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WRC | Salta anche il Rally Nuova Zelanda. Salgono le chance di un recupero per il Rally Italia Sardegna?

Tanto tuonò che alla fine piovve, ed ecco che nel giro di ventiquattr’ore il WRC 2020 perde il secondo appuntamento consecutivo dopo lo slittamento al 2021 – salvo intese del nuovo calendario, ma pare che non ci debbano essere sorprese – del Rally di Finlandia. Come avevamo anticipato riprendendo una indiscrezione di DirtFish, salterà per questa stagione anche il Rally della Nuova Zelanda.

Rally Nuova Zelanda 2020, impraticabile la data di settembre

Previsto inizialmente dal 3 al 6 settembre, l’evento ai confini del mondo sarebbe tornato nel 2020 all’interno del Mondiale sette anni dopo l’ultima volta. Invece anche per la gara neozelandese il ritorno nel WRC dovrà ancora aspettare, così come è successo con un altro round annullato per quest’anno e rientrante nel campionato, vale a dire il Safari Rally di luglio. Nonostante i lavori fossero andati comunque avanti pur nell’emergenza coronavirus, le incertezze pandemiche hanno decretato la fine delle speranze per organizzatori e FIA. Michael Goldstein, amministratore delegato dell’evento, ha commentato così la cancellazione: «Era ormai diventato chiaro che, con i nostri confini chiusi ai viaggi internazionali e la logistica necessaria per ospitare migliaia di visitatori internazionali nell’ambito del WRC, la data di settembre 2020 non sarebbe stata praticabile. Negli ultimi dodici mesi il nostro team ha svolto un’enorme quantità di lavoro per essere pronto ad accogliere un evento WRC. Siamo delusi di non poter ospitare il Campionato Mondiale Rally nel 2020, ma allo stesso tempo le problematiche di tutto il mondo hanno determinato questo esito».

WRC 2020, il punto e le voci sul recupero del Rally Italia Sardegna

Facendo il punto della situazione, il WRC 2020 è fermo dallo scorso marzo, quando si riuscì a disputare il Rally del Messico mentre il Covid-19 iniziava a prendere pesantemente piede in Europa. Tre round sono stati già archiviati (Monte Carlo, Svezia e appunto Messico), poi il campionato è entrato in un limbo senza gare, tra rinvii e cancellazioni. La Nuova Zelanda è il quarto evento annullato per quest’anno dopo Portogallo, Safari in Kenya e Finlandia, mentre Argentina ed Italia sono stati posticipati sine die. Al momento sono confermati gli appuntamenti restanti: si parte a fine settembre con il Rally di Turchia, al momento prossima location da cui dovrebbe ricominciare il Mondiale (e che rispetto ad altri appuntamenti non si basa sulla vendita di biglietti rispetto a Finlandia o Galles, cosa che può avvantaggiarlo come fattibilità. Unico problema è che la cittadina ospitante, Marmaris, è ancora in lockdown), a cui seguirà la Germania, Galles e Giappone. Considerato il fatto che dovrebbe essere difficile recuperare le gare oltreoceano, per motivi logistici e di costi, con il possibile sacrificio di Argentina e forse anche Giappone (che però non basa la sua sostenibilità sulla vendita di biglietti, come la Turchia), quel che resta del WRC 2020 dovrebbe svolgersi in Europa, con le quotazioni del Rally Italia Sardegna improvvisamente in rialzo (come riporta anche AS, che pure suggerisce come possibile nuova data ad ottobre), visto che in Italia – e soprattutto nell’isola – i contagi sono decisamente in calo: l’unica incertezza è legata ad una ipotizzabile seconda ondata autunnale del virus e sullo stato delle frontiere con l’estero. Ricordiamo comunque che nel nostro Paese questa estate ripartiranno i campionati nazionali a cominciare dal Rally di Roma Capitale, che incidentalmente è anche tappa dell’ERC, l’Europeo Rally. Poi ci sono anche i punti di vista più pessimisti, come quello di Jari-Matti Latvala che, dopo la cancellazione del Finlandia, ha espresso il suo scetticismo sulla ripartenza del campionato: ma questa è un’altra storia.

Il commento dalla FIA

L’obiettivo minimo resta quello di far disputare almeno altre quattro gare per dare dignità al WRC 2020 e rendere possibile l’assegnazione dei titoli. Un numero complessivo di sei-sette round per quest’anno rappresenta la linea Maginot al di sotto della quale non si può andare. Una bella patata bollente nelle mani della FIA, che per bocca del direttore generale Rally Yves Matton ha così commentato la cancellazione del Nuova Zelanda e la situazione attuale: «Eravamo tutti entusiasti di vedere la Nuova Zelanda reclamare il suo posto nel FIA World Rally Championship nel 2020 dopo una lunga assenza, e siamo naturalmente tristi di non poterci andare quest’anno. L’evento ha una forte tradizione rallistica mondiale e sono sicuro che i piloti sarebbero voluti tornare a correre sulle sue emblematiche prove speciali o scoprirle per la prima volta. Motorsport New Zealand [la Federazione nazionale, ndr] e il team organizzativo hanno svolto finora un lavoro fantastico e stiamo già pensando all’evento che si svolgerà nel prossimo futuro. Il ritorno del Rally Nuova Zelanda sarebbe stato uno dei momenti salienti della stagione e speriamo che l’opportunità di tornare ad Auckland si possa ripresentare. La FIA, il promotore del WRC e gli organizzatori dei singoli eventi continuano a lavorare in stretta collaborazione per quanto riguarda il calendario 2020. Una volta che tutte le opzioni sono state identificate e studiate, confermeremo la forma del calendario per il resto della stagione».

Luca Santoro:
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