La carovana del Mondiale WRC fa armi e bagagli e ritorna nella vecchia Europa dopo la doppietta di appuntamenti nel Sudamerica. Ancora una volta si gareggerà sullo sterrato ma dall’altra parte dell’Atlantico, per il Rally del Portogallo, settimo round del campionato.
Breve storia del Rally Portogallo
La prova lusitana muove i primi passi nel 1967, mentre nel 1973 entra a far parte del WRC che non lascerà sino ai primi anni Duemila, in cui ci fu un depennamento del Portogallo dal Mondiale dal 2002 al 2006, a seguito delle condizioni climatiche estreme del 2001 che inficiarono negativamente sull’evento. Dopo la parentesi nell’International Rally Cup, a partire dal 2009 la gara è tornata in pianta stabile nel campionato del mondo rally. Nel corso degli anni l’evento ha cambiato la tipologia di fondo in cui si gareggia, passando dal misto terra-asfalto allo sterrato puro nell’ultimo decennio.
Cinque volte Miglior Rally al Mondo, il Portogallo conobbe però anche dei momenti terribili, come nell’edizione del 1986: era l’epoca in cui correvano le performanti e altrettanto pericolose vetture del Gruppo B, nonché un periodo storico in cui la sicurezza, nel motorsport in generale e quindi anche nel rally, non vantava gli elevati standard di sicurezza odierni. Durante la PS di Lagoa Azul il pilota di casa Joaquim Santos finì con la propria Ford RS200 contro un muro di pubblico a bordo strada (anche se, come dimostrano le impressionanti immagini di quella edizione, spesso le persone si assiepavano proprio sulla strada, scansandosi all’ultimo al passaggio delle vetture). Ci furono tre morti e svariati feriti, mentre molti piloti, anche di peso, decisero che la misura era colma e fosse perciò necessario fermare il rally, Gli organizzatori comunque proseguirono in maniera scellerata con gli equipaggi rimasti in gara, ma a quel tragico Portogallo seguì poi in quello stesso anno l’altrettanto luttuoso Tour De Corse, in cui persero la vita l’equipaggio formato da Henri Toivonen e Sergio Cresto. Finì l’epoca delle Gruppo B, e fortunatamente il mondo del rally iniziò a fare dei passi avanti sostanziali per quanto riguarda la sicurezza. Ma questa è un’altra storia.
Il Rally del Portogallo ha conosciuto una serie di spostamenti, dalla zona dell’Algarve sino alla parte sud del Paese, per poi fissare dal 2015 la sede delle prove speciali nel nord. Nella sua storia molti piloti importanti hanno scritto delle pagine fondamentali di questa disciplina: recentemente Sébastien Ogier ha eguagliato il record di cinque vittorie conseguite sulle strade lusitane dal finlandese Markku Alèn, al trionfo sulla Fiat Abarth 124 nel 1975, con la 131 dal 1977 al 1978 e poi nel 1981, ed infine con la Lancia Delta HF nel 1987. Nel Portogallo vinsero anche altri nomi di pregio come Carlos Sainz nell 1991 e nel 1995, Tommi Makinen (1997 e 2001), Colin McRae nel biennio 1998-1999 e l’immancabile Sébastien Loeb, nel 2007 e poi nel 2009. Sul fronte italiano, a bordo della Lancia Delta Integrale vinse qui tre volte Miki Biasion dal 1988 al 1990, e prima di lui Sandro Munari su Lancia Stratos (1976) e Raffaele Pinto su Abarth 124 nel 1974. Anche Luca Rossetti, attualmente impegnato nel CIR, vinse in Portogallo, e precisamente su una Peugeot 207 S2000 nel 2008, quando la gara faceva parte dell’IRC.
Le caratteristiche del Rally Portogallo
Un rally quindi tra i più antichi nonché tra i più amati dal pubblico, e che è diventato punto di riferimento della disciplina, con i suoi tracciati su terra che via via diventano meno sabbiosi e più aspri (da affrontare quindi con gomme medie e dure, cercando di gestirle a seconda del tipo di superficie, soffice oppure più ghiaiosa). In pratica, le caratteristiche delle strade cambiano dopo i primi passaggi, con la presenza di detriti rocciosi e solchi che compaiono sul fondo. I team devono quindi stare all’erta, pronti a utilizzare i pneumatici giusti e ad alzare eventualmente da terra la scocca della vettura per evitare conseguenze disastrose sull’auto.
Le novità del Rally Portogallo 2019
Quest’anno verranno introdotte alcune novità sostanziali, delle quali alcune riportano nel programma tracciati da molto tempo assenti: si comincia con la sede della cerimonia di partenza che non sarà più a Guimarães ma un po’ più a sud, a Coimbra, nel distretto omonimo. Matosinhos, situata a nord ovest nel distretto di Porto, sarà ancora una volta il quartier generale e sede del service park. Nella giornata di venerdì, e questa è l’altra novità, torneranno le strade di Arganil, inserite nel programma l’ultima volta nel 2001 e teatro delle imprese negli anni Ottanta di piloti come il plurivincitore del Portogallo Markku Alén. Tornano anche la Góis e la Lousã dopo diciotto anni di assenza: considerato il fatto che nessuno dei piloti e copiloti attuali era al via nell’edizione del 2001 (c’era però Harri Rovanpera, padre di Kalle che vedremo tra gli iscritti alla prova di quest’anno), ci sarà da lavorare con le note.
Si comincia giovedì 30 maggio con lo shakedown di Paredes da 4,60 km, mentre la sera ci sarà la cerimonia di partenza a Coimbra. Il giorno dopo, venerdì 31 maggio, si parte con le prime sette prove speciali, con il citato ritorno delle Lousã, Góis ed Arganil, che si presentano in questo ordine e da ripetere nel pomeriggio; la prima tappa si concluderà poi con la PS7 di Lousada, di scena nel circuito di rallycross e che darà vita ad una serie di duelli uno contro uno tra gli equipaggi in gara.
Sabato si prosegue con l’estenuante prova sulle montagne di Cabreira, nella zona ad est di Matosinhos. In questa giornata gli equipaggi affronteranno anche la prova più lunga del programma, ovvero la Amarante (da ripetere due volta) che presenta una lunghezza di ben 37,60 km. La seconda tappa si sarebbe dovuta concludere con i due giri del Gaia Street Stage, validi come PS14 e PS15, ma negli scorsi giorni queste due speciali sono state annullate e tolte dal programma. La breve prova spettacolo cittadina da 2,25 km non verrà disputata per l’indisponibilità improvvisa ad ospitare la speciale da parte del Comune, che si giustifica parlando di non meglio precisati «problemi interni». L’organizzazione del settimo round del WRC, nella persona dell’Automovel Club de Portugal, avendo ricevuto questa doccia fredda a poche settimane dal via della gara (totalmente indipendente dalla loro volontà, ci tengono a precisare) non ha potuto trovare una soluzione alternativa a questo inatteso forfait; di conseguenza il programma del Rally Portogallo è passato da 20 PS a 18.
Archiviato questo imprevisto, la competizione volge poi al termine domenica 2 giugno, con le ultime cinque speciali tra cui l’iconica ed inossidabile Fafe con il suo mitico salto qualche metro prima del finale, valida anche come Power Stage e presente sin dal fatidico 1973, anno di debutto del Portogallo nel Mondiale Rally.
Rally Portogallo 2019: programma ed orari italiani
Per effetto del depennamento delle due prove, il programma del Rally Portogallo 2019 si compone quindi di 18 PS per 306,73 km competitivi, in luogo dei 311,23 inizialmente previsti.
-Giovedì 30 Maggio
09:00 – 12:30 Shakedown (Paredes) 4,60 km
20:00 Cerimonia di Partenza (Coimbra – Porta Férrea)
-Venerdì 31 Maggio
10:48 – SS 1 Lousã 1 12,35 km
11:32 – SS 2 Góis 1 18,78 km
12:20 – SS 3 Arganil 1 14,44 km
13:33 – Service B (Arganil)
14:51 – SS 4 Lousã 2 12,35 km
15:35 – SS 5 Góis 2 18,78 km
16:23 – SS 6 Arganil 2 14,44 km
20:03 – SSS 7 Lousada 3,36 km
21:10 – Service C (Exponor)
-Sabato 1 Giugno
SS 8 Vieira do Minho 1 20.53km 09:08
10:01 – SS 9 Cabeceiras de Basto 1 22,22 km
11:17 – SS 10 Amarante 1 37,60 km
13:55 – Service E (Exponor)
16:08 – SS 11 Vieira do Minho 2 20,53 km
17:01 – SS 12 Cabeceiras de Basto 2 22,22 km
18:17 – SS 13 Amarante 2 37,60 km
20:03 – SS 14 Gaia Street Stage 1 2,25 km (ANNULLATA)
20:28 – SS 15 Gaia Street Stage 2 2,25 km (ANNULLATA)
21:20 – Service F (Exponor) 21:10
-Domenica 2 Giugno
08:00 – Service G (Exponor)
09:35 – SS 16 Montim 1 8,64km
10:08 – SS 17 Fafe 1 11,18 km
10:49 – SS 18 Luílhas 11,89 km
11:35 – SS 19 Montim 2 8,64 km
13:18 – SS 20 Fafe 2 [Power Stage] 11,18 km
16:45 – Cerimonia di Chiusura (Matosinhos)
Come vedere in tv e streaming in Rally Portogallo 2019
Come di consueto, anche il Rally del Portogallo si potrà vedere sulla piattaforma streaming DAZN, almeno per quanto riguarda gli highlights e le prove che saranno trasmesse in diretta. Sul web ricordiamo la copertura offerta da Red Bull TV e il canale ufficiale WRC + All Live, che consente di poter usufruire di un’ampia serie di contenuti esclusivi, ma a pagamento.
Rally Portogallo 2019: gli iscritti al via
Al via 61 equipaggi, sui livelli di partecipazione del precedente appuntamento in Cile. Qui però si torna in Europa, continente decisamente più approcciabile dai team in termini di logistica e di costi per gli spostamenti, e in cui le squadre nelle scorse settimane hanno svolto i test in vista sia del Portogallo che del Rally Italia Sardegna (per la precisione, le prove hanno avuto luogo proprio nell’isola al largo di Tirreno, sugli sterrati della zona della Gallura).
Il settimo round del Mondiale vedrà partire per primo sulle strade lusitane Sébastien Ogier, attuale leader di classifica che sbarca in Portogallo con un tesoretto di 42 punti razzolati nella parentesi sudamericana tra Argentina e Cile. Considerate le difficoltà che ancora patisce il compagno di squadra Esapekka Lappi con la C3 WRC (pur con qualche barlume di miglioramento nell’ultimo appuntamento), Citroen sa di dover puntare sul francese per ottenere almeno un titolo quest’anno, visto che l’assalto alla vetta dei costruttori al momento pare più difficile con due piloti a disposizione (di cui uno non proprio affidabile in termini di risultati di peso, ovvero il finlandese). Ogier al tempo stesso è conscio del livello della concorrenza per il titolo piloti e sa che cinque podi su sei round disputati quest’anno, tra cui due vittorie, non sono sufficienti se la vettura non è al top. Ecco quindi che il pilota pungola i tecnici di Citroen per migliorare l’auto, soprattutto per quanto riguarda le falle dimostrate in Cile, ovvero le prestazioni non esaltanti in presenza di scarsa aderenza. Sarà fondamentale migliorare questo aspetto in vista del Portogallo e delle prossime prove, se dal team francese non vogliono assistere alla rimonta degli avversari nella classifica piloti e alla fuga in quella costruttori.
Chi comanda comunque tra i team è Hyundai Motorsport, che nelle due precedenti prove del WRC 2019 ha fatto quasi il pieno di punti (64 su 84 disponibili) grazie alla doppietta in Argentina con il primo posto di Thierry Neuville ed il secondo di Andreas Mikkelsen, nonché il terzo di Sébastien Loeb in Cile. Tuttavia, il team di Andrea Adamo ha pagato dazio alla sfortuna in Cile, con l’incidente che è costato a Neuville la vetta della classifica piloti; va bene che l’obiettivo dichiarato da parte della scuderia di Alzenau è il titolo tra i costruttori, ma certamente il belga è la pedina più forte da muovere per la conquista del Mondiale per i team. In ogni caso, l’equipaggio si è fortunatamente ripreso, i problemi inizialmente accusati da Neuville alla gamba sono rientrati e il feeling con la vettura è rimasto lo stesso, come ha spiegato il diretto interessato che recentemente ha provato la Hyundai i20 Coupé WRC sugli sterrati galluresi. L’auto sfrutterà sia in Portogallo che in Italia lo stesso lavoro fatto sul motore e sulla trasmissione, mentre Neuville e la squadra contano di bissare il successo lusitano ottenuto l’anno scorso.
Le sensazioni quindi sono buone, ma si è riaperto nuovamente un caso Andreas Mikkelsen che turba un po’ la vigilia del Portogallo per il team: con una decisione inaspettata, il team principal Adamo ha deciso di non schierare nella line-up il norvegese, sostituendolo con Loeb. In buona sostanza il francese ha dato prova di ottime prestazioni in Cile, motivo per cui è stato preferito per gli sterrati lusitani (in cui vinse, come abbiamo accennato, nel 2007 e 2009) al posto di Mikkelsen, che invece non è andato oltre il settimo piazzamento (ma in Argentina aveva conquistato il podio…). Così, per la seconda volta quest’anno il norvegese cederà il proprio sedile ad uno dei due piloti con un programma 2019 a mezzo servizio. Completa la line-up portoghese la presenza di Dani Sordo, che prese il posto di Mikkelsen al Tour De Corse di quest’anno, sempre per la solita motivazione: nella stagione in corso conta più di ogni altra cosa la conquista del titolo costruttori, costasse pure qualche sacrificio eccellente tra gli equipaggi.
Ma sia Citroen che Hyundai dovranno stare molto attente alla scatenata combriccola di Toyota Gazoo Racing, con Ott Tanak che è attualmente secondo tra i piloti ed è reduce dalla vittoria in Cile, dove ha riscattato la sfortunata prova in Argentina. La Yaris WRC è, come abbiamo detto più volte, una vettura che anche quest’anno si sta dimostrando performante e competitiva, al netto di qualche incidente di percorso e le alterne fortune di Kris Meeke e, soprattutto, di Jari-Matti Latvala. Ritroveremo i tre piloti Toyota in Portogallo. 35 i punti totali conquistati da Tanak nelle due prove sudamericane, cosa che lo ha lanciato a 10 punti di distanza dal leader Ogier, mentre Toyota tra l’Argentina e il Cile ha vinto 16 prove speciali su 33, in pratica il 48%: logico additare team e vettura come potenziali protagonisti in Portogallo, dove Tanak vorrà riscattare il ritiro dell’anno scorso.
Infine abbiamo M-Sport, che sta conducendo una stagione nel WRC senza infamia e senza lode: il team di Richard Millener non brilla più per i meriti degli altri che per demeriti propri, nel senso che gli avversari sono talmente forti ed attrezzati che inevitabilmente qualcuno nel lotto del Mondiale rischia di rimanere indietro. A parte comunque qualche ritiro e qualche sfortuna sparsa, gli equipaggi sulle Ford Fiesta WRC hanno sempre stazionato tra i primi sette quest’anno, con due podi tra Messico e Corsica: in Portogallo ritroveremo Elfyn Evans e Teemu Suninen, mentre come vi avevamo anticipato ad inizio stagione la prova lusitana vedrà il debutto one shot di Gus Greensmith sulla Fiesta WRC, che accantonerà così momentaneamente la R5 e la lotta nel WRC2 Pro dove, al contrario della categoria maggiore, primeggia attualmente proprio M-Sport.
A proposito di WRC2 Pro, scatteranno in Portogallo Mads Ostberg (Citroen C3 R5), Lukasz Pieniąžek (Fiesta R5) e Kalle Rovanpera (Skoda Fabia R5), citati in rigoroso ordine di classifica piloti, dal secondo al quarto. Torna nel Mondiale Rally, a bordo della Fabia R5 Evo, il campione dell’allora WRC2 2018 Jan Kopecký, attualmente impegnato nel campionato ceco rally (nel terzo appuntamento, il Rally Cesky Krumlov, il pilota ha debuttato proprio con l’ultima versione della Skoda Fabia, omologata i primi di maggio).
Nel WRC2 troviamo molti piloti di casa in una lista che comprende in tutto ventidue equipaggi, tra cui Takamoto Katsuta (attuale secondo in classifica e fresco di test con la Yaris WRC al Riihimäki Rally, prima volta su sterrato con la vettura per il giapponese), Ole Christian Veiby su Volkswagen Polo GTI R5, Nikolay Gryazin (Skoda Fabia R5), la coppia “Pedro” ed Emanuele Baldaccini a bordo della Fiesta R5 e, sempre parlando di italiani in gara, Enrico Oldrati e Simone Scattolin si Fiesta MK8 RST e l’italorumeno Simone Tempestini su Hyundai i20 R5, al secondo appuntamento del Mondiale Rally 2019 e al debutto con la vettura su sterrato.