un prezzo salatissimo: questo vale anche nello sport e, nel caso che affronteremo, nei rally. Al di là delle realtà ufficiali rette dai grandi costruttori, nel WRC l’anello debole sono sicuramente i team privati, i primi a subire gli effetti deleteri del blocco dei campionati.

Alle prese con restrizioni di budget e difficoltà economiche, le squadre in proprio potrebbero faticare a riprendere con il campionato mondiale se e quando ripartirà (e potrebbero esserci conseguenze per loro anche nei programmi 2021). Qualche settimana fa Yves Matton aveva affrontato l’argomento senza entrare troppo nel dettaglio: «Prenderemo in considerazione le difficoltà dei team privati ​​e rivedremo la situazione nel WRC2, WRC3 e Junior WRC una volta che avremo informazioni precise sul numero di eventi che potremo avere nella seconda metà della stagione». Informazioni precise al momento non ce ne sono, a parte il fatto che la ripartenza del Mondiale è rinviata, per ora, ad agosto in Finlandia dopo la cancellazione per quest’anno del Safari Rally di luglio. I team privati però premono affinché si consideri anche la loro delicata posizione e le difficoltà per essi, soprattutto se non ci sarà un numero sufficiente di gare nel 2020 (si punta ad avere almeno altri quattro round per chiudere decorosamente la stagione).

“I team privati non sono rappresentati nelle commissioni FIA”

Il portale DirtFish ha raccolto in questi giorni le preoccupazioni di Vincent Ducher, team manager di Saintéloc, che nel settore rally schiera le vetture del Gruppo PSA come la Citroen C3 R5 con la quale la squadra lo scorso anno vinse il titolo tra i team nell’ERC (più recentemente hanno ottenuto il successo nel WRC3 con Eric Camilli all’ultimo Rallye di Monte Carlo). Secondo Ducher, se è vero che la soluzione della crisi sanitaria risieda nelle mani dei governi e non in quelle della FIA o del WRC Promoter, d’altro canto questi ultimi possono fare molto per risolvere i problemi economici riverberati nel loro settori. «Però non siamo stati consultati», precisa, «Siamo tutti sulla stessa barca: promotori, organizzatori, squadre e piloti. Abbiamo tutti bisogno l’uno dell’altro per sopravvivere. Non bisogna dimenticare che il cliente finale è il pilota e i suoi partner (sponsor). È lui che paga, non è la FIA, né il promotore, né l’organizzatore, né la squadra. Siamo solo fornitori ed è necessario abbinare l’offerta alla domanda in un periodo di crisi economica». C’è poi un’altra questione portata alla luce del team manager: «I team privati ​​non sono rappresentati nelle varie commissioni della FIA, ci sono solo i costruttori».

Ducher di Sainteloc: “WRC3 e Junior WRC devono essere più sostenibili”

Ducher inoltre ritiene fondamentale ridurre i costi per quanto riguarda «pneumatici, logistica, aspetti tecnici e lavoro». Inoltre sottolinea: «Ci devono essere almeno quattro o cinque rally. Senza eventi internazionali, possiamo fare quelli nazionali, ma sarebbe un disastro per il nostro team che lavora per l’80% nel WRC ed ERC. […] Il motorsport e gli organizzatori del WRC possono vivere senza privati?», è la domanda retorica che si pone il dirigente. Queste quindi le proposte di Ducher affinché possano esserci ancora team privati nel Mondiale Rally: «Lasciamo il WRC2 così com’è e riduciamo invece lo Junior WRC e WRC3; diminuiamo  la quota di iscrizione, il chilometraggio in occasione delle gare, il numero di meccanici, le gomme e utilizziamo il carburante standard. Potremmo risparmiare tra il 30 e il 40% nel WRC3». Per quanto riguarda la riduzione del chilometraggio delle gare, ipotizza eventi «da 250 km in quattro giornate incluse le ricognizioni», che a parere di Ducher porterebbe a risparmi del 25%, con costi dei rally «che debbono essere in linea con i budget dei nostri piloti».

“Gli ingegneri non devono stabilire le regole delle competizioni, altrimenti i costi salgono”

Infine il team manager di Saintéloc conclude con una riflessione già portata in luce ultimamente da un collega a capo di un team ufficiale, ovvero Andrea Adamo di Hyundai Motorsport, e riguardante il ruolo decisionale degli ingegneri. «Le regole della gare devono essere stabilite da sportivi ed economisti, non da ingegneri. Se ascolti un ingegnere otterrai una Formula 1 nel rally con costi enormi. Se i costruttori coinvolti nel WRC spendono meno soldi in tecnologia, possono spendere di più in categorie di supporto e promozione dei media. Il WRC Promoter ha già fatto un ottimo lavoro per promuovere il campionato, i costruttori e gli organizzatori. Penso che dovrebbero aumentare i loro sforzi anche per i team privati».

Crediti Immagine di Copertina: Saintéloc Racing

Luca Santoro:
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