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WRC | Si accorcia il vantaggio in campionato di Hyundai dopo il Rally Germania: “Dobbiamo fare meglio”

Galeotta fu la foratura, perché se non ci fosse stato quell’imprevisto nel primo giro della temuta Panzerplatte Hyundai Motorsport avrebbe scritto un finale diverso in quel del Rally di Germania, decimo appuntamento del WRC 2019 nonché evento di casa per la scuderia della vicina Alzenau.

La disfatta di Thierry Neuville (che però sale in classifica piloti)

Già perché Thierry Neuville sino alla PS13 stava lottando gomito a gomito con Ott Tanak per il primo posto, ed intendiamo letteralmente visto che la prima parte della seconda prova su asfalto del Mondiale è stata all’insegna del continuo inseguimento tra i due. Una gara ad elastico, in cui uno cercava di mettersi in fuga e l’altro riprendeva, ricucendo il gap. Tra Neuville e il rivale di Toyota (poi vincitore del Rally di Germania) la distanza andava dai pochi decimi di secondo ad un massimo di 6,5 secondi.

Il belga di Hyundai è partito subito al meglio all’inizio della prima tappa, conquistando sia il miglior tempo che la vetta assoluta con un vantaggio di 7 decimi su Tanak: quest’ultimo assumerà il comando dalla prova successiva ma Neuville non ha perso mai la scia dell’avversario (nonostante degli asfalti resi più scivolosi tra la fanghiglia e la polvere, e una stallata del motore e una difficoltosa ripartenza nella PS9), restando saldo al secondo posto e distanziando il resto della compagine avversaria, ai margini della contesa per la vittoria.

Poi il fattaccio nella PS13, l’implacabile Panzerplatte da 41,17 km, nei tracciati della base militare di Baumholder, noti per avere un asfalto non proprio omogeneo, rotto in più parti e delimitato dai cordoli esterni chiamati hinkelsteins. Un fondo che non ammette prigionieri ed ineluttabile come una sentenza: se ne è accorto il povero Neuville, che perde 84 secondi per una foratura (una vera disfatta: probabilmente si è trattato di una piccola pietra sul percorso) e saluta definitivamente la lotta per la vittoria finale. Il belga dovrà ripartire dal settimo posto con un minuto e mezzo di ritardo dalla vetta (dai 5 secondi che deteneva di distanza da Tanak prima della PS13) e lottare per una difficile rimonta, che poi lo porterà a chiudere al quarto posto finale, a 58,5 secondi dalla vetta e 22,5 dal terzo posto, oltre a portarsi a casa sette vittorie nelle prove speciali, tra cui quella fondamentale nella Power Stage con i suoi punti extra in palio.

«Abbiamo dato assolutamente tutto il possibile questo fine settimana. Ad essere onesti, avremmo potuto lottare per la vittoria questo nel weekend, ma siamo stati sfortunati con la foratura della Baumholder. Fa parte del gioco», afferma alla fine un rassegnato Neuville.

Il gioco di squadra fa avanzare Neuville in classifica

Che poi il piazzamento del belga inizialmente era il quinto, ma ordini di scuderia hanno fatto attardare Dani Sordo all’ultimo controllo orario, rimediando così 30 secondi di penalità e cedendo il suo quarto posto a Neuville. Inevitabile che Hyundai Motorsport per mezzo del suo team principal Andrea Adamo optasse per questa soluzione, già adottata in precedenza (come al Rally di Finlandia) per favorire il progresso in classifica del proprio pilota in lotta per il titolo.

A proposito dello spagnolo, più volte si è dimostrato molto competitivo e capace di poter mettere nel mirino il podio. La sua corsa però ha subito un brutto colpo nella PS7 per via di un problema alla trasmissione («una cosa inaccettabile», ha tuonato Adamo) della sua Hyundai i20 Coupé WRC. Risultato: quasi un minuto perso e discesa verso il nono posto, per poi innestare la rimonta che lo ha riportato al quarto alla fine della seconda giornata, oltre a vincere la PS8. Commenta lo spagnolo vincitore del Rally Italia Sardegna: «La cosa più importante sono i miglioramenti apportati alle prestazioni della vettura su asfalto. Ora siamo competitivi su questa superficie, e questo grazie al duro lavoro del team».

Infine, Andreas Mikkelsen chiude in sesta posizione, completando la tripletta di equipaggi Hyundai vicini nella classifica finale del Rally di Germania 2019. Le prestazioni del norvegese sono andate in crescendo nelle ultime prove speciali, ma giacché si è trattato della sua prima gara su asfalto della stagione il feeling con la vettura a volte è stato difficile da trovare. «Sapevamo che il nostro primo evento su asfalto della stagione non sarebbe mai stato facile. Abbiamo lavorato molto per migliorare il nostro feeling con la vettura, lo stile di guida e l’adattamento ai vari livelli dell’asfalto. Abbiamo fatto alcuni passi, ma siamo lontani dall’essere perfetti».

Andrea Adamo scuote Hyundai Motorsport

È il secondo evento della stagione in cui gli equipaggi Hyundai Motorsport non salgono sul podio, e gli effetti iniziano a sentirsi sulla classifica costruttori: l’avanzata di Toyota Gazoo Racing inizia a farsi implacabile, visto che si sono portati a soli otto punti dal team di Alzenau che mantiene comunque, per ora, la leadership. Se non è un campanello di allarme a quattro appuntamenti dalla fine della stagione, poco ci manca, visto che Toyota è riuscita nell’impresa di portare tutti i suoi equipaggi sul podio. Nel frattempo Neuville è riuscito comunque a scalzare Sébastien Ogier dal secondo posto nella classifica piloti, ma Ott Tanak è sempre più in fuga con 205 punti, mentre il belga è fermo a 172.

Commenta Adamo: «Thierry e Nicolas [Gilsoul, il copilota, ndr] stavano lottando per il comando della gara prima della loro foratura il sabato. Non credo che qualcuno si sarebbe aspettato una situazione del genere, con loro così vicino, prima dell’inizio del weekend. Anche Dani e Carlos [Del Barrio, ndr] sono apparsi in ottima forma. Senza un problema di affidabilità, sarebbero sicuramente stati nel mix. Questo è è un punto che non ci rende felici. Dobbiamo avere il controllo del nostro destino – conclude – e ciò significa essere altamente performanti e affidabili in ogni singola area della nostra attività. Quindi, in sintesi, le prestazioni della nostra auto in Germania sono state buone, ma non le prestazioni del nostro team. Dobbiamo fare meglio».

Luca Santoro:
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