«Gli standard sono così alti che sarebbe alquanto pretenzioso dire che potrei mettermi allo stesso livello dei tre sfidanti principali per il titolo, ma spero comunque di trovarmi più o meno al loro passo», aveva detto Sébastien Loeb alla vigilia del suo terzo impegno stagionale con la Citroen C3 WRC nel Mondiale Rally. Approcciatosi alle tre prove (Messico, Corsica e Catalogna) a fari spenti («Non ho aspettative, voglio solo divertirmi e aiutare la squadra», altra dichiarazione dell’alsaziano, ma all’inizio della stagione), il nove volte campione WRC aveva ottenuto un quinto posto nella prova messicana e un più deludente quattordicesimo posto al Tour de Corse.
C’è da dire che l’impegno principale di Loeb in questa stagione è stato il Mondiale Rallycross, nel quale corre dal 2016 con Peugeot. Ma all’improvviso il fulmine a ciel sereno: il team del Leone decide di concludere il suo impegno nel WRX e di ritirare le sue truppe dal 2019, appiedando quindi anche l’alsaziano. Tutto questo è avvenuto prima del Rally di Catalogna, che poche ore fa ha regalato a Loeb la sua 79esima vittoria in carriera, la nona nel round catalano, la prima nel WRC cinque anni dopo l’ultimo successo in Argentina nel 2013. Manca ancora una prova nel Rallycross per Peugeot, ma sembra quasi che l’alsaziano abbia la mente più libera per concentrarsi nel WRC, e visti i risultati di oggi chissà se anche nel 2019 il suo impegno con Citroen possa continuare (sempre a mezzo servizio, probabilmente).
Il Rally di Catalogna 2018 di Sebastien Loeb
Nulla è stato regalato a Loeb in questo weekend, e ci mancherebbe visto che in gioco c’è una partita a tre per il titolo mondiale, ovvero tra Thierry Neuville, Sébastien Ogier ed Ott Tanak. Il nove volte iridato era una guest star, un outsider che avrebbe svolto in teoria il compito di portare più in alto possibile i colori Citroen e nulla più. Eppure Loeb non si è limitato alla passerella, non ha fatto la comparsa, lui che ha una esperienza solidissima in questa disciplina e conosceva gli sterrati e gli asfalti della prova catalana come il tinello di casa sua. E la sua esperienza si è vista con la scelta che gli ha consentito nella mattinata finale di domenica il vantaggio competitivo definitivo: una scelta che ha riguardato le gomme, le quattro hard che ha selezionato in luogo delle soft che gli avversari montavano. L’alternarsi tra pioggia e condizioni di asciutto ha messo in crisi gli equipaggi, che quando si è trattato di affrontare l’asfalto tra sabato e domenica hanno penato non poco visto il meteo variabile.
Loeb sin dall’inizio, smaltito l’errore nella PS1, ha dato prova di prestazioni di rilievo sugli sterrati, chiudendo quarto a 30 secondi dalla vetta alla fine della prima giornata. Il copione si è ripetuto il giorno successivo, quando il pilota ha dovuto riprendere confidenza con l’asfalto e la pioggia dopo anni di lontananza da questo tipo di gare. Loeb e il suo fedele navigatore Daniel Elena faticano non poco nella mattinata con la C3 WRC, ma poi al secondo giro arriva la quadratura del cerchio e l’equipaggio sulla Citroen #10 sale sul terzo gradino del podio alla fine di sabato. Si riduce il gap dal primo posto, ora a 8 secondi di distanza, ma il meglio doveva ancora arrivare.
Il terzo giorno mancano 60 km per chiudere il programma con sei equipaggi racchiusi in appena quindici secondi nei primi posti. La domenica mattina Loeb parte con le summenzionate hard, scelta coraggiosa che solo un pilota di esperienza come lui poteva compiere, e getta il cuore oltre l’ostacolo sugli asfalti ancora umidi delle ultime quattro PS del Rally di Catalogna: vince le prime due speciali, i primi due giri della Riudecanyes e della Santa Marina (arrivando ad un totale di tre scratch ottenuti nel weekend) e si assicura la vetta del Rally. Una leadership che alla fine non viene neppure scalfita nella PS17, con un piccolo errore su un tornante che costa all’equipaggio su C3 WRC qualche secondo, di cui potrebbe avvantaggiarsi Sébastien Ogier.
Ma alla fine Sébastien Loeb si prende il terzo posto nella conclusiva Power Stage e, cosa più importante di tutte, la vittoria finale. Era dal 2013 che l’alsaziano non vinceva nel WRC: in mezzo l’avventura nella Dakar, il Rallycross ed altre distrazioni, se vogliamo chiamarle così. E giusto per dare la misura della statura di un campione, alla fine Loeb invita il rivale Ogier a salire con lui sul tetto della C3, con un gesto di fairplay che sì gli rende onore, ma è anche un revival della loro collaborazione qualche anno fa in Citroen, ed un teaser di quello che sarà il 2019 in cui Ogier tornerà proprio nella line-up del team di Budar (sarà contento Malcom Wilson). E chissà se nel 2019 si incroceranno nuovamente i cammini di questi due pluricampioni: il principal di Citroen Racing firmerebbe ad occhi chiusi e con una x il fatto di ritrovarsi in squadra 14 titoli WRC (15?) divisi in due piloti a sua disposizione, più l’innesto di un talento che deve ancora esplodere del tutto quale è Esapekka Lappi.
Ma il presente ha una certezza: quello della statura leggendaria di Sébastien Loeb, capace di trionfare nel Mondiale Rally oggi come allora, e sul cui impero non è ancora giunto il momento del tramonto.