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WRC | Safari Rally, Hyundai si lecca le ferite. “Ma lavoriamo già alle soluzioni dei problemi riscontrati”

Con il successo di Ott Tanak al precedente Rally Italia Sardegna sembrava che Hyundai Motorsport potesse ancora giocarsela ad armi pari con i rivali di Toyota Gazoo Racing, distanti “solo”39 punti nella classifica Costruttori guidata da questi ultimi. Ed invece al Safari Rally la carrozza è tornata a trasformarsi in zucca: passi che la gara in terra africana è stata durissima per tutti, ma le i20 N Rally1 hanno dimostrato ancora delle lacune in termini di affidabilità nei confronti delle GR Yaris Rally1 che non sbagliano quasi un colpo.

Neuville salva la spedizione Hyundai, ma con un quinto posto al Safari

Miglior risultato per uno stoico, come sempre, Thierry Neuville, che a fine stagione probabilmente verrà canonizzato per la pazienza e la tenacia dimostrata in ogni appuntamento del WRC, in particolare quest’anno. La vittoria nella Power Stage finale, con i cinque punti bonus agguantati, è stata una parziale consolazione assieme alla top 5 (dietro ai quattro equipaggi Toyota!) dopo un fine settimana funestato da una foratura, il fesh fesh (sabbia insidiosa e appiccicosa tipica di queste zone e presente in quantità industriali sulle strade intorno al Lago Naivasha) entrato nel filtro dell’aria della i20 N Rally1 ostruendolo e togliendo potenza al motore, che poi si è anche spento nella giornata di sabato per via dell’acqua di una pozzanghera entrata dentro per ripartire successivamente, ma con la vettura andata poi a sbattere contro un albero dopo aver fatto acquaplaning sul terrendo fangoso della implacabile PS13 di Sleeping Warrior. Nell’ultima giornata Neuville, con pure dieci minuti di penalità sul groppone ma comunque mai domo, ha così concluso questa disastrosa gara.

“Non c’è molto da aggiungere”

«Non ho molto da dire. La situazione è molto evidente, quindi sono davvero deluso. Sono deluso anche per i nostri meccanici perché hanno lavorato sodo, ma non ottengono alcun ritorno sui loro sforzi», sono le parole a caldo del belga una volta finita la gara. Più tardi aggiungerà: «Abbiamo raggiunto il massimo che potevamo. Ottenere il quinto posto dopo tutti i guai e gli imprevisti che abbiamo vissuto può probabilmente essere definito un risultato soddisfacente. È stato un weekend duro e impegnativo e questa mattina non ha fatto eccezione. Il nostro obiettivo era chiaramente quello di ottenere qualcosa dalla Power Stage, cosa in cui almeno siamo riusciti. Non c’è molto altro da dire».

Tanak a zero punti

Dagli altari alla polvere, è il caso di dirlo, per Ott Tanak. Vittorioso come abbiamo detto in Sardegna, l’estone parte invece malissimo in Kenya rompendo la leva del cambio, poi succede di tutto: guasto all’albero di trasmissione e catastrofe nell’ultima giornata di domenica per un danno al servosterzo. E sì che Tanak, come Neuville, al netto di tutti questi imprevisti poteva benissimo lottare per il podio (alla fine della prima giornata era quarto a 3 secondi dal terzo posto, per dire). Il pilota ha commentato: «Questo Safari Rally di per sé è stato piuttosto divertente [sic!] quest’anno con alcune condizioni incredibilmente impegnative. Da parte nostra, abbiamo adottato un approccio molto cauto, senza correre rischi. Il primo giorno le cose sono andate abbastanza bene, ma purtroppo sabato abbiamo avuto un problema con la trasmissione e oggi abbiamo avuto un problema con il servosterzo. Non otteniamo nessun punto, ma le cose stanno così; dobbiamo imparare da questo e andare avanti. Ci sono molte cose che gli ingegneri possono ricavare da questo evento e spero che saremo in una forma migliore per l’Estonia».

Solberg acciaccato ma decimo

Ed infine, Safari infausto anche per Oliver Solberg, sebbene il pilota che tornava sulla i20 N Rally1 dopo averla ceduta nei due round precedenti a Dani Sordo abbia ammesso di essersi divertito ed essersi goduto questa gara che conosceva dai racconti del padre Petter e in cui ha debuttato (ritirandosi) lo scorso anno. Chiuderà decimo assoluto, affrontando una quantità notevole di problemi ed imprevisti culminati dall’eccesso di fesh fesh che ha coperto la vettura domenica mattina ed intasato il filtro dell’aria, con pure i tergicristalli non più funzionanti. Solberg si è dovuto fermare nella PS14 per sostituire il filtro ormai andato, determinando tra l’altro lo stop della prova per gli altri concorrenti.

«Il lato positivo è che è stato un Safari Rally molto migliore dell’anno scorso. Non è ancora il risultato che speravamo, ma fa parte dei rally. Il mio ringraziamento va a tutti i meccanici, senza i quali non saremmo riusciti ad arrivare alla fine di questo impegnativo evento. Niente è possibile senza la loro esperienza e il loro duro lavoro, quindi un grande grazie a tutti loro. Sappiamo che come squadra abbiamo molto lavoro da fare, ma andiamo avanti», sono le parole del giovane svedese.

“Siamo delusi, ma lavoriamo per migliorare”

Il mite Julien Moncet, vicedirettore della squadra, ha fatto questo bilancio di un fine settimana amaro per Hyundai Motorsport, che resta seconda tra i Costruttori (così come Neuville nella classifica Piloti) ma ora con un ritardo di 62 punti dai leader Toyota, che hanno mortificato tutti i rivali conquistando uno storico en plein nelle prime quattro posizioni finali del Safari: «Inutile dire che siamo molto delusi dal rally in generale, e siamo tutti un po’ frustrati da questo risultato. Questo è il motorsport: a volte vinci, a volte perdi. Abbiamo identificato molti problemi questo fine settimana e stiamo già lavorando alle soluzioni. Per quanto riguarda le cose positive, Thierry e Oliver hanno entrambi portato le loro vetture al traguardo. Thierry ha ottenuto il massimo dei punti dalla Power Stage ed Oliver ci ha mostrato ancora una volta il suo spirito pugnace. Ott ha avuto un buon ritmo questa mattina, ottenendo una vittoria in una prova speciale, ma ha dovuto ritirarsi per problemi al servosterzo. Quando torneremo alla base, avremo discussioni intense e faremo tutto il possibile per tornare più forti al prossimo evento».

Luca Santoro:
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